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Federico Maccari (Pasta di Camerino):’Pil italiano in ribasso e scenari futuri a tinte fosche: per ripartire puntiamo sul ‘Made in Italy’ di qualità’ – I laureati? ‘Nessuno, soprattutto in Italia, esce dall’Università pronto per il mondo del lavoro’

(Federico Maccari, direttore di Entroterra Spa)

La situazione complessiva nel nostro Paese è molto grave e le previsioni sulla contrazione del PIL sono destinate ad aggiornarsi al ribasso entro la fine dell’anno’. Così apre la sua ‘conversazione’ a tutto campo con ‘CUOREECONOMICO Federico Maccari, direttore di Entroterra Spa la società produttrice della famosa ‘Pasta di Camerino’ nelle Marche.

Maccari è consapevole delle grandi difficoltà, ma da imprenditore avveduto e lungimirante, ritiene di non doversi arrendere, ma ansi, di continuare ad investire sui fattori distintivi della produzione di qualità legata al territorio.

I dati sui consumi sono in forte calo in quasi tutti i settori e anche la domanda di beni e servizi segna dei pesanti meno – prosegue Maccari – vi sono alcuni settori come la ricettività e il turismo che nelle Marche hanno staccato risultati sempre importanti, che sono in grave difficoltà. In questo scenario oggettivamente a tinte fosche a mio avviso dobbiamo ripartire dal Made in Italy in tutti i settori, riscoprire le produzioni italiane, molte di eccellenza, e privilegiare anche nel turismo le mete nazionali riscoprendo l’entroterra col suo carico di cultura, storia, enogastronomia, arte, buon vivere, e non più solo le località costiere e il turismo di massa. A livello industriale poi, se è vero che dietro ad ogni difficoltà si nasconde un’opportunità, ritengo che dobbiamo cercare di approfittare per migliorare i nostri processi aziendali rendendoli più agili e proporre al mercato un portafoglio prodotti innovativo e selezionato».

Maccari, la sua azienda opera in un settore strategico in tempo di Covid-19, come ha reagito, come si è organizzata all’arrivo del Covid-19 di fine febbraio?

«La nostra azienda fa parte di una di quelle filiere etichettate come “indispensabili”, producendo un bene di prima necessità come la pasta, e quindi è stato richiesto a tutti noi il massimo impegno per non far mancare i nostri prodotti alla distribuzione. Ai dipendenti di questa azienda è stato richiesto il sacrificio di lasciare a casa i nostri affetti e anche la nostra paura di poter essere contagiati pur rispettando rigidamente tutti i protocolli di sicurezza e avendo a disposizione i Dispositivi di Protezione Individuale. Per questo abbiamo riconosciuto loro un bonus nella busta paga di marzo e siamo stati l’unico pastificio di pasta secca in Italia a farlo. I consumi di pasta nel periodo di lockdown sono aumentati orientandosi prevalentemente sulla pasta di semola più di uso quotidiano rispetto a quella all’uovo, ma lo stop forzato della ristorazione in genere ha azzerato completamente i volumi storici del settore Horeca. Inoltre l’aumento nei costi logistici per effetto della riduzione degli stessi, ha ridotto al minimo i margini. Tuttavia è chiaro che rispetto ad altri comparti possiamo ritenerci e dirci fortunati».

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Formazione universitaria: quale è la sua opinione da imprenditore che probabilmente si attende ragazzi pronti e preparati per la sua azienda?

«Nel nostro settore non esiste una scuola specifica che prepari i ragazzi a svolgere il lavoro in produzione e ciò che devono sapere lo imparano direttamente in azienda. Per quanto riguarda i profili non qualificati, il nostro responsabile risorse umane seleziona per lo più dei giovani che dimostrino buona volontà, propensione al lavoro, al rispetto delle regole e degli orari, e che siano disposti ad imparare. Purtroppo non è così scontato riscontrare queste caratteristiche e questo deve essere motivo di riflessione per il ruolo stesso che l’istituzione scolastica dovrebbe svolgere. Per quanto concerne profili superiori sono convinto che sia fondamentale mettere in comune strutture e conoscenze, ma ancor di più credo che il contributo principale lo possono dare istituzioni come l’Università di Camerino, un polo di attrazione e di innovazione che può essere volàno per cercare di iniziare delle attività che possono permettere ai giovani di fare rete o di trovare loro delle attività o progetti in proprio. La recente istituzione del corso di Laurea in Scienze Gastronomiche è una novità interessante, che mi auguro possa produrre nei prossimi anni, laureati adatti ad inserirsi in un comparto che, soprattutto per l’entroterra, è una risorsa indispensabile per il suo sviluppo».

Consigli sulle ‘discipline’?

 «Sono convinto che ciascuno debba riconoscere e seguire le proprie inclinazioni e passioni. Il percorso formativo, se non molto specifico in un determinato ambito, dovrebbe a mio avviso contribuire soprattutto a forgiare la forma mentis del ragazzo e dargli un complesso di nozioni di ambito economico o umanistico o tecnico dal quale partire per specializzarsi e trovare la propria strada. Nessuno, soprattutto in Italia, esce dall’Università pronto per il mondo del lavoro. E’ un limite che va girato a proprio favore o i nostri ragazzi continueranno a pagare un gap rispetto ai propri coetanei di altri paesi».

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TAGS: covid-19Entroterra SpaFederico MaccariPasta di CamerinoUniversità di Camerino

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