Federica Balistreri con Giuseppe Maresca e Luca Raimondi

Il volume di Federica apre la saga post-apocalittica dal titolo “Processo involutivo”. Federica, nata a Palermo, lavora come restauratrice di manufatti lapidei e superfici decorate e così presenta la sua opera: “Il romanzo è uno science-fantasy distopico collocato in un’isola in cui le persone hanno una modifica genetica ereditaria che gli permette di assumere sembianze animalesche. Teresa vive in un villaggio autosufficiente, in un clan di lupi, dove non ha avuto necessità di scoprire ciò che si trova all’esterno. Ma esiste qualcosa di più e a un certo punto vorrà scoprirlo a tutti i costi. Per farlo dovrà affrontare delle potenze militare che hanno come obiettivo quello di impedire ai mutati di uscire dall’isola”. Essere siciliana ha sicuramente influito sulla scelta dell’ambientazione isolana. Il senso di appartenere a un microcosmo, il senso di isolamento e di appartenenza, sono certamente tematiche che provengono del retroterra culturale di Federica, tanto ispirata da ventilare l’ipotesi di non limitarsi alla consueta trilogia, carezzando l’idea di sfruttare ulteriormente il mondo da lei creato per ulteriori divagazioni in libri “stand alone”, autonomi rispetto alla storyline principale, che presenteranno punti di vista diversi. Federica non è una lettrice settoriale, spazia dal classico russo (tra i suoi preferiti, "Il maestro e Margherita" di Bulgakov) fino ai thriller di Donato Carrisi, ma la sua fervida immaginazione ha per adesso trovato la sua collocazione ideale nel genere fantastico, forse soprattutto perché la nostra tutto sommato giovane e limitata offerta legata a questo genere non ha finora offerto ciò che cercava. Ha così deciso di scrivere “il libro che volevo leggere ma che nessuno aveva finora scritto”.