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Confindustria Centro Adriatico – Ascoli Piceno e Fermo punta il dito sul tema delle infrastrutture

(Simone Mariani Presidente Confindustria Centro Adriatico Ascoli Piceno e Fermo)

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta rivolta alle massime ISTITUZIONI REGIONALI E NAZIONALI.

Illustre Presidente,

vorremmo metterLa a conoscenza di alcuni dati che sono di pubblico dominio ma che abbiamo voluto raccogliere e mettere insieme per capire se le nostre tesi sono avvalorate dai fatti. Il tema è per noi vitale: quello delle infrastrutture. Viviamo in uno stato di precarietà che, senza interventi urgenti, saremo costretti a sopportare non sappiamo per quanto altro tempo ancora.

Comprenderà pertanto la nostra delusione nell’aver appreso che nonostante le tante sollecitazioni le Marche siano state appena “sfiorate” dalle opere pianificate ed approvate con il “Decreto Semplificazioni”. Un Decreto che inoltre, apprendiamo dalla stampa, per quanto riguarda il piano delle infrastrutture #italiaveloce, non avrebbe nemmeno la copertura necessaria e che pertanto potrebbe essere la premessa di ulteriori cantieri con un inizio ma senza una data certa di conclusione dei lavori. Avendo già rappresentato questo enorme disagio in tutte le sedi istituzionali, da ultimo l’appello rivolto alla Ministra On. De Micheli lo scorso 19 giugno, ed essendo nota all’opinione pubblica nazionale e a tutti gli stakeholder la problematica del nostro territorio, vero e proprio “imbuto” di tutta la dorsale adriatica, sia per quanto riguarda la rete stradale e autostradale, che per l’alta velocità su rotaie, forse queste ulteriori informazioni renderanno una fotografia migliore di tante parole che potrebbero suonare come banali lamentele di chi, come noi, esercita attività d’impresa.

Abbiamo raccolto gli ultimi dati ISTAT disponibili su incidenti stradali e feriti per provincia e li abbiamo rapportati con la popolazione residente, scoprendo che ad esempio, nella provincia di Ascoli Piceno questo rapporto è pari allo 0,41% rispetto ai primi e addirittura allo 0,57% sui secondi. Ovvero oltre 4 residenti su 1000 che circolano in questo territorio sono a rischio di incidente stradale mentre quasi 6 su 1000 riporteranno lesioni. Questi numeri ci collocano all’undicesima posizione di rischio a livello nazionale per sinistro stradale e addirittura all’ottavo per rischio di feriti. E tutte le province delle Marche sono collocate entro il trentasettesimo posto di questa sciagurata classifica. Se non per tutelarci dai disagi e dai maggiori costi che questa ormai insostenibile situazione causa al nostro tessuto sociale ed economico, Le chiediamo di intervenire a tutela della vita dei nostri amici e dei nostri figli; è arrivato il momento di ridurre drasticamente il gran numero di sinistri che coinvolgono mezzi pesanti e veicoli, in particolare da Porto Sant’Elpidio a Pescara. Un percorso impegnato quotidianamente da migliaia di persone e mezzi con milioni di tonnellate di merce, fondamentale per i collegamenti con Abruzzo, Molise, Puglia e buona parte della Basilicata: “cerneria” fondamentale di collegamento tra il Nord e il Sud d’Italia, ma ormai sottoposta ad un carico evidentemente eccessivo rispetto alla sua progettazione risalente a mezzo secolo fa. Già nello studio dal titolo “L’incidentalità nelle regioni d’Italia” pubblicato dall’ISTAT nel 2013, si spiegava come questo tratto è in Italia:  

primo per indice di lesività;
secondo per percentuale di incidenti mortali; 
terzo per numero di morti;
terzo per numero di feriti;
terzo per numero di incidenti.

Passano gli anni ma non c’è settimana senza un incidente o un cantiere che ne limiti drasticamente la circolazione fino ad arrivare ad essere ormai, specialmente nel sud delle Marche, una vera e propria sfida verso l’ignoto nel migliore dei casi. Per questo riteniamo fondamentale che vengano individuate ulteriori risorse per il completamento della terza corsia dell’A14 o, meglio ancora, per il suo arretramento e per il potenziamento della parallela rete ferroviaria. Illustre Presidente, siamo un popolo resiliente, ma dopo gli eventi sismici e le recenti crisi internazionali, non possiamo più attendere promesse di investimenti infrastrutturali, senza che le conseguenze diventino irrimediabili per il nostro tessuto sociale ed economico.

E’ arrivato il momento che lo Stato prenda finalmente atto non più solo dei benefici, ma anche e soprattutto della priorità che l’arretramento dell’A14 ormai riveste per il territorio, rendendolo finalmente connesso al resto d’Italia e garantendo sicurezza a tutto il suo carico di persone e merci che oggi è costretto a sopportare. L’arretramento libererebbe il tratto originario, consentendo la creazione di una bretella su cui deviare il traffico pesante della nazionale adriatica SS16, cosa che decongestionerebbe tutto il litorale restituendo alle città e ai borghi che attraversa, tutta la sicurezza e la salute che residenti e turisti meritano. A chi in questi giorni ha ripetuto che anche per il Piceno occorra un modello Genova noi proponiamo con forza un nuovo e diverso modello, che garantisca lo sviluppo dei territori in maniera omogenea, consentendo a tutti di poter circolare con tempi di percorrenza degni per una società moderna e civile. Occorre agire ora! Per questo confidiamo che Lei faccia tutto ciò che è in Suo potere per valutare attentamente le nostre richieste, che sono le stesse di un’intera comunità che guarda con fiducia a questo ultimo appello.

Simone Mariani Presidente Confindustria Centro Adriatico Ascoli Piceno e Fermo

Massimo Ubaldi Presidente ANCE Ascoli Piceno

Stefano Violoni Presidente ANCE Fermo

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