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IL VAMPIRO CHE SCONFISSE BARBAROSSA, IL NUOVO ROMANZO DELLA COLLANA "DEMONI MERIDIANI"

La copertina firmata
da Federico D'Amore
In occasione dell'uscita del terzo volume della collana 
a cura di Giuseppe Maresca e Luca Raimondi "Demoni Meridiani" (Algra edizioni, 12 ),  Il vampiro che sconfisse Barbarossa di Roberto Grenna, riproduciamo un estratto della prefazione di Roberto Azzara.

n quale altro posto possono agire indisturbati senza che la loro “attività” attiri indesiderate attenzioni? Come gli appassionati di fumetti e vampiri sanno certamente, questo paradigma è stato abbondantemente sfruttato nella serie Dampyr, creata per la Sergio Bonelli Editore nel 2000 dal duo composto da Mauro Boselli e Maurizio Colombo. Nell’arco della sua storia editoriale, per fortuna ancora attiva, abbiamo infatti visto le creature della notte aggirarsi sui campi di battaglia di ogni conflitto che ha insanguinato il mondo fin dagli albori della Storia. È proprio in una zona di guerra che Roberto Grenna ambienta il suo romanzo: durante l’assedio di Alessandria del 1174 da parte delle truppe dell’Imperatore Federico Barbarossa, la cui mancata conquista della città ferma la sua finora trionfale avanzata nei territori del Norditalia e lo costringe a negoziare la pace con i comuni ribelli della Lega Lombarda. Ed è qui, unendo sapientemente realtà e leggenda, che si dipana la vicenda del particolare Vampiro che sconfisse Barbarossa. Tessere intrecci che intersecano la Storia con la “esse” maiuscola, far interagire personaggi di fantasia con altri realmente esistiti, colmare le inevitabili lacune nella trama della vicenda con avvenimenti che ben si amalgamano con ciò che è noto: questi sono le caratteristiche del romanzo storico, a cui l’autore aggiunge l’elemento destabilizzante e straordinario rappresentato dal vampiro. Un succhiasangue che agisce in Italia, quindi, scritto da un autore italiano, che già in passato aveva fatto agire il vampiro nella “sua” città piemontese, nel racconto Tenebre dalla Cittadella, pubblicata nella raccolta 24 a mezzanotte. Storie italiane dell’orrore a cura di Giuseppe Maresca e Luca Raimondi (Officina Milena 2019), le cui radici risalivano proprio allo scontro tra il Sacro Romano Impero e la Lega Lombarda. Quella del vampiro è figura classica dell’horror mai passata di moda, ma che qui compare nel suo aspetto più animalesco e letale. Niente fascinazioni ed eleganti mantelli foderati di rosso, quindi, ma una forza bruta e ferina, dall’origine tutta da scoprire, che sembra scagliarsi senza pietà sulle proprie vittime. Una figura, però, non originaria del nostro paese ma importata dalle tradizioni delle regioni slave e dell’est Europa durante il XVI e XVII secolo, quando le epidemie di vampirismo che sembravano dilagare in quelle regioni contribuirono a ispirare la letteratura sui vampiri del XIX secolo. (...)  Il primo romanzo italiano sul tema, invece, apparve nel 1869, Il vampiro. Storia vera di Franco Mistrali. Ambientato nel principato di Monaco, presentava un vampiro decadente e aristocratico influenzato dalla letteratura contemporanea di Keats, Goethe, Polidori e Byron. Vampiro innocente (1885) di Francesco Ernesto Morando vedeva un giovane medico di un istituto di igiene mentale, interessarsi al caso di un uomo convinto che il figlio fosse un vampiro che aveva prosciugato l’energia vitale della sorellina. Un vampiro psichico, quindi, come quello di Un vampiro (1907) romanzo breve di Luigi Capuana che aveva un approccio razionale all’argomento, cercando di spiegare scientificamente il fenomeno pur non risolvendo il mistero. Dello stesso anno è Il dottore nero di Daniele Oberto Marrama, racconto fortemente influenzato dal vampiro di Bram Stoker. Per trovare un vampiro con connotazioni folkloristiche bisogna arrivare al 1908 con il racconto Vampiro di Enrico Boni, che calava la creatura nel mondo delle superstizioni e delle paure della cultura contadina, anche se il modello rimane quello del racconto gotico derivante dalle tradizioni balcaniche. (...) Ed è a questa tradizione così variegata che si riallaccia l’autore di questo romanzo, creando un vampiro dalla morale contorta perché costretto a muoversi in un mondo, come quello medievale, dove i “vampiri” umani che rappresentano il Potere sono a volte più feroci e letali dei vampiri soprannaturali. Precisione e padronanza storica, ambientazione cupa e reale, rendono Il vampiro che sconfisse Barbarossa un solido romanzo horror-storico che restituisce alla tradizione del gotico italiano un’opera finalmente avvincente e un autore appassionato e consapevole delle dinamiche della paura.>>


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