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Gli affari dei fedelissimi di Messina Denaro: soldi riciclati all’estero

Nell’operazione antimafia di stamattina sono finiti personaggi storici della mafia di Salemi, fedeli alleati del boss Matteo Messina Denaro, accusati di aver ripulito milioni di euro e di aver stretto una solida alleanza con le ‘ndrine calabresi. Uno dei personaggi chiave dell’indagine è Salvatore Angelo, capomafia di Salemi, già condannato per associazione mafiosa, imprenditore che, secondo gli inquirenti, per anni, avrebbe gestito gli investimenti di Matteo Messina Denaro nelle energie rinnovabili. Scarcerato nel 2019, è tornato in affari potendo contare sulla collaborazione del figlio Andrea. I due, grazie alle loro capacità di reclutare professionisti del settore e di penetrare abusivamente nei sistemi informatici delle banche, avevano messo insieme un gruppo criminale in grado di riciclare enormi somme di denaro delle cosche palermitane.

L’organizzazione avrebbe anche cercato di acquisire, reinvestendo denaro sporco, 12 punti vendita della “Coop Sicilia” (ma l’affare è poi sfumato); di riciclare lire fuori corso per conto della ‘ndrangheta e di ripulire il denaro di Calogero John Luppino di Campobello di Mazara, il re delle scommesse clandestine online. L’indagine ha svelato anche una turbativa d’asta della gara sulla gestione dell’erogazione dell’energia elettrica a Favignana. Il bando riguardava la realizzazione di quattro linee di distribuzione in media tensione, truccato perché a vincerlo fossero due società di Mazara del Vallo.

Dall’indagine si è scoperto anche il traffico di denaro che veniva spostato all’estero. Per questo veniva utilizzato il circuito internazionale Swift che consente di non tracciare più il trasferimento. Le operazioni di riciclaggio scoperte dai carabinieri sono due: una da 12 e l’altra da quasi 5 milioni di euro. Soldi affidati dai mafiosi palermitani ai salemitani coinvolti che, grazie a consulenti e intermediari capaci di padroneggiare lo swift, portavano avanti i loro disegni.

Ai due protagonisti principali dell’indagine, Salvatore e Andrea Angelo, padre e figlio, imprenditori di Salemi, si era rivolto il capomafia Michele Micalizzi che aveva bisogno di spostare il denaro sporco della cosca. Al piano avrebbero preso parte imprenditori compiacenti e «ambigui personaggi del settore», così li descrive il gip. Nel 2019 sarebbero stati trasferiti 12 milioni della mafia dal conto di una banca tedesca a una filiale della Hsbc. In un altro caso invece sarebbero stati spostati 4,9 milioni di euro. Nell’inchiesta sono coinvolti anche due imprenditori di Campobello di Mazara che operano nella vendita di carburanti.

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