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Un castelvetranese tra gli “Angeli del Fango” dell’Emilia Romagna

C’è anche Daniele Fortunato, 44 anni, di Castelvetrano, tra gli “Angeli del Fango” – espressione coniata a seguito dell’alluvione che colpì Firenze nel novembre del 1966. Giovani e meno giovani, armati di stivali di gomma e pala, in giro per le strade della Romagna portano aiuto a chi ha perso tutto a causa dell’alluvione del 18 maggio. Daniele vive a Imola, in provincia di Bologna, da 17 anni e lavora nella Pubblica Amministrazione.

«Qui a Imola per fortuna non ci sono stati grossi problemi, il fiume passa davanti l’Autodromo, che si è allagato, ma i danni alla città sono stati minimi rispetto a ciò che è successo altrove – racconta a CastelvetranoSelinunte.it – soprattutto nella Bassa Romagna. In questi casi è difficile restare a guardare e, anzi, proprio perché qui a Imola tutto sommato i danni sono stati contenuti, ho deciso di unirmi al Club Napoli di Imola e insieme siamo andati a dare una mano dove serviva».

La macchina della solidarietà in eventi catastrofici come l’alluvione che ha colpito la Romagna è sempre immediata e spontanea, così anche Daniele non ha esitato un attimo a sfruttare la domenica libera per portare il suo aiuto a chi ne aveva bisogno. «Quando siamo arrivati a Sant’Agata sul Santerno lo scenario che si è mostrato ai nostri occhi – continua Daniele – era terrificante e catastrofico. L’acqua era già scesa, ma la città era completamente ricoperta dal fango, difficile da togliere quando fa caldo. Persone anziane in evidenti difficoltà, animali morti, automobili distrutte, case danneggiate irrimediabilmente. I sacrifici di una vita spazzati via per sempre dall’acqua e sepolti dal fango».

Tutto il centro storico di Sant’Agata sul Santerno è stato travolto dall’acqua e ricoperto dal fango. Le cantine e le abitazioni al piano terra hanno subìto danni irriparabili, le attività commerciali e le aziende produttive sono in ginocchio e la stessa sorte, purtroppo, è toccata a tantissimi altri Comuni della Bassa Romagna. La circolazione è andata in tilt, alcuni ponti sono crollati e per raggiungere alcuni punti delle città per portare aiuti e soccorso è ancora oggi necessario spostarsi con i barchini.

Quella che ha colpito l’Emilia Romagna è una tragedia immane, che lascia di buono solo la forza di volontà dei suoi abitanti, l’instancabile voglia di pulire le città dal fango, il desiderio di guardare avanti e lasciarsi tutto, il più presto, alle spalle.

Daniele Fortunato

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