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Ncrascia patedde, tavernari, cuochi e chef

Il vostro corpo non è un tempio, è un parco dei divertimenti. Godetevi la corsa.” – Kitchen Confidential. Avventure gastronomiche a New York di Anthony Bourdain

Il mio amico Pippo della fantastica Trattoria Ai Normanni (che vi consiglio caldamente) mi ha insegnato che in cucina ci sono chef, cuochi, tavernari e ‘ncrascia patedde (ossia coloro che ai fornelli sporcano soltanto le padelle, ovviamente detto non per elogiare).

Stamattina ho parlato tanto, ma proprio tanto, con una persona. Mai avrei pensato di poter parlare così tanto e così bene, apertamente e serenamente, con qualcuno che appena conosco, eppure era come se avessi sempre parlato con lei.

Oggi, passeggiando per luoghi familiari che ricordo da sempre, tra sguardi, gesti e dita sottili, ho ritrovato un po’ di serenità e soprattutto un po’ di fiducia nel fatto che la vita ha tante sfumature, che vanno scoperte e piano piano apprezzate. Oggi, ho visto con occhi diversi quei luoghi, ho riso, riflettuto, gustato pesce, un buon vino e un budino alla cannella, raccontato, ascoltato, ricordato, insomma ho riscoperto cose che negli ultimi tempi ho potuto avere molto di rado, anzi forse cose che nemmeno più mi appartenevano.

Sono stato felice che questi fatti siano accaduti nell’unico luogo che riesco a sentire veramente casa, dove mi sento ancora al posto giusto. Ho fatto 500km in un giorno, solo per poter parlare con una persona, conoscerla e semplicemente ascoltarla. Sono felice di averlo fatto ed è stato importante.

Ho capito che certe cose accadono in un momento specifico perchè è giusto che sia così. Allora incontri delle persone o le ricordi un giorno e non un altro perchè in un altro momento non avresti capito o apprezzato, o non si sarebbe stati capaci di parlare in quel modo, o si sarebbe stati su piani diversi o, peggio, avremmo parlato lingue diverse.

Dopo una settimana assurda, l’avere avuto alcune ore con lei, mi ha riequilibrato. So che lunedì tutto riprenderà come prima, ma almeno avrò avuto una boccata di ossigeno. 

Parlando oggi, ho ricordato che se la vita fosse una cucina, di certo, sarei qualificabile come uno ‘ncrascia patedde, che in qualche fase è stato così concentrato da essere un tavernaro. Lo so bene. Eppure so che forse con un po’ di impegno potrei anche arrivare a diventare cuoco.

A questo punto, l’unica cosa da fare è iniziare a scrivere e fotografare le prossime mie albe al finestrino.

Mi ripeto. Ho riportato già una volta la frase di David Grossman, ma non posso non applicarla ad oggi. “La cosa più preziosa che puoi ricevere da chi ami è il suo tempo. Non sono le parole, non sono i fiori, i regali. È il tempo. Perché quello non torna indietro e quello che ha dato a te è solo tuo, non importa se è stata un’ora o una vita.

Grazie davvero per il tempo di oggi… lei capirà.

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