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La donazione del corpo alla scienza dopo la morte

Per quanto la morte sia un argomento che nessuno desidera mai affrontare, prima o poi questo momento arriva. È da ricordare che ogni individuo ha il diritto di fare le proprie scelte, in massima autonomia e senza pressioni, soprattutto quando si tratta di un argomento così delicato. Tra le varie scelte che qualcuno può decidere di compiere, c’è quella della donazione del corpo alla scienza dopo la morte.

L’argomento della Donazione del proprio Corpo alla scienza in seguito alla morte è ancora difficile in Italia ed è una pratica che accade di rado. Questo avviene soprattutto perché non è una possibilità ancora molto conosciuta e di cui si parla.

In un momento doloroso come il lutto l’idea che la salma di una persona cara possa essere donata alla scienza può risultare difficile per la famiglia.

Cerchiamo di capire qualcosa di più su questo complesso argomento.

Donazione del corpo alla scienza, che cosa significa

L’idea della donazione del corpo alla scienza si circonda ancora di tanti interrogativi in Italia. L’immagine che viene per prima alla mente è quella di medici e dottori che, fin dai tempi più antichi, hanno concluso la propria formazione proprio attraverso l’utilizzo di salme. L’arte ha contribuito a quest’immagine attraverso quadri come La lezione di anatomia del dottor Tulp, di Rembrandt. Nel dipinto, un medico professore istruiva i propri allievi, intenti ad ascoltare attorno a un corpo deceduto.

È inevitabile quindi che un’immagine simile possa suscitare dubbi, o ci si possa chiedere se potrebbe essere vista come una mancanza di rispetto. In realtà, la medicina è ancora lontana dall’aver dissipato tutti i dubbi che possono esserci nei confronti del corpo umano. Per questo motivo è sempre importante che i medici possano avere accesso all’anatomia di un corpo, al fine di migliorare sempre di più le tecnologie ospedaliere e fare progressi nel campo della medicina.

La medicina e la scienza necessitano, anzi, di corpi sui quali è possibile effettuare studi ed esercizi. Questo serve anche alla formazione di nuovi medici del futuro. Chi sceglie di specializzarsi in chirurgia, soprattutto, necessita di un modo per poter apprendere al meglio le operazioni che dovrà effettuare su pazienti in vita.

Questo pensiero può risultare spiacevole nell’immaginario comune ma è necessario sapere anche che il rispetto è un requisito fondamentale della scienza e della medicina.

Donazione del corpo in Italia, come funzionava?

Per quanto la donazione del corpo alla scienza sia un argomento importante, fino a non molto tempo fa esso non veniva trattato in modo adeguato. Informare a riguardo di che cosa significhi e di come sia possibile farlo è un elemento importante ai fini dello sviluppo della ricerca. Inoltre, è un modo per eliminare dubbi e domande a riguardo.

Solo negli ultimi anni in Italia si è reso possibile donare il proprio corpo alla scienza, in seguito a decesso, in modo chiaro. Prima della nuova legge del 2020, quella a cui fare riferimento era il Regio Decreto del 31 agosto del 1933 numero 1592. Tale decreto prevedeva che ci fosse la possibilità di donare le salme ad attività di studio e di scienza. Questo era possibile tuttavia solo se le salme appartenevano a persone che risultavano sconosciute, prive di relazioni famigliari o di legami. Si pensava, in questo caso, che nessuno avrebbe fatto richiesta per poter seppellire le salme. Di conseguenza, i corpi venivano donati alla scienza.

Questo tuttavia portava anche a problemi, in quanto spesso i casi di studio erano limitati e soprattutto non si conosceva la vita che la persona aveva condotto.

Il Comitato nazionale per la bioetica, tuttavia, nel 2013 definì questa pratica non accettabile dal punto di vista etico. La donazione del proprio corpo, infatti, dovrebbe essere una scelta libera e consapevole.

La nuova legge in Italia

Negli anni successivi ci sono stati diversi dibattiti a proposito della donazione del corpo alla scienza e di come gestire questo desiderio. Per molto tempo non c’è stato modo di arrivare a una conclusone, fino al 2018. Il senatore Pierpaolo Sileri firmò un disegno di legge. In seguito, dopo un confronto con la Società italiana di anatomia e istologia (SIAI), si poté perfezionare la legge. L’approvazione definitiva arrivò nel gennaio 2020, in modo unanime, da parte della XII Commissione Affari sociali della Camera.

Questa legge mostra dei punti essenziali da seguire per poter donare il proprio corpo alla scienza.

Dichiarazione di volontà, come fare

Il primo punto fondamentale della legge che regolamenta la donazione del corpo alla scienza è la volontà effettiva di farlo. Questa dichiarazione di volontà deve avvenire attraverso l’apposita compilazione delle proprie disposizioni anticipate di trattamento. Questo significa che la volontà si deve dichiarare attraverso un testamento biologico, così come per la donazione degli organi. Il testamento si deve ritenere valido.

Indicare un fiduciario

Il punto successivo che riguarda la legge che riguarda la donazione del corpo alla scienza è che nelle proprie disposizioni si deve necessariamente indicare un fiduciario o un sostituto. Questo vuole dire che se manca un fiduciario non è possibile donare il proprio corpo post-mortem.

Quali centri di riferimento territoriali

Una parte molto importante della legge che indica come effettuare la donazione del corpo alla scienza è un elenco di centri di riferimento territoriali. Questi centri riguardano la conservazione e l’utilizzo dei corpi che si donano alla scienza. In particolare, sono centri di ricerca le cui attività sono approvate da comitati etici e dalla direzione sanitaria, in modo che sia tutto regolare.

Restituzione della salma

L’ultimo punto che riguarda la donazione del corpo alla scienza e non meno importante degli altri riguarda la restituzione del corpo. La salma del defunto, infatti, deve tornare alla famiglia entro dodici mesi e in condizioni dignitose. Inoltre, le spese che riguardano il trasporto della salma dal momento in cui la persona viene a mancare fino alla restituzione sono a carico del centro di riferimento. Questo vale anche per la tumulazione e per l’eventuale cremazione.

Affinché la donazione del corpo alla scienza sia possibile è necessario quindi che la burocrazia lavori nel giusto modo e che le persone abbiano le giuste informazioni.

Donazione del corpo alla scienza, come funziona

Le domande principali che riguardano la donazione del corpo alla scienza è il sapere come funziona nel dettaglio.

Il primo passo per compiere questo procedimento è lasciare le proprie disposizioni anticipate di trattamento, vale a dire il testamento biologico.

Con il testamento biologico si intende l’atto di esprimere le proprie volontà riguardo i trattamenti sanitari e successivi. Le dichiarazioni espresse nel testamento biologico in seguito si depositano in un registro la cui gestione appartiene all’amministrazione pubblica. È possibile cambiare idea in un qualsiasi momento.

Nelle Disposizioni anticipate di trattamento è necessario designare un fiduciario, vale a dire una persona di fiducia che avrà il compito di comunicare la decisione di chi viene a mancare al medico. Il medico, in seguito, dovrà occuparsi di trovare il centro di riferimento più vicino a cui poter donare la salma.

Donazione del corpo alla sciena, cosa avviene in seguito

Dopo il decesso, il procedimento che riguarda la donazione del corpo alla scienza passa in mano al centro di riferimento. Prima di trasferire la salma al centro di riferimento si devono effettuare tutti i controlli del caso e si tengono le esequie come la famiglia richiede.

Solo una volta avvenuto il trasferimento nel centro di riferimento un medico della struttura si occupa di accertarsi delle condizioni della salma, in modo da stabilirne il metodo di conservazione. Di norma, gli obitori che sono presenti nei centri delle Università e di ricerca hanno a disposizione dei frigoriferi appositi. Queste celle possono arrivare fino a -20°C.

Le ricerche presenti in questi centri variano a seconda della struttura stessa. Le ricerche possono andare dalla stretta chirurgia alla sperimentazione di nuove tecnologie. Queste tecnologie, in un futuro, potranno avere un utilizzo, se ritenute valide.

Centri di riferimento

Al momento si conoscono undici centri di riferimento che si ritengono adatti per la donazione del corpo alla scienza.

  • I.R.C.C.S. Multimedica;
    • Istituto neurologico mediterraneo Neuromed;
    • Sapienza Università di Roma;
    • Alma Mater Studiorum – Università di Bologna;
    • L’Università degli studi di Padova;
    • Azienda ospedaliero universitaria di Sassari;
    • Università degli studi di Messina;
    • Humanitas University;
    • Palermo, Università degli Studi;
    • L’Università degli studi di Brescia;
    • Il I.R.C.C.S. Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato.

Ogni persona che prende in considerazione la donazione del corpo alla scienza può trovare maggiori informazioni contattando in modo diretto questi centri. È da ricordare che la disposizione di donazione del corpo si può revocare in qualunque momento.

Conclusioni

Decidere di optare per la donazione del corpo alla scienza è un atto di generosità e di interesse verso la ricerca. Alcune persone desiderano informarsi a riguardo per far sì di dare il proprio contribuito alla ricerca e alla scienza. Bisogna ricordare tuttavia che ogni persona decide in modo del tutto autonomo e volontario, senza giudizi né pressioni, come disporre le proprie volontà. È importante inoltre che questa scelta venga presa con consapevolezza e per questo è bene avere tutte le informazioni necessari. Le onoranze funebri sono pronte a poter dare a ogni persona le informazioni di cui necessita, in modo da dissipare eventuali dubbi.

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