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Consigli inestimabili per accrescere il potere della vostra mente

Consigli Inestimabili Per Accrescere Il Potere Della Vostra Mente

Ho trovato questa raccolta ordinata di pensieri in una cartella del mio vecchio computer. Questo documento risale a qualcosa come cinque anni fa, quando ancora lavoravo alla mia tesi di laurea magistrale. Sembra incredibile, Dal Momento Che sembra proprio un articolo bello e pronto per essere pubblicato. Dopo averlo ricontrollato (c’erano un po’ di accenti sbagliati ed errori di grammatica), ho deciso di proporlo qui sul mio blog. Fate attenzione perché questo potrebbe essere l’insieme di consigli più importanti ed utili che possiate trovare da qualsiasi parte. Il titolo mi sembra abbastanza eloquente.

Introduzione

Oggi più che mai abbondano i libri che hanno per argomento la magia o l’occultismo, ciascuno dei quali espone una versione più o meno personalizzata della disciplina, la filosofia e i metodi che costituiscono la magia per i loro autori. Tuttavia la magia che tali libri descrivono è spesso e volentieri lontana dall’immagine che la maggior parte della gente si fa di essa, sulla base delle favole o dei libri di argomento fantasy che maggiormente spopolano al momento. Questa magia è fatta di meccanismi mal compresi che permettono alla mente del mago di realizzare i suoi desideri, o almeno di influenzare parzialmente la realtà.

Gli autori dei libri di magia sottolineano sempre quanto sia importante credere nella possibilità di realizzare veramente i prodigi di cui si parla, poiché l’auto convincimento è la condizione necessaria per il successo delle operazioni magiche. Purtroppo è difficile credere in qualcosa senza averne visto prima l’efficacia con i propri occhi, per cui la maggior parte delle persone non prende sul serio il contenuto di questi libri e li considera materiale utile tuttalpiù per alimentare il fuoco del camino.

Questo documento si propone l’ambizioso obiettivo di riuscire laddove gli altri libri falliscono, insegnando metodi semplici per la realizzazione di alcune “magie” (le virgolette sono d’obbligo, dal momento che non dovrebbero chiamarsi così, ma non esiste una parola più appropriata per descriverle). Inoltre tali metodi non richiedono alcuna fede a priori sulla loro efficacia e non possiedono alcun background di tipo occultista, non avendo a che fare con la tradizione della magia occidentale, che prevede tutta una simbologia e una filosofia di cui non ci interessa nulla.

La magia che si cerca qui di insegnare è quella che consente di avere il controllo della propria mente e dei propri sensi, che permette di espandere la propria consapevolezza e incrementare le proprie capacità, ovviamente entro certi limiti. Per questo motivo le opere che si possono realizzare con essa sono “magie”, perché la gente priva di una cultura adeguata le considererebbe tali, mentre in realtà si tratta di operazioni alla portata di chiunque, una volta appresa la giusta disciplina.

I metodi che verranno insegnati qui sono semplici e più o meno sperimentati, con esiti quasi sempre positivi, quindi non possono fare altro che bene: male che vada non funzioneranno affatto, ma questa è una possibilità remota. Verranno introdotti e descritti in un certo ordine affinché il lettore possa prende familiarità con quelli più facili prima di affrontare quelli più difficili, come si procederebbe con l’apprendimento della grammatica di una lingua straniera.

Questo libro, il suo contenuto e la sua struttura sono debitori al ben più famoso “Liber null” di Peter J. Carroll, dove si affrontano i principi della Chaos Magic, un ramo moderno della magia, per certi versi molto allettante. Tuttavia qui si parla di altro, non si fa uso di simboli, rituali, evocazioni e via dicendo: la magia che qui si studia si può praticare con la sola mente, senza l’ausilio di alcun mezzo esterno, sia esso un attrezzo rituale, un simbolo o un talismano. La ragione di ciò è che tutti questi strumenti sarebbero solo dei mezzi tramite i quali la mente dovrebbe operare i vari prodigi, ma noi vogliamo farne a meno. Non pretendiamo neppure di ottenere i risultati eclatanti che vengono dichiarati nei libri di magia: ci accontentiamo di riuscire a dominare la nostra mente e di usarla come un potente strumento con il quale agire sul mondo e sulle altre persone.

Detto questo, spero di aver attirato la vostra attenzione e mi auguro che vogliate proseguire la lettura di questo documento, che potrà rivelarvisi molto utile.

Meditazione

Il primo passo per ottenere il controllo della propria mente è raggiungere uno stato di tranquillità e di silenzio che spesso lo stress della vita quotidiana ci preclude. Questo implica che gli esercizi che verranno proposti da qui in poi dovranno essere eseguiti quando vi troverete in uno stato di rilassamento, che può essere raggiunto facilmente con una breve pausa di meditazione. La meditazione non è nulla di complicato, se non avete la pretesa di raggiungere chissà quale stato alterato di coscienza. Il semplice fatto di chiudere gli occhi e lasciare che il vostro flusso di pensieri vi porti dove capita, rappresenta un sollievo per la mente.

Non sforzatevi di annullare i pensieri: non serve a niente. Provate semmai a seguire i pensieri che in quel momento vi passano per la mente e dimenticatevi di tutto il resto. Potreste trovarvi a vivere dei brevi sogni, di cui non riuscire minimamente a seguire il filo, e quando vi desterete da questo stato vi sentirete più rilassati, anche se la vostra mente non avrà mai smesso di lavorare.

Si consiglia di assumere una posizione comoda, preferibilmente seduti. Se siete particolarmente svegli non riuscirete a lasciarvi andare a questo stato di rilassamento, per cui non insistete se non riuscite facilmente: meglio riprovare in un altro momento. Non è consigliabile sdraiarsi perché, se siete troppo rilassati, finirete per addormentarvi, e non è questo che stiamo cercando di fare. Infatti la differenza tra il rilassamento indotto dalla meditazione e quello dovuto al sonno è che, all’uscita dallo stato di meditazione, la mente risulta più lucida e non avrete la spiacevole sensazione di “tornare ala realtà”, che si ha invece quando ci si sveglia dal sonno.

Se diventerete abbastanza bravi nel raggiungere questo stato, potrete praticarlo dovunque e richiederà ogni volta meno tempo per essere raggiunto. Questo vi consentirà di ottenere un certo livello di rilassamento e lucidità mentale quando ne avrete bisogno, e quindi non solo nel salotto di casa vostra. Ovviamente gli elementi di disturbo esterni, come la voce delle persone o i rumori del traffico, possono rendere piuttosto difficile la pratica della meditazione, per cui non sarà facile praticarla quando e dove vorrete.

Si può provare anche un altro tipo di meditazione, che consiste nel praticare volontariamente il vuoto mentale. Questa, richiedendo uno sforzo di concentrazione, non ha come scopo il rilassamento mentale, ma piuttosto il raggiungimento di una maggiore consapevolezza e attenzione. Raggiungere il vuoto mentale consiste nell’escludere dalla mente i suoni e le immagini che possono distrarre, fino a visualizzare uno sfondo nero uniforme e sentire un silenzio più o meno costante, che può essere interrotto di tanto in tanto da qualche pensiero più forte, che si insinua nella mente e che non riuscite a far tacere. Più a lungo riuscirete a mantenere lo stato di buio e silenzio mentali, maggiore sarà la vostra concentrazione quando ne uscirete, e potrete affrontare meglio le questioni di cui dovete occuparvi.

Il detto “la notte porta consiglio” sembra adeguarsi perfettamente al caso nostro, dal momento che, grazie alla meditazione (che altro non è se non”staccare la spina”), si può riuscire ad affrontare meglio i problemi, che richiedono invece la nostra attenzione e concentrazione. L’efficacia della meditazione nel rilassamento e nel raggiungimento di una certa lucidità mentale è fuori da ogni dubbio ed è stata verificata dal sottoscritto in varie occasioni. Data la facilità di esecuzione si consiglia vivamente di praticarla ogni volta che se ne ha occasione.

Immaginazione

Una delle facoltà più belle del cervello umano è l’immaginazione, che consiste nella capacità di visualizzare immagini o riprodurre sensazioni e creare idee originali. Sebbene ci siano persone più dotate di immaginazione rispetto ad altre, tutti possiedono questa facoltà e quindi si può provare a svilupparla. Un esercizio semplice per mettere alla prova l’immaginazione è provare a immaginare una figura solida, come un cubo o un cilindro, e provare a farla ruotare, cercando così di vederla dai vari punti di vista. Se questo esercizio vi riesce facilmente, provate a visualizzare un oggetto più complesso, oppure un animale o una persona. Questo esercizio riesce meglio ad occhi chiusi, ma potrete provare ad esercitarvi anche ad occhi aperti, sovrapponendo l’immagine che state immaginando a ciò che vedete con gli occhi.

Un’abilità sempre facente parte dell’immaginazione è la capacità di riprodurre suoni nella propria mente. Spesso la nostra mente è affollata di pensieri, che non sono esattamente suoni ma ci sembra di sentirli come tali. Tanto per cominciare bisogna riuscire a far tacere questi pensieri e provare a riprodurre nella mente dei suoni che vogliamo noi, come una canzone o la voce di una persona. Far tacere i pensieri significa pensare il silenzio, il che si può fare abbastanza facilmente, anche se è difficile mantenere a lungo quello stato. Per riprodurre i suoni, come per visualizzare le immagini, bisogna attingere alla memoria, per cui sono agevolati coloro che hanno una buona memoria, visiva e uditiva. Entrambe le memorie possono comunque essere migliorate.

La vera sfida dell’immaginazione consiste però nel creare idee, poiché esse sono il prodotto dell’intelligenza creativa. Non tutti sono dotati di creatività, o almeno sono poche le persone veramente creative. Per lo più le persone tendono a copiare le idee degli altri, oppure a ispirarsi a cose già fatte, il che non è certo uno stimolo per la fantasia. Per migliorare l’immaginazione (nel senso della creatività) bisogna cercare di trovare delle alternative originali alle soluzioni che ci vengono suggerite. Per esempio si può provare a pensare a modi originali di svolgere alcune delle azioni che svolgiamo comunemente, purché questo non le complichi eccessivamente.

Come verrà detto in seguito, una cosa utile per migliorare le facoltà mentali è lo studio delle scienze, non solo perché apporta un bagaglio di conoscenze, ma anche perché obbliga ad affrontare concetti difficili che impegnano il cervello. Inoltre la risoluzione di alcuni problemi di matematica e fisica richiede una certa immaginazione nel visualizzare il problema stesso e una buona fantasia per elaborare una soluzione. Nella vita quotidiana capita raramente di dover affrontare problemi complicati, ma solitamente una persona con una cultura scientifica saprà ideare soluzioni ingegnose anche per i problemi banali.

Anche la lettura di libri, non necessariamente scientifici, aiuta a migliorare l’immaginazione, dal momento che l’impegno di seguire lo svolgimento delle vicende narrate richiede la visualizzazione delle situazioni che vengono descritte. I libri sono il pane della mente, e non solo per quanto riguarda la conoscenza ma anche per l’immaginazione. Proprio per questo bisogna provare a leggere anche libri di argomento fantastico o fantascientifico perché le vicende in essi narrate non esistono nella realtà, quindi lo sforzo di immaginarle risulta ancora maggiore.

Respirazione

Una condizione necessaria per lo stato di rilassamento mentale è la corretta respirazione, dal momento che il cervello necessita di essere ben ossigenato. La respirazione ottimale è lenta e regolare, i respiri devono essere abbastanza profondi ma non forzati. Se volete effettuare una pausa di meditazione, all’inizio dovrete controllare volontariamente il respiro, ma dopo un po’ di tempo prenderete naturalmente il giusto ritmo. Quando comincerete ad assopirvi, il respiro rallenterà ulteriormente e ve ne accorgerete quando vi risveglierete, perché la prima cosa che farete sarà un respiro profondo.

La meditazione prolungata (almeno mezzora-un’ora) porta ad uno stato che io chiamo “risparmio energetico” perché potreste rimanervi a lungo spendendo davvero poche energie, ed è per questo che in oriente ci sono persone che rimangono immobili in meditazione per giorni, settimane e anche mesi, senza mangiare o bere. Naturalmente queste persone sono ad un livello molto alto, quindi non aspettatevi di riuscirci così facilmente. Potrete ricorrere alla meditazione quando avrete bisogno di riprendervi da uno stress, sia fisico che mentale, in modo da ripristinare il respiro e il battito regolare. Esiste una posizione che favorisce entrambi gli obiettivi, e consiste nel rimanere in piedi con le mani giunte, dirette verso l’alto (come in preghiera) e all’altezza del petto. Basta rimanere in questa posizione per un minuto o due per sentirsi meglio, sia fisicamente che mentalmente.

Alla respirazione è legata anche la gestione dell'”energia interna”, o in qualunque modo la vogliate chiamare, di cui non so dare una descrizione ma che si può avvertire nel proprio corpo come una specie di formicolio o di calore nei punti in cui si concentra maggiormente. Solitamente questa “energia” non si percepisce perché risulta equamente distribuita nel corpo, ma si può sentire e muovere a piacimento focalizzando l’attenzione su una parte del corpo specifica, per esempio le mani. Focalizzare l’attenzione significa solamente cercare di avere una maggiore consapevolezza di quella determinata parte del corpo.

Dal momento che ciò comporta un maggiore afflusso di sangue nella zona designata, probabilmente questa energia interna coincide con l’afflusso del sangue, da cui deriverebbero la sensazione di calore e il formicolio. Comunque, anche se si trattasse di ciò, è sempre utile riuscire a far affluire il sangue dove si vuole, in modo da avere un miglior controllo del proprio corpo.

Il legame tra il movimento di questa specie di energia e la respirazione sta nel fato che è molto più facile accompagnare il movimento di essa a dei respiri profondi, in modo da sincronizzare le due operazioni. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che il corpo riesce a coordinare meglio due operazioni se avvengono in sincrono, piuttosto che se avvengono in modo indipendente. Se riuscirete a muovere efficacemente l’energia (afflusso di sangue) in ogni parte del corpo, immaginando come un fluido che si sposta da una parte del corpo all’altra, potrete dirvi soddisfatti perché avrete raggiunto un buon livello di controllo sul vostro corpo.

Questo potrà esservi utile in ogni momento, sia che vi stiate muovendo sia che siate fermi, quindi vi consiglio di praticare questo esercizio ogni volta che potete. Inoltre, se accompagnerete la respirazione controllata a questa specie di circolazione controllata, ogni parte del corpo sarà ben ossigenata e ne guadagnerete in salute.

Sguardo fisso

Un metodo per migliorare l’attenzione e la concentrazione consiste nel mantenere lo sguardo fisso su un’immagine il più a lungo possibile, possibilmente senza sbattere le palpebre. Il motivo è che in questo modo costringerete lo sguardo a focalizzarsi su un’unica cosa, senza consentirsi distrazioni, in modo da riuscire a cogliere di quella immagine ogni dettaglio. Una volta che avrete assimilato ogni dettaglio di quell’immagine, essa si stamperà nella vostra mente e riuscirete a visualizzarla anche senza guardarla.

Lo sguardo della gente è spesso distratto da ogni genere di cosa, il che compromette la capacità di attenzione. Spesso capita di ricordare solo parzialmente lo svolgersi di un evento, durato anche pochi secondi, e di completare le parti mancanti con dettagli inesistenti, ripescati magari dalla memoria o creati dal cervello in buona fede. Se si osserva una scena con lo sguardo fisso, invece, si può cogliere ogni particolare di essa ed essere in grado di ricordarla molto dettagliatamente.

Per esercitarsi con lo sguardo fisso ci si può sedere comodamente ad un metro o due da un oggetto, per esempio un soprammobile, e fissarlo a lungo senza distogliere lo sguardo. Se gli occhi non compiono alcun movimento e l’oggetto è esteso, si metterà a fuoco solo un particolare di esso, e in breve tempo sopraggiungerà una specie di torpore: questo significa che vi siete “incantati”, e potreste rimanere in quello stato semi-ipnotico anche volontariamente. Se invece con lo sguardo riuscirete a cogliere tutto l’oggetto, e manterrete lo sguardo a fuoco su di esso, sarete nello stato di sguardo fisso: più a lungo riuscirete a mantenere la concentrazione e meglio sarà.

Un’applicazione dello sguardo fisso consiste nella possibilità di vedere l’aria. Detta così, la cosa sembra impossibile, ma in realtà si può fare, dal momento che io ci riesco senza alcun dubbio. Innanzitutto l’aria sarebbe davvero invisibile se fosse ovunque omogenea, perché in tal caso l’indice di rifrazione sarebbe uguale ovunque e non si vedrebbe alcuna differenza da un punto a un altro. Invece nell’aria esistono correnti e vortici, creati da differenze di temperatura e densità, che modificano localmente l’indice di rifrazione dell’aria, per cui un occhio allenato può riuscire a vederle. Per capire di cosa sto parlando, pensate al tremolio che si vede vicino all’asfalto rovente.

Per vedere questi vortici e queste correnti bisogna focalizzare lo sguardo su di uno sfondo uniforme, come il cielo azzurro o una parete monocromatica, e spostare gradatamente il fuoco dello sguardo in un punto compreso tra voi e lo schermo, in modo da guardare l’aria che si trova in quel volume di spazio. La necessità dello sfondo uniforme è dovuta al fatto che le fluttuazioni dell’aria sono molto tenui, per cui sono appena visibili solo su di uno sfondo uniforme.

Il problema di questo genere di applicazione è che, per quanto cerchiate di capire le forme disegnate nell’aria dalle correnti e dai venti, difficilmente riuscirete a descriverle a qualcun altro, per cui l’unico modo per convincersi che sia davvero possibile vederle è riuscirci di persona. Fortunatamente non si tratta di un esercizio difficile, e pochi secondi di osservazione dovrebbero essere sufficienti per vedere qualcosa. Se non ci riuscite, pazientate un altro po’ di tempo oppure riprovate in un altro momento.

Studiare le scienze

Come è già stato detto in precedenza, lo studio delle scienze può essere di aiuto per allenare la mente, meglio di quanto possano fare i rebus e i cruciverba. Le ragioni di ciò sono molteplici: innanzitutto perché la conoscenza delle materie scientifiche può aiutare a comprendere meglio il mondo in cui viviamo, poi perché la difficoltà degli argomenti trattati costringe il cervello a continui sforzi, per cui migliora l’attività cerebrale, e infine perché la risoluzione degli esercizi, in particolare di matematica e fisica, sviluppa la creatività, richiedendo uno sforzo di immaginazione.

Per ragioni di gusti ed esperienza personali, io consiglio in particolare lo studio della matematica e della fisica, dal momento che sono complementari l’una all’altra e sono forse le più complicate ed affascinanti tra le scienze. Naturalmente lo studio di queste scienze richiede che abbiate una certa inclinazione per il pensiero razionale, ma se così non fosse probabilmente non stareste neppure leggendo questo documento.

Non è necessario che studiate tutte le scienze a livello approfondito, ma è bene che impariate almeno le nozioni fondamentali e gli strumenti matematici e concettuali di cui si servono, integrando questo studio con esercizi appropriati (per verificare che abbiate capito). Per quello che vi servirà, potrete servirvi dei libri di scienze, matematica, fisica e chimica dei licei, che affrontano gli argomenti in modo semplice ma serio, e sono solitamente ricchi di esercizi.

Se poi una scienza in particolare risveglierà un vostro interesse, potrete affrontare qualche testo universitario, di cui spesso sono disponibili le versioni digitali su google books. Non è necessario spendere troppo tempo nello studio, dal momento che dovrete affrontarlo in modo leggero, senza alcuna fretta e ostinazione. Se poi non riuscite proprio a farvi piacere alcuna scienza, potrete sempre provare a leggere un libro divulgativo, dove di solito non si fa uso di matematica o di terminologia complicata, e quindi risulta più piacevole da leggere.

Mi sento comunque si consigliarvi gli argomenti principali che dovreste studiare per ciascuna disciplina:

  • MATEMATICA: aritmetica, algebra elementare, geometria piana, analisi reale (funzioni di una variabile), calcolo vettoriale (operazioni elementari)

  • FISICA: cinematica, dinamica newtoniana, gravitazione, termodinamica, elettromagnetismo, relatività ristretta, meccanica quantistica (principi fondamentali)

  • BIOLOGIA: biologia cellulare, genetica (fondamenti), anatomia (corpo umano)

  • SCIENZE DELLA TERRA: geologia (rocce, movimenti della crosta, composizione della Terra), mineralogia (principali elementi, principali composti naturali, rocce), atmosfera (caratteristiche, composizione, fenomeni principali)

  • CHIMICA: tavola periodica, reazioni chimiche, principali composti, acidi e basi, elettrochimica

Se ci sono altre materie che non ho elencato chiedo scusa, ma questo è quello che mi sembra di ricordare dal programma del liceo. Naturalmente, non essendo molto competente in materia di biologia o di scienze naturali, potrebbero esserci altri argomenti importanti che ho dimenticato di citare. Ho detto che lo studio delle scienze è utile per allenare la mente, ma se avete la voglia e il tempo di studiare anche altre materie, per esempio le lingue straniere o la filosofia, tanto meglio. Potete anche provare a praticare delle arti, come il disegno o la musica, in modo da acquisire una abilità pratica oltre che intellettuale.

Memoria

Avere una buona memoria spesso è utile nella vita quotidiana e ancor più nello studio, ma se non si e provvisti di tale fortuna si può sempre provare ad allenarla. La memoria riguarda tutto quello che sperimentiamo con i sensi, ma soprattutto con la vista e l’udito (il gusto e l’olfatto sono in grado di risvegliare i ricordi meglio degli altri sensi, però è difficile ricordare volontariamente un sapore o un odore). Una parte a sé dovrebbe essere dedicata alla memoria relativa alla lettura, perché riguarda più il modo in cui la mente elabora le informazioni che legge e in cui poi riesce a recuperarle quando richiesto.

La memoria visiva si può migliorare osservando per un certo tempo delle immagini, quindi coprendole e cercando infine di ricordare il maggior numero possibile di dettagli. Questo esercizio dovrebbe portare a due risultati: maggior precisione nella ricostruzione dell’immagine e minor tempo necessario per memorizzarla. Questo tipo di abilità può essere utile quando si vuole descrivere una situazione, un paesaggio o un volto ad un’altra persona, oppure quando si vuole conservare nella propria memoria un’immagine, senza doverne possedere una fotografia.

La memoria uditiva riguarda la capacità di ricordare i suoni o le musiche ascoltate, quindi è di fondamentale importanza per musicisti e compositori. Il modo più ovvio per esercitarla è ascoltare della musica e provare a riprodurla nella mente il più fedelmente possibile, magari provando a cantarla per verificare che la si è memorizzata bene. Con un po’ di esercizio si può arrivare quasi a fare a meno dei lettori mp3, dal momento che i brani musicali saranno ben impressi nella memoria. Ovviamente c’è differenza tra riprodurre una canzone nella mente e ascoltarla davvero, però lo sforzo di riprodurre nella mente i suoni costituisce ancora una volta un allenamento per il cervello.

La memoria relativa ai testi letti è utile soprattutto per lo studio perché permette di risparmiare tempo, non dovendo leggere lo stesso testo più volte. Essa però è insufficiente se non è accompagnata dalla comprensione di ciò che si legge, perché in tal caso le informazioni acquisite non sarebbero di alcuna utilità. Dove è richiesto di comprendere bene ciò che si legge, conviene leggere almeno due volte il testo, rielaborarlo nella mente e provare a riesporlo con parole proprie, in modo da costringere il cervello a comprenderne il significato. Dove invece è richiesto solo di imparare a memoria dei brani, è utile sfruttare un’eventuale musicalità dovuta per esempio alla scrittura in versi, all’uso di rime o di figure retoriche di suono (come assonanze o allitterazioni).

Per allenare la memoria del primo tipo (quella utile per lo studio), si può fare la cosiddetta “comprensione del testo”, che consiste nel leggere un testo non troppo lungo (poche pagine) e quindi rispondere ad un questionario relativo al contenuto di esso. Questo genere di esercizi è molto comune anche nei corsi di lingue straniere perché aiuta a prendere confidenza con la lingua. Per allenare la memoria del secondo tipo, si può provare a leggere e ripetere poesie, inizialmente brevi e poi sempre più lunghe, in modo da aumentare gradatamente la difficoltà.

Una situazione in cui capita di trovarsi spesso è quella in cui si cerca di ricordare una parola o il nome di una persona, e si ha l’impressione di averla “sulla punta della lingua”. Quando è così, non conviene sforzarsi troppo di ricordare lì per lì, ma piuttosto conviene distrarsi brevemente pensando ad altro per alcuni secondi, e solo dopo riprovare a pensare a quella parola: lo sforzo di ricordare dovrebbe essere molto minore.

Capacità deduttiva

La capacità deduttiva consiste nel riuscire a ricostruire le cause che hanno portato ad una certa situazione oppure nel riuscire a prevedere le immediate conseguenze di un evento. Queste capacità si basano esclusivamente sulla logica, pertanto per riuscire a dedurre le cause o le conseguenze di un fatto occorre valutare attentamente i dati che si hanno a disposizione e cercare di ricostruire la serie di eventi che lo hanno provocato o i possibili eventi che da esso seguiranno.

Laplace formulò il concetto che, se un’intelligenza molto potente conoscesse le informazioni su ogni atomo dell’universo in un certo istante, sarebbe in grado di prevedere ogni evento futuro. Questa idea di determinismo assoluto però è stata smentita dalle scoperte nel campo della meccanica quantistica e delle teoria del caos, per cui in ogni evento subentrano effetti che rendono impossibile la previsione esatta degli eventi futuri, per lo meno a lungo termine. Nel caso degli eventi cui ci può capitare di assistere ogni giorno, solitamente sono più influenti le casualità di quanto lo siano gli effetti quantistici, per cui si potrebbe ricostruire uno scenario plausibile dell’immediato passato o del prossimo futuro solo a meno di imprevisti, dovuti a fattori che sfuggono al nostro controllo.

Tralasciando queste casualità imprevedibili, si può provare a esercitare la propria capacità deduttiva osservando degli eventi in svolgimento, siano essi naturali o causati dall’uomo, e provare a dedurre le immediate conseguenze in base ai dati che si è riusciti a raccogliere in pochi secondi. Nel caso in cui un certo evento dia origine ad una serie di eventi ad esso collegati, si riuscirà a malapena a prevederne uno o due, perché la quantità di dati necessari alla deduzione aumenta con la complessità del problema e con la durata temporale della nostra previsione.

Si può provare anche a costruire dei semplici sistemi che, una volta “innescati”, diano origine ad una catena di eventi prevista. L’esempio più banale di ciò è una serie di tessere del domino disposte una dietro l’altra, in modo che la caduta della prima di esse provochi la caduta di tutte le altre. L’utilità di questi esercizi pratici consiste nello sviluppo di una intelligenza che vi permette di calcolare gli effetti a partire dalle cause e, viceversa, di ricostruire le cause conoscendone gli effetti.

La differenza sostanziale tra il processo diretto, dalle cause agli effetti, e il processo inverso, dagli effetti alle cause, è che nel primo caso la semplice deduzione dovrebbe permettere di indovinare le conseguenze immediate di un evento, mentre nel secondo caso c’è bisogno di un minimo di intuizione per trovare una causa plausibile, a meno che non sia evidente. Queste due facoltà della mente possono essere esercitate osservando, anche passivamente, lo svolgersi di semplici eventi, in modo da imparare come un certo fatto possa implicarne un altro.

Diverso è il caso in cui subentrano azioni da parte di altre persone, perché in tal caso non è sempre prevedibile il comportamento che assumeranno. Per fare un esempio, se state camminando per la strada e una persona vi precede, può darsi che essa deciderà di spostarsi leggermente a sinistra o a destra proprio quando voi cercherete di sorpassarla. L’osservazione delle abitudini della gente può permettere di conoscere il comportamento medio delle persone, il che può servire nel caso in cui vi serva solo quello, ma non potrà dirvi nulla sul comportamento di una persona in particolare, che costituirà quindi sempre un parametro sconosciuto del vostro problema. Si può contare ancora sui comportamenti istintivi, come le reazioni ad uno spavento o una sorpresa, ma quando le azioni dipendono esclusivamente dalla volontà delle singole persone, la capacità di deduzione non può fare nulla.



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