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‘Al Governo chiediamo che venga riconosciuto il ruolo strategico delle regioni’ – così Manuela Bora (Regione Marche) – ‘Pmi: lavoriamo su digitalizzazione, ricerca e sviluppo, innovazione e green economy – Per l’export? Condividiamo con la Camera di Commercio delle Marche gli interventi strategici’

(Manuela Bora, Assessore alle Attività Produttive della Regione Marche)

‘Quest’ultima crisi ci dice quanto ancora si debba accelerare sui processi di automazione e sostenibilità dei processi produttivi e quanto sia necessario investire ancora di più nell’adozione di modelli volti ad un più ampio utilizzo di tecnologie digitali in un’ottica di “Impresa 4.0” e di Internet of Thing’ così l’Assessore alle Attività Produttive della Regione Marche prossimamente al voto, Manuela Bora sottolinea le linee guida su cui puntare per uscire rapidamente dalla crisi post covid-19.

In questa ‘conversazione’ con ‘CUOREECONOMICO elenca le criticità, ma anche le azioni che intende mettere in campo per sostenere quel reticolato di Pmi così diffuso nelle Marche. Regione che negli ultimi anni ha dovuto subire ben 4 crisi, ma che, essendo ricca di esempi imprenditoriali vincenti, saprà anche in questo momento dimostrare il proprio valore.

Assessore Bora, le Marche, come l’Umbria, erano state declassate nel 2018 dall’Europa a regioni ‘in transizione’; poi a febbraio 2020 è arrivato il Covid-19 che ha contribuito a fermare i timidi segnali di ripresa, soprattutto sul fronte dell’export, di fine 2019… da dove ripartire?

‘Il declassamento è la conseguenza del calo del Pil pro-capite, largamente imputabile al sisma del 2016 e 2017, che ha colpito un terzo del territorio regionale. Il Covid-19 è la quarta crisi dopo la recessione del 2009 – dalla quale ci stavamo riprendendo -, il sisma e il fallimento di Banca delle Marche. Da qui bisogna partire per analizzare con maggiore precisione passato, presente e futuro. Come Regione Marche abbiamo la convinzione che ricerca, innovazione, valorizzazione del capitale umano siano le fondamenta di un nuovo modello di sviluppo che il coronavirus ha bloccato, ma che riprenderà con ancora più vigore e consapevolezza. Sono orgogliosa del fatto che le Marche abbiano utilizzato fino al 97% delle risorse europee, in progetti per e con le imprese.

Quest’ultima crisi, però, ci dice quanto ancora si debba accelerare sui processi di automazione e sostenibilità dei processi produttivi e quanto sia necessario investire ancora di più nell’adozione di modelli volti ad un più ampio utilizzo di tecnologie digitali in un’ottica di “Impresa 4.0” e di Internet of Thing. Fortunatamente negli ultimi anni abbiamo investito molto nella digitalizzazione delle imprese e in particolare nella parte commerciale; sforzo che stiamo ulteriormente facendo perché lo scenario creato dall’epidemia Covid non rientrerà certo rapidamente’.

 Quali le azioni per l’export?

‘I nostri sforzi a favore dell’export e dell’internazionalizzazione comunque non si sono fermati. Come negli ultimi anni condividiamo con la Camera di Commercio delle Marche interventi per favorire l’export delle piccole imprese, che quest’anno abbiamo orientato molto sul sostegno al collegamento con piattaforme B2B e B2C. Inoltre, il bando finalizzato a promuovere l’export per le filiere della moda e dell’arredo ha avuto un notevole successo, superando significativamente le risorse disponibili, con 175 domande pervenute che coinvolgono 191 imprese, per un contributo totale richiesto di oltre 14,5 mln di euro, in grado di attivare quasi 30 milioni di investimenti. Il che indica che le nostre imprese sono pronte a ripartire’.

(LEGGI ANCHE ARTICOLO Sabatini, Marche costrette ad affrontare la quarta crisi consecutiva)

Assessore Bora, come sostenere quel reticolato di Pmi presenti sul territorio?

‘Confidiamo che questa del Covid sia una pausa. Ci saranno sicuramente conseguenze e cambiamenti di scenario, ma credo che dovremo ripartire con più forza da dove eravamo rimasti. Quindi, più che mai digitalizzazione, poi ricerca e sviluppo e innovazione e una grande spinta verso la green economy. Naturalmente, soprattutto per le PMI bisogna pensare anche ad un contesto favorevole allo sviluppo. Pertanto, accesso al credito e finanza innovativa per le PMI e semplificazione amministrativa sono gli altri due grandi temi su cui dovremo continuare ad insistere. Con questo nuovo inquadramento nei fondi europei avremo l’opportunità di maggiori risorse per perseguire quelle azioni che avevano già rimesso in moto il motore dell’economia marchigiana’.

Le Marche, in autunno, andranno al voto. Molto si giocherà sulle misure che la regione riuscirà a mettere in campo per sostenere cittadini e soprattutto imprese. Disoccupazione e rischio desertificazione aziendale: sono i due fattori da calmierare. Una grande responsabilità…

‘La prima responsabilità è di avere una visione profonda e non limitata al voto: niente investimenti a pioggia, ma solo su progetti innovativi e capaci di generare posti di lavoro qualificati. L’attività del mio assessorato non guarda alle elezioni, ma alle imprese – che non votano – mettendole in condizione di avere tutto il sostegno necessario allo sviluppo. Bisogna cercare di attenuare l’impatto della crisi sulle famiglie e sulle imprese che sono rimaste chiuse. La Regione sta predisponendo una manovra che punta a trasferire rapidamente risorse alle imprese più colpite e più fragili.

Il mese scorso abbiamo attivato il Fondo emergenza Covid gestito dai confidi, per sopperire alla crisi di liquidità. Poi si dovrà sostenere la ripartenza. Molto dipenderà anche dall’efficacia delle misure nazionali già messe in campo che col tempo dovranno produrre i loro effetti. Non ci possiamo illudere che non ci siano conseguenze sull’occupazione e sulle imprese, ma anche con le opportunità aperte recentemente dall’Europa possiamo confidare di avviare percorsi di ripresa del sistema economico e concordare con il Governo il sostegno alle situazioni di disagio sociale che potranno emergere’.

Il Governo ‘giallorosso’ ha promesso molto e stando ai fatti realizzato praticamente poco per le imprese che sono ancora alle prese con il problema della Cassa Integrazione per i dipendenti e della liquidità legata ai vincoli del sistema bancario. L’Europa, dopo i primi tentennamenti, sembra aver invertito la marcia. Cosa si sente di chiedere al Governo e in particolare al Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli per la sua regione?

‘C’è una tendenza emersa in questa crisi che tende verso un nuovo centralismo. Quello che chiediamo è che venga riconosciuto concretamente il ruolo strategico delle regioni. Sono necessarie misure di sistema a livello nazionale, ma sono necessarie anche azioni mirate sui territori, definite e gestite sulla base di una capacità di ascolto dei problemi e delle esigenze che solo a livello regionale si può avere per ottenere una risposta incisiva. Non si tratta di una frammentazione degli interventi ma di una loro calibratura sugli specifici contesti, diversi da regione a regione. Quello che chiediamo è pertanto di assumere questa consapevolezza e, conseguentemente, mettere le regioni in grado di agire anche in termini finanziari.

In ogni caso, credo sia del tutto evidente che la quantità di risorse di cui ha bisogno il nostro Paese, e di conseguenza anche le Marche, non sia nella disponibilità dei Comuni, della Regione e nemmeno del Governo nazionale. Paghiamo problemi strutturali, come la burocrazia che non ha un colore politico e che non arretra nemmeno di fronte a un Paese in difficoltà e problemi legati alla velocità del sistema bancario, che è un sistema privato legato a norme europee.

È proprio l’Europa che ha la forza per intervenire: il Recovery Fund è un successo della diplomazia nazionale, arrivato in ritardo perché anche a Bruxelles il nostro Paese si presenta con il volto di chi crede e dialoga alla ricerca di soluzioni e di chi sbatte i pugni sul tavolo e minaccia di fare a meno dell’Europa. A questi ultimi dico: che sarebbe successo se oggi, invece che in Europa e con l’euro, fossimo stati isolati e con la lira?

Infine un’ultima battuta, da Assessore e mamma: come ci si organizza in questa situazione? Non crede che il Governo si sia arreso troppo presto sul rientro a scuola rimandando tutto a settembre?

‘Mi sono organizzata come tante mamme lavoratrici: mi sono portata il lavoro a casa, ho continuato a confrontarmi con la mia struttura per anticipare i tempi e le necessità, ho presenziato alle giunte e alle riunioni del consiglio regionale. Ho sentito forte la responsabilità, non mi sono fermata e non sono un’eccezione. Forse sarebbe stato meglio votare prima, a luglio, in modo che a settembre le regioni fossero già in grado di riprogrammare le strategie di ripresa e non essere ancora impegnate nella fase elettorale – pre e post incluso. Ma mi rimetto alle decisioni prese: in questo momento di grandi incertezze, ciò che conta è garantire stabilità al nostro Paese e lavorare per sostenere un sistema economico, produttivo e sociale messo duramente alla prova’.

TAGS: Assessore alle Attività ProduttiveCamera di Commercio Delle Marchecovid-19green economyimpresa 4.0Internet of ThingManuela BoraRegione Marche

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