La finanza comportamentale ha conquistato quindi ampio spazio nelle discussioni economiche fino ai Nobel per l’economia a Richard Thaler e Daniel Kahneman.
Recentemente è uscito il libro La Psicologia del denaro: un approccio storico-genetico di Edoardo Lozza che amplia la multidisciplinarità dell’argomento a storia, antropologia, sociologia e appunto la psicologia. Di qui l’originalità del volume che fornisce una lettura del Denaro trasversale a più scienze.
La domanda di partenza è “Perché gli esseri umani hanno sviluppato un’ossessione per il denaro? “ Da cui altre domande quali “Perché nella gestione del denaro inciampiamo spesso in bias ed errori cognitivi e non riusciamo a essere perfettamente razionali? Perché il denaro è a volte problematico nelle relazioni sociali? E perché, in svariate occasioni, il denaro smette di essere uno strumento al servizio del benessere individuale e collettivo per diventare un fine assorbente e pervasivo, verso il quale siamo mossi da passioni a volte incontrollabili? “
Nelle scienze economiche il denaro è sempre considerato nella sua natura di mezzo: uno «strumento» definito dalla funzione che svolge. Ma è il fine che lo qualifica. In altre parole, il denaro non è un fine in sé stesso e richiede gli strumenti della tecnica economica, quantitativa e giuridica. Queste discipline però da sole non bastano per comprenderne a fondo la valenza.
Aprendo alla psicologia, il denaro arriva persino a essere considerato un fine in sé, cosicché oltre a essere un oggetto è anche una relazione.
In ambito finanziario, sono stati avviati da diversi anni percorsi transdisciplinari in cui la psicologia ha trovato la sua significativa collocazione. Il riferimento è alla finanza comportamentale, con contributi come quello del premio Nobel per l’economia Richard Thaler. La prospettiva psicologica assume un ruolo fondamentale in finanza poiché consente di andare oltre un paradigma in cui gli investitori sono agenti razionali e con comportamenti modellizzabili in termini di ottimizzazione matematica.
La questione di fondo riguarda l’esistenza o meno di una relazione tra denaro e razionalità. Il denaro sviluppa la razionalità umana nelle funzioni di calcolo matematico e confronto tra oggetti o nel promuovere il pensiero astratto, al punto che l’assenza di denaro diminuisce le abilità cognitive. Sebbene il denaro possa essere veicolo di razionalità, svariate occasioni di uso del denaro sono paradossalmente caratterizzate dall’assenza di razionalità.
Come spiega Lozza nel volume, quando il denaro assume la valenza di fine, può renderci meno razionali. Ora, è proprio quando il denaro funziona come incentivo che tende a diventare fine e non più semplice mezzo come sostiene la teoria economica neoclassica. È quindi possibile arricchire la nostra comprensione dei mercati finanziari grazie alla psicologia e considerando il comportamento umano non in termini di una pura ottimizzazione matematica.
Psicologia del denaro: un approccio storico-genetico Copertina flessibile – 22 settembre 2023 di Edoardo Lozza .
Il libro è interessante anche se chiaramente ha anche un carattere accademico e disciplinare. Per Chi Vuole Approfondire questi temi consiglio di partire da:
La psicologia dei soldi di Morgan Housel che è veramente alla portata di tutti e descrive bene gli errori che commettiamo nel rapporto con il denaro.
Per chi vuole approfondire il tema delle scelte irrazionali, non solo in campo finanziario, invece consiglio il classico Pensieri lenti e veloci di Daniel Kahneman.
