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Bukowski, racconta! – a cura di Iannozzi Giuseppe – È lui o non è lui? Un Bukowski inedito!

Bukowski, racconta! – a cura di Iannozzi Giuseppe

È lui o non è lui? Un Bukowski inedito!

Leggi un breve estratto:

[…] Entro in un locale… un bar: c’è caldo, così mi tolgo la sciarpa. Siedo al bancone, ordino una vodka. Mi viene servita in un bicchiere a collo stretto: la cameriera è generosa, mostra tette sode e giovani. Non è bella. E’ una puttana. Ce l’ha scritto in faccia. E non si vergogna di essere una di quelle.

Le labbra sono rosse, eccessivamente: colpa del rossetto. Attacco bottone, le dico di Daniel, e ridiamo di lui, insieme. E’ tardi. Mi faccio dire il nome: me ne dice uno, e lo dimentico. La chiamo Lucy: a lei sta bene. Mi chiede di me: le racconto qualcosa. Apre la bocca, fingendosi sorpresa. Vuole sapere quanti anni ho: glielo dico. Non rimane delusa: è una ottima attrice. Mi confessa che solitamente la smolla solo a quelli più giovani di lei: ama portarsi a letto gli imberbi per succhiarglielo fino a farli restare senza fiato. Rido. Ma per finta. Non sono divertito. Le confesso che a me la figa non mi attira. Glielo dico in faccia che a me piace metterlo in culo, ma solo alle femmine. Lei non ribatte. Rimane in silenzio. Finge di essere un poco stordita dalla rivelazione. Allora sto al gioco e le spiego che il sesso anale è per la morte, con o senza profilattico. Il sesso fatto nella figa è per la vita: i profilattici fallati sono fatti così apposta. E’ tardi: siamo i soli in strada. Troviamo un angolo, uno buio: glielo infilo dentro, in culo, ripetutamente. Lei lo prende: è ben abituata, non mugola. Né dolore, né piacere. Devo darci forte per strapparle un “Ah!”. Il mio seme muore nel suo retto. Un po’ scivola via, tra le sue gambe. Mi svuoto la vescica. La sua pancia adesso è gravida, le fa male. Continuo a tenerglielo dentro. Adesso lo sente il dolore. Suda freddo. Non può liberarsi né della sua merda, né del mio cazzo. Bestemmia. Prega che la lasci andare. Le dico che non è possibile. Prega che la lasci perché non le piace più. Glielo ripeto che non è possibile. Minaccia di mettersi a urlare. La minaccio a mia volta, allora si decide a tenere rassegnato silenzio. Continuo. Vengo. Sento che si sta sgonfiando. Sono costretto a tirarlo fuori. Lucy: la sua faccia è nelle lacrime. Il rossetto rosso è disfatto. Si lascia andare. Scarica tutto, piangendo. La lascio da sola. Non ho più bisogno di lei. Non ne ho mai avuto bisogno.

Infilo la chiave nella toppa della porta. Entro. Daniel è ancora sul divano. Respira appena. Pare morto. Ma non lo è. Il televisore acceso dorme davanti ai suoi occhi chiusi. Lo scuoto, prendendolo per le spalle. Mormora qualcosa. Spengo la tv. Prima o poi farà una cazzata, poco ma sicuro. Trovo il mio letto. Mi spoglio, velocemente. Mi addormento.

E’ un altro giorno. Ho un altro reading: verranno soltanto gatte morte, come al solito, sicuramente. Daniel è sul divano, rannicchiato in posizione fetale. Non ci provo a svegliarlo. Ho quasi pietà di lui. E’ solo un povero vecchio sfigato. Ma un giorno avrà i suoi cinque minuti di celebrità… peccato che non potrà goderseli. Finirà in televisione perché morto sotto il fuoco della polizia. O perché trovato stecchito e ammuffito sul divano. Spero solo che quando accadrà non lasci tracce di sangue: non mi piace pulire. E poi c’è che odio leggere in pubblico. […]

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Nel corso dell’ultimo ventennio su Charles Bukowski si è detto di tutto e di più, con cognizione di causa o no. Intorno alla figura dello scrittore maledetto sono fiorite diverse leggende metropolitane, e va da sé che in molti hanno tentato di imitarlo, senza però riuscirci.
Da quando Fernanda Pivano l’ha fatto conoscere al mondo, l’ascesa di Bukowski è stata inarrestabile; e anche dopo la sua morte, avvenuta a 73 anni, tutti i suoi lavori continuano a essere stampati e ristampati con grande successo. Non serve pubblicità, l’opera di Bukowski vende e basta, anche se molti accademici, ancor oggi, si ostinano a non omaggiarlo.
In Bukowski, racconta! sono raccolti alcuni lavori bukowskiani apocrifi, di difficile o impossibile attribuzione: una manciata di poesie e molti racconti, oltre a una intervista inedita allo scrittore.
Il materiale qui presentato, in prima battuta apparve su diversi giornali underground: poesie e racconti recavano una sola iniziale, una B o una C, e in rari casi un nome, Henry. Impossibile dire se siano delle prove di scritture nate dalla mano di Charles Bukowski o se siano invece opera di uno o più ubriaconi che ieri tentarono di imitarlo; fatto sta che, per stile e tematiche trattate, le poesie e i racconti presenti in questo volume sono dannatamente intriganti, pulsanti di un politicamente scorretto, che solo Hank (forse) sapeva maneggiare con impareggiabile classe anarcoide.

Giuseppe Iannozzi (detto Beppe), classe 1972, è giornalista, critico letterario, editor e scrittore. Nel 2012 ha pubblicato Angeli caduti (Cicorivolta), nel 2013 L’ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta) e La lebbra (Il Foglio letterario), nel 2014 La cattiva strada (Cicorivolta). Nel 2015 ha pubblicato Fiore di passione, una raccolta poetica autoprodotta e disponibile su Lulu.com (goo.gl/7fiaLo). Scrive per diverse testate online e la free press.

Sito web: iannozzigiuseppe.wordpress.com

Facebook: facebook.com/iannozzi.giuseppe

Twitter: twitter.com/iannozzi

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Bukowski, racconta!
Curatore: Iannozzi Giuseppe
Editore: Ass. Culturale Il Foglio
Collana: Narrativa
Formato: Brossura
Pubblicato: 08/04/2016
Pagine: 190
Lingua: Italiano
Isbn o codice id 9788876066177
Prezzo: 14 Euro

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Pagina ufficiale del libro su Facebook:

http://www.facebook.com/bukowskiracconta/


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