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Dopo arresto boss ripartire da economia e cultura, dibattito a Campobello

Ripartire da dove? Che fare per il territorio? L’arresto di Matteo Messina Denaro ha segnato una linea netta nella storia della mafia. E i territori dove, almeno negli ultimi anni il boss si è nascosto, hanno sofferto di più. Soprattutto perché sono stati “marchiati” di omertà, quasi come se intere comunità avessero favorito la latitanza del superlatitante. Quest’accusa mossa dai media ma anche dai magistrati che l’hanno scritto – nero su bianco – nell’ordinanza di custodia cautelare per l’arresto del medico Alfonso Tumbarello e Andrea Bonafede jr (silenzio assordante intera comunità di Campobello, sono state le parole usate dai pm), ha certamente mosso pezzi di società civile.

Da qui la prima iniziativa pubblica sotto forma di dibattito che si è svolta a Campobello di Mazara dopo l’arresto del boss. Stamattina nell’ex chiesa dell’Addolorata la neo associazione “Circolo Giovanni Gentile” ha organizzato l’incontro sul tema “Possiamo sempre fare qualcosa”. Una frase provocatoria? «No, ha spiegato il medico Antonio Tavormina – ora che è stato preso Matteo Messina Denaro dobbiamo ragionare su come ripartire, valorizzando quello che abbiamo. Ma lo Stato deve esserci, anche facilitando chi vuole fare impresa».

Al tavolo ci sono stati i sindaci di Campobello di Mazara, Castelvetrano e Partanna. «Oggi facciamo i conti col fatto di avere scoperto una rete di fiancheggiatori insospettabili – ha detto il sindaco Castiglione – è con le lacrime che ho appreso dell’arresto di alcune persone che sino a ieri erano persone rispettabilissime. È facile oggi puntare il dito contro i cittadini, ma questi ultimi devono credere nella Presenza Dello Stato che, a sua volta, deve assicurare più presenza». Castiglione ha ribadito che ora «si coglie un riscatto sociale e morale».

«Come vogliamo essere antimafiosi?», ha interrogato l’assemblea il sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano. «Dobbiamo avere la consapevolezza di chi siamo e dove vogliamo andare; quando scegliamo dobbiamo farlo tra bianco o nero, perché la zona grigia è quella dove si annida la mafia. Certamente dobbiamo anche sapere cosa chiedere allo Stato, a partire da una maggiore presenza».

«Bisogna ripartire da un nuovo entusiasmo – ha detto il sindaco di Partanna, Nicola Catania – e tutti insieme collaborare verso una direzione». Poco prima del suo intervento il locale responsabile del circolo FdI Salvatore Bascio aveva criticato il sindaco Giuseppe Castiglione. «Iniziando così non si va da nessuna parte», ha detto Catania, riferendosi chiaramente a quanto detto da Bascio. Il sindaco di Partanna, che è anche onorevole regionale, ha poi detto che «la politica deve avere una particolare attenzione al territorio». E ha ribadito l’impegno per fare assegnare 200 ettari al Belìce per una Zona economica speciale (ZES).

Tra gli interventi telefonici c’è stato quello del Comandante Alfa: «Non possiamo più permettere a nessuno di accusarci tutti mafiosi», ha detto, ribadendo di essere felice che hanno arrestato Matteo Messina Denaro. Giuseppe Bica, presidente del centro studi “Dino Grammatico”, ha richiamato l’attenzione sull’impegno della società civile: «deve impegnarsi in azioni sociali, di partecipazione alla vita amministrativa». Il vice sindaco di Castelvetrano Filippo Foscari ha evidenziato, invece, l’unità tra le due comunità di Campobello e Castelvetrano, mentre l’ex vice sindaco di Castelvetrano Biagio Virzì ha tenuto a puntualizzare la necessità di sistemi di controllo efficaci, combinati a una maggiore presenza dello Stato sul territorio.

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