Get Even More Visitors To Your Blog, Upgrade To A Business Listing >>

Che cos’è l’open innovation: spiegazione, vantaggi e svantaggi

Bonaventura Poppiti / Business Theory

Abstract

L’Open Innovation è un approccio di gestione dell’innovazione che prevede la collaborazione con partner esterni per lo sviluppo di nuove idee, tecnologie e prodotti. Invece di affidarsi solo alle risorse interne, le organizzazioni coinvolgono attivamente i partner esterni, come università, startup, fornitori e clienti, nel processo di innovazione.

L’obiettivo è quello di sfruttare le competenze e le risorse esterne per sviluppare soluzioni più efficaci, efficienti e personalizzate, migliorando la competitività e la crescita dell’organizzazione.

L’Open Innovation richiede un’attenta gestione dei partner esterni, dei rischi e delle opportunità dell’innovazione, nonché un’adeguata strategia di collaborazione per massimizzare i vantaggi dell’approccio.

CONCETTI CHIAVE

  • L’open innovation, o innovazione aperta, è un modello di gestione dell’innovazione proposto da H.Chesbrought nel 2003.
  • Si contrappone alla closed innovation, modello che dominò la scena economica per quasi tutto il XX secolo;
  • Esistono differenti tipologie di open innovation quali: l’inbound, l’oubound, la coupled e la collaborative innovation.
  • Chesbrought definisce l’open innovation come: “un paradigma che presuppone che le aziende possano e debbano utilizzare idee esterne così come idee interne e percorsi interni ed esterni al mercato, mentre cercano di far progredire la loro tecnologia”.
  • L’inovazione aperta porta con se diversi vantaggi, ma anche svantaggi.

Indice dei contenuti

1. Cosa si intende per open innovation?

L’open innovation è un approccio alla gestione dell’innovazione che prevede l’uso di conoscenze e competenze esterne all’organizzazione per sviluppare nuove idee, prodotti, servizi e processi.

Questo si contrappone all’approccio closed, utilizzato dalla maggior parte delle organizzazioni fino alla fine del XX secolo, basato esclusivamente sulle attività di ricerca e sviluppo interne all’organizzazione.

Il merito dell’ideazione, e successiva teorizzazione, del concetto di open innovation va al professore Henry Chesbrought dell’Università di Berkeley.

L’accademico statunitense discusse il nuovo modello di innovazione già nel saggio del 2003 Open Innovation: The New Imperative for Creating and Profiting from Technology”.

A questo lavoro, ne seguirono altri tra cui il libro del 2006 “Open Innovation: Researching a New Paradigm”, al cui interno troviamo la definizione più diffusa in letteratura di innovazione aperta.

Chesbrought definisce l’Open innovation come: “un paradigma che presuppone che le aziende possano e debbano utilizzare idee esterne così come idee interne e percorsi interni ed esterni al mercato, mentre cercano di far progredire la loro tecnologia”.

L’approccio all’innovazione aperta è diventato popolare nel corso degli anni e molti leader aziendali hanno iniziato a sperimentarlo per migliorare la loro competitività.

2. Cosa si intende per closed innovation?

L’innovazione chiusa, o closed innovation, è un modello di gestione e sviluppo dell’innovazione basato esclusivamente sulle attività di ricerca e sviluppo interne all’organizzazione.

Questo approccio è stato predominante per la maggior parte XX secolo, portando al successo numerose imprese e guidando l’innovazione.

L’assunto alla base è che per ottenere innovazioni di successo sia necessario il controllo totale sulle attività ad esse associate, dalla ricerca alla commercializzazione. Non prevede il coinvolgimento di fonti esterne di idee o competenze in quanto, tutto ciò che serve per innovare si trova all’interno dell’organizzazione stessa.

2.1 I vantaggi della closed innovation

I vantaggi derivanti dall’utilizzo della closed innovation sono diversi:

  • Maggiore controllo: l’azienda ha il pieno controllo sul processo di sviluppo e può proteggere i segreti commerciali e le informazioni riservate;
  • Maggiore efficienza: Concentrandosi solo sulle risorse interne, l’azienda può lavorare in modo più efficiente, poiché non c’è coordinamento o condivisione con terzi;
  • Costi ridotti: L’adozione della closed innovation elimina i costi associati all’acquisizione di tecnologie o risorse esterne;
  • Incremento del valore: può creare maggiore valore per l’azienda, poiché può ottenere un vantaggio competitivo sui concorrenti grazie alle proprie risorse e competenze interne.
  • Cultura dell’innovazione: Concentrandosi sulla creazione di nuove soluzioni interne, l’azienda può creare una cultura dell’innovazione interna e promuovere l’idea che l’innovazione sia una responsabilità di tutti i dipendenti.

2.2 Gli svantaggi della closed innovation

Le imprese adottanti tale modello, hanno investito ingenti capitali nella R&D.

Hanno lanciato nuovi prodotti e tecnologie e utilizzato i proventi per tutelarne i diritti di proprietà intellettuale e reinvestendo.

Con il passare del tempo, però, questo modello non è stato più in grado di fornire gli eccellenti risultati del passato. I suoi limiti furono sempre più palesi, ovvero:

  • La mancanza di input esterni: l’azienda non può beneficiare delle conoscenze, delle competenze e delle risorse di partner esterni, clienti o fornitori. Ciò può limitare la capacità della stessa di sviluppare soluzioni innovative che rispondono alle esigenze del mercato.
  • Il Rischio di isolamento: concentrarsi solo sulle risorse interne può portare all’isolamento, impedendo l’acquisizione di informazioni preziose sulle tendenze e sulle esigenze dei clienti.
  • Il Rischio di tunnel vision: Concentrandosi esclusivamente sulle proprie risorse e competenze interne, l’azienda può sviluppare una mentalità di “tunnel vision”, limitando la sua capacità di innovare e di adattarsi ai cambiamenti del mercato.
  • I Costi di sviluppo interni elevati: Lo sviluppo interno di soluzioni può richiedere risorse significative, inclusi finanziamenti, tempo e personale qualificato.
  • Difficoltà nell’integrare innovazioni esterne: Se l’azienda sceglie di adottare la closed innovation, potrebbe essere difficile integrare nuove idee o tecnologie esterne in modo efficace nella cultura e nei processi interni dell’azienda.

Fattori critici per la closed innovation

Chesbrought individuò quattro fattori che preannunciavano la fine di questo modo di gestire l’innovazione, ovvero:

  • La nascita di numerosi laboratori di ricerca grazie all’aumento della manodopera specializzata;
  • La crescente mobilità della forza lavoro altamente qualificata;
  • La moltiplicazione del capitale di rischio privato, specializzato nella creazione di nuove imprese per commercializzare la ricerca;
  • L’accorciarsi della vita delle tecnologie e l’incremento della competizione globale.

Per continuare ad innovare allora, secondo il professore americano, le imprese avrebbero dovuto cambiare rotta ricercando nuove soluzioni. Chesbrought indicò nell’apertura e nella collaborazione per l’innovazione la chiave di volta.

3. Le diverse tipologie di open innovation

Il termine innovazione aperta, come visto in precedenza, indica una situazione in cui un’organizzazione non fa affidamento solo sulle proprie conoscenze, fonti e risorse interne (come, ad esempio, il proprio personale o R&S) per l’innovazione (di prodotti, servizi, modelli di business, processi ecc.) ma utilizza anche più fonti esterne (come feedback dei clienti, brevetti pubblicati, concorrenti, agenzie esterne, il pubblico ecc.) per guidare l’innovazione.

Esistono diverse tipologie di Open Innovation, ognuna delle quali prevede un diverso grado di apertura e collaborazione tra l’organizzazione e i partner esterni. Nei prossimi paragrafi spiegheremo le principali tipologie.

3.1 Inbound Open Innovation

Questa tipologia di Open Innovation si concentra sulla ricezione di idee, conoscenze e tecnologie da fonti esterne. L’organizzazione può utilizzare strumenti come i crowdsourcing, i programmi di ideazione partecipativa, le piattaforme online e altre forme di collaborazione per acquisire le conoscenze e le idee dei partner esterni.

Un esempio di strategia di inbound open innovation per un’agenzia web potrebbe essere l’utilizzo di una piattaforma di crowdsourcing per raccogliere idee da parte dei clienti e degli utenti, ad esempio tramite una sezione dedicata del sito web o un’apposita applicazione. In questo modo, i clienti potrebbero suggerire nuove funzionalità, miglioramenti o segnalare eventuali problemi incontrati nell’utilizzo del servizio web.

3.2 Outbound Open Innovation

In questo caso, l’organizzazione espande il suo raggio d’azione all’esterno, fornendo le sue conoscenze e tecnologie a partner esterni. Questa forma di Open Innovation può includere programmi di licensing, spin-off di startup, collaborazioni con fornitori e altre forme di trasferimento di tecnologia.

Un esempio di strategia di outbound Open innovation, sempre nel caso di un’agenzia web potrebbe portare alla creazione di una spin-off per trasferire tecnologie innovative ad altre aziende, ad esempio offrendo servizi di consulenza o sviluppando prodotti software personalizzati. In questo modo, l’azienda potrebbe sfruttare la propria esperienza per creare nuove opportunità di business, mentre le altre aziende potrebbero beneficiare delle tecnologie e delle competenze sviluppate dall’azienda di servizi web.

3.3 Coupled Open Innovation

Questa tipologia di Open Innovation prevede una stretta collaborazione tra l’organizzazione e i partner esterni, con una condivisione reciproca di conoscenze e tecnologie. L’obiettivo è quello di sviluppare soluzioni innovative attraverso una collaborazione attiva e continua.

Un esempio di strategia di coupled open innovation per un’azienda di servizi web potrebbe essere quella di collaborare con partner esterni, ad esempio con università o centri di ricerca, per sviluppare soluzioni innovative e all’avanguardia nel settore dei servizi web. In questo modo, l’azienda potrebbe sfruttare la ricerca e le competenze di altri partner per migliorare la qualità e l’efficacia dei propri servizi web.

3.4 Collaborative Open Innovation

In questa forma di Open Innovation, l’organizzazione collabora con partner esterni per sviluppare nuove idee e soluzioni, senza necessariamente condividere conoscenze e tecnologie. Questa tipologia di Open Innovation può includere la creazione di partnership strategiche o la partecipazione a reti di innovazione.

Un esempio di strategia collaborative open innovation per un’azienda di servizi web potrebbe essere l’instaurazione di collaborazioni con altre aziende del settore dei servizi web, ad esempio attraverso la creazione di partnership strategiche o la partecipazione a reti di innovazione. In questo modo, l’azienda potrebbe condividere le proprie conoscenze e competenze con gli altri partner, favorendo lo sviluppo di soluzioni innovative e aumentando la competitività dell’intero settore.

4. Esempi di open innovation

Un esempio di utilizzo dell’open innovation da parte di un’agenzia di servizi web potrebbe essere la creazione di una collaborazione con startup tecnologiche per lo sviluppo di nuove soluzioni per la gestione del contenuto web.

L’agenzia potrebbe collaborare con startup che sviluppano tecnologie di intelligenza artificiale o di machine learning per migliorare la gestione dei contenuti web, l’analisi dei dati e l’ottimizzazione dei motori di ricerca. In questo modo, potrebbe accedere a competenze e risorse esterne per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti.

Un altro esempio potrebbe essere la collaborazione con esperti di user experience (UX) per lo sviluppo di soluzioni innovative per l’esperienza utente. Questi esperti potrebbero aiutare l’agenzia a comprendere meglio i bisogni dei propri clienti e a sviluppare soluzioni più efficaci e personalizzate per la gestione dei contenuti web.

In entrambi i casi, l’agenzia dovrebbe sviluppare un’adeguata strategia di collaborazione con i partner esterni, che comprenda la definizione degli obiettivi dell’innovazione, la scelta dei partner adeguati, la gestione dei rischi di proprietà intellettuale e la valutazione dei risultati dell’innovazione.

5. Vantaggi dell’open innovation

Fra i principali vantaggi che l’open innovation porta con sé, ricordiamo:

  • L’Accesso a una gamma più ampia di competenze e conoscenze: Collaborando con partner esterni, le organizzazioni possono accedere a conoscenze, competenze e risorse altrimenti non disponibili all’interno dell’organizzazione. Ciò può portare a una maggiore innovazione e a una migliore comprensione dei bisogni dei clienti;
  • La riduzione dei costi di ricerca e sviluppo: Collaborando con partner esterni, le organizzazioni possono condividere i costi di ricerca e sviluppo, migliorando l’efficienza e la redditività delle attività di innovazione.
  • Una maggiore velocità nell’innovazione: Grazie alla collaborazione con partner esterni, le organizzazioni possono accelerare il processo di innovazione, riducendo i tempi di sviluppo e commercializzazione dei prodotti;
  • La riduzione del rischio di fallimento dell’innovazione: Collaborando con partner esterni, le organizzazioni possono ridurre il rischio di fallimento dell’innovazione, beneficiando dell’esperienza e delle competenze dei partner esterni;
  • Il miglioramento della reputazione e della visibilità: Collaborare con partner esterni può aiutare le organizzazioni ad aumentare la loro visibilità e la loro reputazione, mostrando maggior impegno per l’innovazione e per la creazione di valore per i clienti.

6. Svantaggi

Nonostante gli evidenti vantaggi derivanti dall’Open Innovation, ci sono anche alcuni svantaggi da considerare:

  • I rischi per la proprietà intellettuale: Collaborare con partner esterni può comportare la condivisione di conoscenze e proprietà intellettuale, aumentando il rischio di perdita di segreti commerciali e di proprietà intellettuale;
  • Generazione di dipendenza dai partner esterni: Le organizzazioni che si affidano troppo ai partner esterni per l’innovazione possono diventare dipendenti da essi, perdendo il controllo sul processo di innovazione;
  • Problemi di coordinamento: Coordinare una collaborazione può risultare molto difficoltoso, poiché le organizzazioni devono gestire relazioni complesse e complesse catene di fornitura per raggiungere gli obiettivi di innovazione.
  • Difficoltà nell’integrazione: Integrare le innovazioni sviluppate da partner esterni nella propria organizzazione può essere difficile, soprattutto se le innovazioni richiedono cambiamenti significativi nei processi interni o nei modelli di business.
  • Rischi di reputazione: Collaborare con partner esterni può comportare rischi per la reputazione dell’organizzazione, poiché i partner esterni potrebbero non condividere gli stessi standard etici o di qualità.

Letture Consigliate

  • Open Innovation: The New Imperative for Creating and Profiting from Technology, 2006, Chesbrought (ENG)

Domande frequenti

Che cosa si intende per open innovation?

L’open innovation è un approccio alla gestione dell’innovazione che prevede l’uso di conoscenze e competenze esterne all’organizzazione per sviluppare nuove idee, prodotti, servizi e processi.

Cosa prevede il paradigma dell’open innovation?

Il paradigma dell’open innovation, così come definito da Chesbrought nel 2003, prevede che le aziende possano e debbano utilizzare idee esterne così come idee interne e percorsi interni ed esterni al mercato, mentre cercano di far progredire la loro tecnologia.

Chi ha coniato il termine “open innovation”?

Il termine è stato coniato dall’economista statunitense e professore dell’Università di Berkeley Henry Chesbrough nel saggio “The era of open innovation nel 2003”.

Quali sono i diversi tipi di open innovation?

Le principali tipologie sono 4, ovvero: l’inbound, l’outbound, la coupled e la collaborative.

L'articolo Che cos’è l’open innovation: spiegazione, vantaggi e svantaggi proviene da Business Theory.



This post first appeared on Business Theory, please read the originial post: here

Share the post

Che cos’è l’open innovation: spiegazione, vantaggi e svantaggi

×

Subscribe to Business Theory

Get updates delivered right to your inbox!

Thank you for your subscription

×