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Il 16 settembre, passeggiata alla Riserva del Belice

Sabato 16 Settembre, Castelvetrano da Scoprire, vi accompagna alla Riserva del Belice per adesso arricchita dai Gigli di San Pancrazio. L’appuntamento all’ingresso della Riserva del Belice in Via Punta Cantone alle 16,30. Alla fine della passeggiata ci fermiamo a Cena (20,15) al Ristorante La Pineta Chi si volesse unire a noi dare l’adesione entro giovedì 14 c.m.

Al confine tra i comuni di Castelvetrano e Menfi si estende la Riserva  Naturale Foce del Fiume Belice e delle dune limitrofe, che interessa un breve tratto di  costa meridionale della Sicilia, quella più tipicamente “africana”, fortemente connotata da  dune sabbiose che si spostano con il vento e colori ambrati da spazio desertico.  Anticamente questo tipo di paesaggio doveva caratterizzare quasi interamente il litorale  mediterraneo dell’isola, oggi invece, a causa della presenza e dell’intervento umano  indiscriminato, non ne rimane che questo piccolo lembo residuo. Si tratta di un luogo pieno  di fascino con le sue coste aspre, scolpite e levigate e con un mare dalle mille tonalità di  blu e verde. 

La Riserva, istituita nel marzo del 1984, si estende per 241 ettari, di cui 129 di riserva  vera e propria in zona A, cui si aggiungono altri 112 ettari di preriserva in zona B.  L’area, più precisamente, si estende per circa 5 chilometri tra Marinella di Selinunte e il  promontorio di Porto Palo, dove il paesaggio costiero è dominato da finissime sabbie e  coste alte, e si spinge verso l’entroterra, anche per 70/80 metri, con una zona fociale ricca  di una rara vegetazione palustre. 

L’area protetta comprende tre ambienti diversi: le dune, la foce del fiume con relativa  vegetazione palustre e all’interno, la macchia mediterranea sempreverde. La riserva  è bagnata dalle acque del Canale di Sicilia ed è limitata a nord dalla vecchia ferrovia  Castelvetrano-Sciacca. Proprio in questa zona sfocia in mare il Fiume Belice dopo aver  percorso ben 77 chilometri, partendo da Piana degli Albanesi. 

Il Belìce è uno dei fiumi più grandi di Sicilia (dall’arabo Belich), e scorre nel territorio di  Castelvetrano con la sua parte terminale e con l’estuario, le cui zone limitrofe  periodicamente si inondano di acqua salmastra.

Un tempo era navigabile per un lungo tratto tanto che, per millenni, costituì una importante  via di comunicazione tra l’interno e la costa belicina, come testimoniano i resti archeologici  rinvenuti che vanno dalla preistoria al medioevo. Il corso d’acqua inoltre, era pescosissimo  e alimentava il Mulino vecchio, struttura di origine romana, che può essere visitata  seguendo una stradella che costeggia il fiume Belice, dipartendosi dalla vecchia strada  statale per Menfi. Malgrado la portata d’acqua del fiume oggi si sia ridotta a pochi metri  cubi al secondo, dopo la realizzazione degli invasi a nord, il fiume e tutta la Valle del  Belice rimangono comunque uno degli scenari naturali più belli della Sicilia. 

ITINERARIO 

La riserva ospita diversi sentieri che possono  essere percorsi a piedi. Scendendo lungo i  sentieri, a poco a poco, il paesaggio muta e le  dune lasciano il posto a delle calette ricche di  vegetazione arbustiva, tipica della macchia  mediterranea come il Lentisco, la Palma nana e  l’Euforbia. Sulla spiaggia, a ridosso della  scogliera, troviamo poi i fiori gialli dell’Asterisco  marittimo e quelli rosa del Limonium, fino a raggiungere il vallone Gurra, da cui  s’intravedono le prime case di Porto Palo di Menfi. 

FLORA 

La Riserva è Caratterizzata Dalla Presenza di specie erbacee e cespugli che, per la  notevole carenza d’acqua e di sostanze nutritive, riescono ad adattarsi all’ambiente dunale  in quanto dotate di particolari organi sotterranei (bulbi e rizomi) per accumulare e ritenere  acqua, mentre le parti aeree presentano una struttura adatta a limitare la traspirazione.  Tra esse ricordiamo il Ravastrello Marittimo, la Calcatreppola, il Giglio marino,  la Santolina, l’Erba medica marina, la Tamerice, la Scilla marittima, il Papavero cornuto.  Molte di queste specie colonizzano le dune e con le loro radici contribuiscono a  consolidarle.

Il Pancratium illyricum, conosciuto anche con i nomi  di Giglio marino, Pancrazio e narciso marino, è una pianta spontanea appartenente alla famiglia delle Amaryllidaceae.  Fiorisce in piena estate, con un bianco molto puro. Il Pancrazio ha origini mediterranee: in Italia cresce con facilità lungo  le fasce litoranee. 

La foce del fiume è caratterizzata da fitti cespugli di Giunco pungente, Cannuccia  palustre, Zigoli e Larici. Nella zona della preriserva, sul lato sinistro del fiume, si innalza un  pendio su cui cresce una macchia sempreverde, caratterizzata dalla presenza di specie  vegetali tipiche del mediterraneo, come l’Olivastro, il Lentisco, il Cappero, l’Asparago  spinoso, il Carrubo e la Palma nana. Sul lato destro verdeggiano cespugli di Euforbia

FAUNA 

L’area protetta ospita una ricca avifauna. Nelle paludi della foce stazionano infatti, stormi  di uccelli migratori che qui trovano ristoro durante i loro estenuanti viaggi come gli Anatidi,  gli Aironi, i Trampolieri, i Gabbiani, la Ghiandaia marina, il Gruccione, il Martin pescatore,  le Folaghe, la Gallinella d’acqua, il Beccamoschino e la Cannaiola. Una specie  particolarmente interessante è l’Averla capirossa che, negli ultimi anni, ha fatto registrare  una presenza sempre più rara a causa dell’uso indiscriminato dei pesticidi. 

Sulle dune sabbiose trovano il loro ambiente ideale molte specie di artropodi: il Bachitripe  capogrosso, il Geotrupe marginato, dall’aspetto tondeggiante e di colore nero. La spiaggia  è interessata dalla nidificazione e deposizione delle preziose uova della Tartaruga marina  Caretta caretta.  

La fauna più caratteristica è costituita comunque, da invertebrati quali molluschi bivalvi e  da alcuni rettili quali il Ramarro, la Lucertola e la Biscia dal collare.

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