Ho consigliato spesso di evitare i prodotti proposti in banca, in particolare fondi di investimento e polizze vita. Sono prodotti finanziari costosi e, risultati alla mano, non efficienti. Da anni le statistiche ci dicono che i banali Etf, fondi che seguono passivamente un indice di mercato, fanno meglio dei rispettivi fondi. E uno dei motivi essenziali è che costano meno. Del resto la banca deve guadagnare. Il problema è il cliente che crede di aver di fronte un consulente che fa i suoi interessi. Ma è evidente che se non lo paghi direttamente lo devi fare indirettamente, vale a dire con le commissioni su fondi e polizze.

Un altro dei problemi dei Fondi e delle polizze è che ti blindano alla Banca. Non solo i fondi della casa ma anche fondi terzi proposti dalla tua banca. Altre banche infatti non tratteranno i fondi di altre banche e potrebbero non trattare nemmeno quei fondi terzi.

Risultato: non puoi trasferirli alla nuova banca e quindi si rende più complicato il cambio banca. Il che ovviamente non fa che spingere una banca a venderteli per complicare la tua uscita. L’opzione più comoda, si fa per dire, è vendere e riacquistare di là un fondo analogo (sempre che si creda ancora nell'investimento).

I problemi ci sono anche a prescindere dalla tua volontà di cambiar banca, come sanno bene i milioni di clienti coinvolti negli ultimi anni in operazioni di acquisizione o fusione. Oltre alla scocciatura del cambio di codice Iban ci si è trovati con prodotti non più Gestiti Dalla Banca nuova.

Caso esemplare l'acquisizione di Ubi Banca da parte di Intesa Sanpaolo dove i clienti si sono trovati a dover gestire in autonomia i rapporti con Arca, si sono visti bloccati l’operatività in Pac sui fondi Anima e la gestione delle Sicav di diritto estero di Pictet Funds, Fidelity Funds, Invesco Funds, Columbia Threadneedle Investments. Con addirittura l'invito a uscire da certi fondi perché non più gestiti dalla banca subentrante. In pratica: o vendi prima o non sai più dove finiscono i tuoi soldi e devi rivolgerti direttamente alla SGR che spesso è in Irlanda o Lussemburgo.

In proposito anche Plus del Sole 24 Ore aveva titolato “Prima i diritti degli investitori, poi le scelte aziendali”, perché è inaccettabile che una banca riversi sui clienti sue scelte commerciali, vale a dire non trattare e gestire altri fondi.

Vero che la banca non ha obblighi legali di mantenere i rapporti con case terze, ma nel momento in cui fa un’operazione straordinaria dovrebbe venir incontro al cliente. C’è da dire che spesso in passato era così. Ultimamente invece le fusioni sono fatte fregandosene dei clienti che se scontenti possono lasciare. Ma la banca preferisce qualche cliente in meno che gestire un problema che ritarderebbe l’operazione.

Nel rispetto delle regole Mifid l’intermediario che chiude rapporti di distribuzione deve sempre agire nel miglior interesse del cliente: non può impedire al cliente di visualizzare la sua posizione oppure che il consulente finanziario di riferimento non sia in grado a comunicargli l’esatta valorizzazione della sua posizione. Il passaggio di quote da un intermediario a un altro, soprattutto su fondi esteri non è un mero passaggio di carte. Ma spesso il cliente è lasciato appunto da solo perché poi in banca non trova nessuno in grado di fornire un supporto.

A maggior ragione quindi è consigliabile investire tramite Etf. Li acquisti anche in autonomia tramite home banking ed essendo quotati in Borsa ne mantieni la gestione e il controllo senza subire i problemi di eventuali operazioni della tua banca. Oltre al risparmio e al miglior rendimento hai quindi un altro motivo per preferire gli Etf ai fondi.