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“Quanto martoriata è la mia Castelvetrano”

[di Giovanna Zappalà] Quanto martoriato è il mio paese! Oggi una grande tristezza mi assale, due cancri hanno divorato una cittadina che non rifulgeva di grossi meriti, ma che aveva una sua autonomia, sempre in balia delle varie forze politiche di turno, che nascondeva le sue bellezze artistiche per molto tempo nonostante filosofi, storici, uomini di grande cultura l’abbiano abitata e difesa e lo fanno ancora adesso, (perché si sa la cultura ha il cuore delle meretrici, abbraccia tutti) ma a me oggi sembra, invano.

Si invano! La continuano a difendere dai mafiosi e politici corrotti, dai millantatori, da chi si è comprata o inventata la nobiltà rimasta solo su uno sterile foglio di carta, da chi l’ha usurata, abusata, resa deserta ed omertosa.
Cosa ne sarà di lei oggi, senza abbracci, senza strette di mano, senza anima neanche per spintonarsi per accennare ad un tacito “sparlio” ammiccato con la testa rivolta verso il malcapitato.

Dove sono i Cecè, Mauriziu lu lupu, Antria testa sicca, Gnazia la Vaiana, Frufrù, Don Totò, dov’è il treno che portava ad un tiro di schioppo dai templi, e le passeggiate interminabili della domenica al corso, dove sono finiti i carnevali nei circoli e i domini per le strade, e Peppe Salerno? E i negozi al centro? Rosolia? D’arienzo, la Passalacqua, Martino, il cinema delle Palme…?

Ora gente indaffarata rovinata dal morbo moderno, con la museruola fin dentro il cervello, guarda dentro alla propria miserabile vita pensando sia la migliore fin tanto che non arrivi un superenalotto e “mi nna ghiri di stu paisi!!” Intanto se ne vanno i migliori, così si dice, e i giovani si fanno vedere meno perché la nostalgia è sempre minore del benessere, poi ogni mondo è paese, ma non questo paese…questo usato per brandire l’arma della giustizia che fa pagare agli innocenti le colpe dei delinquenti, che fa pagare ai malati le malefatte di uno che fa millantare tutta la classe dirigente, marionetta che non conviene catturare sin tanto che serve…e si chiudono negozi, ospedali, si buttano giù case, ma a convenienza una qua una là perché la legge si deve rispettare e si deve preservare la naturale bellezza con le case diroccate ed obbrobri fin dentro la battigia perché la bustarella era più consistente al tempo degli imbrogli! Ma una cosa è sempre rimasta uguale, sempre lì a caratterizzare tutti i cittadini ieri come oggi: l’ignavia! Iu mi fazzu li fatti me! Chi mi ni futti!!!

Giovanna Zappalà

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