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Investire in fondi – il caso disastroso di Eurizon

Tags: fondo fondi anni

Oggi prendo spunto da una mail inviata da un lettore al Sole 24 Ore, lettore che si lamenta dell'andamento di un Fondo Eurizon che dopo oltre 20 anni è ancora in perdita. Il caso infatti è esemplare di come funziona il settore dei fondi in Italia. Come già ripetutto abbondantemente, dati alla mano, costano di più dei fondi passivi (Etf) ma rendono meno. In questi anni in cui soprattutto gli azionari sono andati bene, è facile nasconder questi problemi. Ma la realtà è che anche quando sei in utile, guadagni meno del mercato.


Questo caso è emblematico soprattutto di quei fondi particolari, di tipo bilanciato o flessibile, che vengono proposti per le loro caratteristiche innovative e specialistiche. Nella realtà dei fatti si dimostrano puro marketing, prodotti costruiti per raccontare una bella storia che ne faciliti la vendita. Ma soprattutto per questi i risultati sono pure più disastrosi. 

 

Il caso del Fondo Eurizon Team 4

Vorrei porre l’attenzione su un fondo comune Eurizon Team 4, nato nel 2000 con quota iniziale a 5 euro. Dopo 23 anni il valore della quota è a 4,56 euro, valore di chiusura di venerdì 4 gennaio 2024. L’ esempio riportato da questo fondo dimostra che col tempo si crea valore per la società di gestione e non per il sottoscrittore. Dopo 23 anni non è possibile che il valore di una quota sia inferiore al valore iniziale. Ho scritto diverse volte ad Eurizon nel corso degli anni. Le risposte ovviamente non mi hanno soddisfatto. L’evidenza è sotto agli occhi di tutti. 

Risposta

Il lettore ha sottoscritto un fondo risultato estremamente sfortunato Eurizon Team 4 A (IT0001468781) – spiega Marcello Rubiu, amministratore unico di Norisk Scf. La perdita complessiva da agosto 2000 è dell’8,7%. 

È classificato da Morningstar come Bilanciato Moderato in euro – Globali e la parte azionaria può variare tra il 20% e il 70%, mentre le obbligazioni sono principalmente investment grade. Il fondo a sua volta investe principalmente in altri fondi dichiaratamente gestiti da società del gruppo Intesa San Paolo. È esposto al rischio di cambio e può impiegare leva finanziaria fino a 1,3 volte il patrimonio netto. Le spese correnti sono dell’1,79%, le commissioni di entrata dell’1,5% ed è prevista la commissione di performance pari al 20% dell’incremento registrato dal fondo a partire dal 30 dicembre 2010. 

Anche il rating di Morningstar è pari ad una stella e non lascia dubbi sul giudizio del prodotto. Mentre Cfs rating gli attribuisce due stelle. Il periodo di investimento è davvero ampio e questo complica la possibilità di effettuare comparazioni con diverse case, in quanto se i risultati non sono brillanti, sono solite liquidare i fondi e trasferire risorse finanziarie e quotisti ad un altro prodotto, spesso di nuova emissione, rendendo difficile l’interpretazione dei risultati. Nello stesso periodo Carmignac Patrimoine A (FR0010135103), che persegue la medesima strategia, ha reso il 161%, comunque leggermente al di sotto del benchmark di categoria (+163%).

L’analisi dei fondi peggiori degli ultimi 10 anni appartenenti a questa categoria estesa alla partenza del fondo di Eurizon evidenzia che nessuno di questi esisteva in tale data. Negli ultimi 10 anni vi sono stati fondi che hanno registrato performance decisamente peggiori del Team4 (che nel decennio è in positivo per il 3,4%): Franklin Global Fundamental Strategies N (-17,9%, LU0360500044), Fidelity Funds Global Multi Asset Growth & Income (-12,3%, LU0365263192), Schroder ISF Global Multi-Asset Income B (-6,1%, LU0757361182).

Se andiamo ad ipotizzare una commissione di gestione come l’attuale (1,55%) per l’intero periodo considerato, la società di gestione, appartenente alla stessa banca di cui è cliente il lettore, ha incamerato negli ultimi 23 anni in totale 1,6 euro per singola quota.


 

Non abbiamo compreso se il fondo sia stato sottoscritto, ma soprattutto mantenuto negli anni, su iniziativa del lettore oppure sia stato seguito da un consulente bancario. Per l’ennesima volta è necessario notare come remunerare la banca e i relativi consulenti attraverso le commissioni implicite nei prodotti può portare a risultati insoddisfacenti per i risparmiatori e non si tratta unicamente di oneri elevati (peraltro nella media) ma di mantenere nei dossier dei clienti soluzioni di investimento vantaggiose solamente per l’intermediario. È opportuno segnalare come non tutti i fondi gestiti da Eurizon abbiano evidenziato dinamiche così infelici e, come già sottolineato in precedenza, vi sono diversi prodotti deludenti gestiti da altre case, anche emessi da players internazionali blasonati. 

Il consiglio operativo è che se la dinamica del fondo sottoscritto diverge in modo significativo da quella della categoria di appartenenza è sempre meglio cambiare. Sul mercato sono attualmente disponibili Etf bilanciati che possono costituire una valida alternativa per i piccoli risparmiatori che non possono sostenere i costi di un consulente indipendente. Dalla fine del 2020 l’Etf Vanguard LifeStrategy 40% Equity (IE00BMVB5M21) si è incrementato dell’1,2%, mentre il “Team4” ha perso il 7,8%.



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