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Come saranno le tasse sulle rendite finanziarie?

Si sta lavorando a una revisione del sistema tasse italiano che potrebbe portare grandi e positive novità per i risparmiatori.

Due sono i pilastri su cui si fonderà la nuova disciplina della tassazione Dei Redditi finanziari: 1. criterio di cassa 2. applicazione dell’imposta sostitutiva sul «risultato complessivo netto dei redditi finanziari».

Il primo punto porterebbe all’abrogazione dell’opzione per il regime cosiddetto del risparmio gestito (articolo 7 del Dlgs 461 del 1997) che si basa sul criterio della “maturazione “ e quindi comporta la rilevanza fiscale di redditi e perdite non ancora realizzati. Il tema riguarda soprattutto le gestioni patrimoniali, quindi ha poco impatto sul risparmiatore medio italiano.

Il secondo punto è il tema più rilevante. Il “risultato netto” sarà formato sia da interessi, dividendi e altri proventi che costituiscono oggi i “redditi di capitale” sia dalle plusvalenze, minusvalenze e differenziali che compongono i “redditi diversi di natura finanziaria”.

In sintesi verrebbero meno tanti problemi che si pongono coloro che hanno minusvalenze. Sarebbe infatti possibile compensarle sia con i guadagni su fondi e ETF ma addirittura con i normali interessi pagati dalle obbligazioni e dai dividendi azionari. In sostanza tutti i guadagni/perdite derivanti dagli investimenti del proprio capitale saranno cumulati e tassati di conseguenza.

Il regime di tassazione naturale sarà quello cosiddetto “della dichiarazione” in base al quale l’imposta sostitutiva sul risultato complessivo netto sarà liquidata nella dichiarazione dei redditi e versata dal contribuente. Rimarrà però un regime detto «semplificato », nel quale la gestione della fiscalità sarà demandata alle banche e agli altri intermediari autorizzati (analogo agli attuali regimi amministrato e gestito).

Il nuovo sistema sarà più trasparente, semplice e equo. E’ però evidente che porterà a una riduzione del gettito visto che faciliterà il recupero Delle Minusvalenze, anche da parte di chi non sa nemmeno cosa siano.

Probabilmnete quindi la nuova regola entrerà gradualmente. Visto che il calcolo spetterà soprattutto alle banche è necessario minimizzare gli impatti sul software degli intermediari ed evitare scelte che privilegino alcuni strumenti finanziari rispetto ad altri, per non incentivare arbitraggi.

Un’ipotesi cè che inizialmente l’utilizzo delle minusvalenze eccedenti rispetto ai redditi diversi sia compensabile con una percentuale dei redditi di capitale che potrebbe essere fatta crescere nel tempo, secondo lo schema già in uso nel reddito d’impresa (articolo 84 del Tuir).

In ogni caso saranno modifiche positive, non credo però che le vedremo prima del 2025 considerando che una volta approvato il Decreto (che include l’intera revisione del sistema fiscale) occorre anche dare tempo a tutte le parti, es. banche, di adattarsi. Basta vedere che con l’ultimo affrancamento deciso a dicembre, le banche lo hanno messo a disposizione a aprile/maggio nonostante ricalcasse procedure già usate in passato.



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