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UNA NOTTE ALL’OPERA

UNA NOTTE ALL’OPERA

Antologico di inediti e di nuove versioni

Iannozzi Giuseppe

UNA NOTTE ALL’OPERA

Non finirà, non tanto presto
La luna è alta, il sangue è dolce
Pallida sei tu, assetato io

Non mi hai dato una buona ragione
per non lasciarti cader di brutto, in fondo
e più giù, nel baratro dei miei occhi neri

Hai visto troppo e sempre troppo poco
Hai capito che aldilà di me altro non c’è
Ti fa spaventa il niente, eppur mi ami
come si ama il proprio riflesso
in mille triangoli di cristalli parigini

Sono innamorato più del solito
e tu hai un’aria così… così tisica

Non finirà, non tanto presto
O forse sì
Hai un’aria sì patita in questi giorni
Il freddo, lo chiami sempre
quasi volessi costringerlo
a diventar la tua seconda pelle
Quando t’accarezzo tremi, tremi

Forse sì, finirà presto questa notte
prima delle altre; e da solo resterò
ad aspettare l’alba al di là dei monti

DIMOSTRARE CHE…

Ho solamente voglia
di buttarmi giù dal balcone
per dimostrare
che non si son poi sbagliati
a dirmi pazzo
Quando a pezzi sarò sul sagrato
non datemi benedizioni
o lacrime da ingoiare
Piuttosto mettete su
il vestito più bello
e datevi a un ballo
sensuale e violento come dio

Vorrei ci fosse allegria
Tu chiama quel pagliaccio
che dopo le nozze
tanto ci fece ridere
fino a morire
ammazzati nel letto
E toglimi la curiosità
di sapere quale il gusto della verginità:
mettimela in bocca
come fosse un’ostia
Non riprenderò coscienza
in questo mondo;
sarò però felice come a Pasqua

Mi raccomando:
annaffia i fiori, piscio e vino
in gran quantità
quando è il vespro
e le ombre s’allungano
per disegnare su quelle pareti d’ellera
forme sconce e orge di sogni interrotti

Non tradirmi col primo venuto
Non ti chiedo poi molto
per tutto quello che abbiamo passato

Vedi, fumo tranquillo
Domani sarò lungo disteso
sul sagrato, ma non lasciare
che il prete mi possa prendere
per mano, nudo come un verme
con la faccia affondata
nella pozza di sangue

Ci ho provato ad essere:
uno che ti sarebbe piaciuto
anche dopo gli anni tutti uguali
Ci ho provato
Ringraziami almeno per questo
e facciamola finita
senza tentar più la strada di Damasco

SOLO TU

dall’ultima volta
che ti ho presa
fra le braccia
sei cambiata
non rispondi più
ai miei baci
ti lasci adorare
come una dea
le mani mi passi
fra i capelli
ti diverti a giocare
e piangi un po’
fra la guazza dei fiori

non ti riconosco più
sei pazza, così pazza
che potrei prendermi
di te
anche se non so
chi oggi sei

i miei baci
tutti li raccogli
sul nudo corpo
ma non ne dai
nemmeno uno
per scherzo
giochi e piangi
così strana sei
davvero non so
chi oggi sei
ma ti giuro
che potrei prendermi
di te
quando giochi e piangi
quando ti bacio
e non rispondi
quando ti dico
che di te ho bisogno
perché sia tu la compagna
l’amante l’amica la sorella

ma tu baci non ne dai
non più
e dai miei mi giudichi

gli occhi chiudi
fai finta di pensare
a qualche cosa
e piangi piano piano

non so chi oggi sei
mi sono preso di te
come una dea
oggi non ti concedi
piangi
eppur lo sento
che lo vorresti
che ti prendessi
con violenza quasi
e invece ti chiudi
le ginocchia porti
al petto e le abbracci
a me da solo mi lasci
posso solo imitarti
e chiedermi perché
perché questo letto
è così tanto vuoto

AMAMI UNA, DUE VOLTE

E adesso chissà che fai
Chi può dire dove ha trovato
il cielo rifugio
A me sempre manca il coraggio
di tagliare la coda alle lucertole,
continua a darmi fastidio la luce
Non ho però ancor dimenticato
la bocca tua saporosa, e dal collo
in giù – amami una, due volte

Son cigni i ballerini, lo fanno bene
Sull’amante volano, lo feriscono
con passi leggeri, astuti di tecnica
s’inventano volti più bianchi
della cera sciolta – della morte libera
Li amano le donne, alla follia li amano,
gentiluomini due volte li credono
Giovane donna, fammi divertire,
mostrami il bianco dei denti
E amami una, due volte

Dal volto ti sei levata la maschera
Inconsolabile Eschilo
Più non gli basta il jazz,
più non gli fa effetto il whisky
Tragico corre dietro ai ballerini

E amami una, due volte o di più

Han dato forfait dèi e vampiri
Oltre i confini delle labbra
s’annebbiano monili e capelli sciolti
Sei bella, bella dal collo in giù
Ami tu colpir di frusta, di più,
sempre di più, sempre di più
Sei bella, bella dal collo in giù

E non ha più un rifugio il cielo
Dal collo, dal collo in giù il miele
Raccogli le mie mani, abbi cura di me,
e non fiatare: in cielo già si sporge
in un buco nero, lo vedi anche tu!

Di buchi neri è ormai gravido il cielo
Ma tu amami, dammi quel che hai
dal collo in giù, dal collo all’inferno
E amami una, due volte o di più

UN MILIONE DI MAJAKOVSKIJ

Stamattina mi sono aperto gli occhi
con il solito, un bicchiere di spenta lucidità
Sul pavimento gli avanzi d’amore,
mozziconi e giochi da tavolo in confusione
E la mia faccia più brutta del solito
fra gli scacchi il re la regina e lo specchio
E quel cazzo d’aforisma scritto col rossetto
E queste due lacrime dolci e amare e silenti
che mi tagliano il sorriso in due
mentre il cuore in petto perde un colpo

Ma stasera è sicuro che avrò il mio bel daffare,
un milione di Majakovskij e un altro di whisky,
una poesia a metà e un colpo veloce di pistola

E così capisco d’essere solamente solo,
giusto un piccolo ingombro nell’Universo
Però l’alba è già alta rossa oltre le Alpi
e non resiste più neanche la voglia di morire
– di soffrire come un cane affamato
legato alla libertà d’una rugginosa catena

LA COMMEDIA UMANA

Nascondetemi dal sole
che ferali raggi reca alla vista
sulla pelle tiepida d’amore
dopo la notte passata
e la lingua di fuori
ancora inzuppata di odio,
di sapor di donna e Balzac

Lontano, ti prego
da questa Commedia Umana
di sudori assetati al mattino
di altri sudori
rinnovati e giovani

Lasciami dormire
sotto il peso del lenzuolo
nella confusione dei pazzi
di sotto in strada
che con le loro urla belluine
l’orecchio e la pietà di Dio feriscono

LE BALLERINE SONO ANDATE

Le ballerine
sono andate
Il becchino ubriaco
ride e scava
Una nuvola di gente
scorta una piccola
piccola bara bianca
La fossa
puzza di gesso

& quando la calano
la bara dentro
s’alza
come una nebbia
Resiste
qualche istante
nell’aria
Poi più niente

SE TI LASCIO

Se ti lascio
andare
& domani
la luce
filtrerà
attraverso
le commessure
delle serrande
trafiggendo
il tuo volto
fotografato
nella cornice
allora
avrò perso
la vita
insieme a te

HO SOGNATO UN MONDO

Tu non sai: ho sognato un mondo d’amore
di tette al vento, di volti gentili aperti al sole
L’erba alta sfogliata dalle carezze degli amanti
in cerca d’un filo d’ombra prima di fare all’amore;
e alberi frondosi, verdi, carichi di fiori
che domani saran succosi frutti maturi
E quelle labbra, oh quelle labbra sì rosse
che a morderle a pelo illanguidiscono l’anima;
la tua bocca così dolce, rifugio di baci,
e la mia mano sul tuo nudo volto
a sfiorare con la punta dell’indice
l’incertezza tua sospirata a metà
prima di darti all’ardore della lingua mia,
mentre già scivola la sinistra lungo le gambe
nude di bellezza toccate dal calor di Dio

ACQUA SANTA

Non ti amerò
perché sei tu a comandarlo
Non ti farò preghiera
perché sei tu (come per Giasone) a condannarmi
Non cercherò le tue labbra
né ringrazierò le lacrime che un dì versasti
nella tinozza dell’acqua santa sotto la Croce

Non dimenticherò
che mi hai dimenticato
per un capriccio di gabbiani
e un batter di mani a teatro
Non ti perdonerò d’avermi amato
sempre a modo tuo per il mio bene
Tu non sai qual è il mio desiderio
Come pretendi di mettermi in riga?

Come pretendi d’avermi accanto
se quel che fai è per il mio bene
ma a modo tuo?

Butta giù quel grattacielo,
i faraoni alle scrivanie
dietro alle loro babeliche torri di burocrazia
Butta giù il telefono
e dimentica d’esser legata
alla condanna d’un numero

Vieni poi a me accanto e taci

BELLA STELLA

Un giorno il nostro amore trionferà
E quel giorno niuno oserà dir parola
che non sia d’amore
Le malelingue taceranno, i noiosi
invece si faran da parte a ubriacarsi
la bocca colle ben loro misere volgarità
Gl’astri in cielo prenderanno lucore
più forte del normale, dèmoni e santi
ci daran ragione, perché sì, siam noi
la coppia più bella del mondo
E anche se a malincuore i tuoi vetusti
alfine non potranno che accettar il fatto
e darci la loro benedizione,
o ripiegare in un tener bassa la testa
come chi sconfitto non accetta la sconfitta
né dell’avversario il valore estremo
L’amor nostro trionferà; nemmeno Iddio
moverà contro le sue schiere angelicate
per portarci danno o scorno; e seppur io
ateo e lontano dalle beffe della religione
un posto accanto al te, Bella Stella, l’avrò

Saranno tutti assisi al nostro fianco,
i santi colle arpe, i dèmoni coi forconi
Un tripudio di bene e male per suggellare
il nostro immarcescibile amore con due baci,
uno da colui che dicono sia l’Angelo Caduto
e l’altro da parte di Colui che dicono abbia
creato il Creato da un bel Niente
in sei giorni appena più uno di riposo

Bella Stella, non paventare
che i nostri cuori
un dì possano esser spaiati,
gittati in atre profondità
di cui ignoriamo forza ed entità

Non tremare, il mio sempiterno abbraccio
avrà cura dell’alma tua e del corpo sacro
che ne è mortal scrigno da quando sei nata

VIVI QUALCUNO

Dovresti volermi un po’ di bene
nella confusione che da mane a sera c’è
Dovresti volermi un po’ d’amore
invece di perderti nei pensieri tuoi

A letto hai letto tutti i romanzi rosa
e quelli che parlano di guerra,
e fino alle lacrime ti sei commossa
per ogni fila di uomini caduti
nei dispetti degl’inutili sogni loro

Così, oggi, il capo scuoti e sorridi
felice d’esserti lasciata alle spalle
il pianto delle notti buie e insonni,
perché adesso sì, vivi qualcuno,
un uomo umile sì e no, un po’ santo
uguale a chi in terra straniera muore
e davvero non lo sa il perché


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