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Continental Brontës

The Telegraph and Argus reports that the proposal to demolish the Cross Roads Inn, between Haworth and Keighley and which closed as a pub last year, and turn it into flats has been refused. The pub is famous in the Brontë story because
One significant element of its history is the fact Branwell Bronte, the brother of the Bronte sisters, once entered a writing competition in the pub – a turn of events that led to a theory that he had written acclaimed novel Wuthering Heights. (Chris Young)
What he read was said by some, years after it happened, to be from Wuthering Heights.

Cinematografo (Italy) reviews Frances O'Connor's Emily giving it 3.5 stars.
In fondo, non si può fare che autobiografia. Non importa se reale o immaginaria, vissuta o solo vagheggiata. Contano le collisioni tra questi emisferi, e il modo soggettivo, intimo, di sintetizzarle e travasarle in letteratura.
Frances O’ Connor, dopo decenni di recitazione (A.I. Intelligenza Artificiale), si piazza per la prima volta dietro la macchina da presa, per cesellare vita, tormenti, slanci, incubi e immaginazioni di Emily Brontë. Un’esistenza che si definisce in un corpo a corpo con la scrittura: una vocazione scacciata, rinnegata, poi finalmente accolta e sublimata in un romanzo epocale. [...]
La recitazione della neo-stellina Emma Mackey (fulcro di Sex Education, e prossima Barbie in tandem con Robbie), camaleontica e nevrile, allora, si staglia, tra campi lunghi da cartolina, come uno strabordante saggio di recitazione. Mackey l’espressionista, sa riproporre tutto il tremolio emotivo della scrittrice, intestandosi con smorfiosa, sfrontata grazia, il saliscendi sentimentale della parabola. 
Piazzando la camera negli occhi di Emily, allora, O’ Connor può rimbeccare di sguincio l’Ottocento anglosassone, imbalsamato in cuffiette, carrozze, brughiere, chiese e colpe da espiare. Eppure l’attrice-regista ne mantiene, fedelmente, tutte le direttrici morali, con una sensibilità rabbiosa, postmoderna, orgogliosamente femminista: lega a doppio filo letteratura e vita, sfuma i confini tra biografia e leggenda, calca la mano sugli sconquassi del patriarcato, sulla famiglia come covo di vipere, sula storia e le conseguenze dell’amore per la sua eroina.
Eppure, riplasmando l’Ottocento con il Duemila, la letteratura con la biografia, non perde il controllo davanti all’incandescenza sentimentale della materia, perché lavora con l’accetta, scartando, riducendo, essenzializzando la cronologia, asservendola allo stream of counsciousness (ante litteram) della protagonista, fatto, cinematicamente, d’un turbinio d’occhi e corse nelle praterie e pianti e rabbia e capelli al vento.
Il risultando è un film intimista, rarefatto e luttuoso, che scopre subito le carte in tavola e poi volteggia, leggiadro, trai generi senza lasciarsi ghermire da nessuno di loro: Emily non è né un biopic, né un prequel del romanzo, né un saggio letterario, né un affresco storico, né tantomeno una storia d’amore. È tutto questo, e la sua sussurrata negazione.
Perché O’ Connor impregna sì ogni scena di tutta la gravità morale e sentimentale del romanzo, ma, marginalizzando, stilizzando ambienti e caratteri, imprime alla storia un inedito naturalismo atemporale, a sprazzi lirico – Emily che balla nel vento – , come sollevato dal tempo e sgravato dalla Storia, eppure rigoroso nell’almanaccarne e denuciarne perbenismo e discriminazioni. 
Insomma, un ode, di ambizioni esemplari, sulla vitalità frustrata ma non tramortita di Brontë, sulla sua insaziata sete di libertà contro le istituzioni (religiose, genitoriali, patriarcali), e sulla certezza che ogni pagina di letteratura, nella sua universalità, sia impregnata di uno sguardo individuale, privato, tanto intimo quanto fragile. E inconoscibile. (Davide Maria Zazzini) (Translation)
Movietele (Italy) reviews it too,
Emma Mackey (la giovane attrice lanciata da Sex Education) dà vita a una Emily Brontë sfaccettata, incarnandone il lato più ingenuo, infantile e giocoso così come quello più malinconico, introspettivo ma anche maliziosamente spregiudicato, cercando quindi di farne una figura che possa essere anche in linea allo spirito di una giovane donna dei nostri giorni, avvicinandola magari così alla sensibilità di un pubblico, soprattutto femminile, contemporaneo.
Emily è quindi un biopic romanzato dalla sceneggiatura a tratti frammentaria, che dilata i tempi del racconto arrivando a superare le due ore di durata, per una fruizione quindi non sempre fluida e agevole che potrebbe scoraggiare lo spettatore in cerca di un film più conciso e convenzionale. Nel complesso, il film sembra a volte indeciso tra un racconto più evanescente e allusivo, dalle parentesi quasi oniriche che portano dentro la mente della protagonista, e una narrazione che dia più definizione a personaggi e vicende concrete.
Si tratta comunque di un’opera interessante per chi volesse scoprire qualcosa di più su una figura importante nel campo della letteratura, con una storia che va a richiamare quei temi e quello spirito che hanno reso celebre la sua protagonista. (Matilde Capozio) (Translation)
Le Figaro (France) announces the series Passions anglaises which will bring some period dramas to Arte TV. One of them will be Jane Eyre 2006.
Dans un genre plus gothique, l'adaptation de 2006 de Jane Eyre, presque à la lisière du fantastique, révèle les ambiguïtés des héros de Charlotte Brontë. Toby Stephens (le fils de Maggie Smith) prête à M. Rochester sa rigueur et son autoritarisme. Avec son sourire énigmatique, la future star de The Affair, Ruth Wilson, s'impose comme une des Jane les plus authentiques. Une femme « obscure et modeste » sans beauté particulière, comme la décrivait sa créatrice. (Constance Jamet) (Translation)
NRC (Netherlands) reviews Wise Children's Wuthering Heights giving it 4 out of 5 stars.
Wuthering Heights kan hard zijn – iets wat critici in Brontës tijd tegen de borst stuitte. Maar juist de rauwheid maakt dit verhaal intrigerend. Er zijn sterfgevallen en geboortes, geestverschijning en geweld: passie heeft steeds een duistere kant. Catherine en Heathcliff groeien op, komen tot elkaar en botsen frontaal. Dit soort turbulente momenten wordt uitmuntend vertolkt, zonder in extremen te vervallen.
De afwijzingen die Heathcliff ervaart en die de voedingsbodem vormen voor zijn woede, zijn in Rice’ bewerking geworteld in racisme. Het toont aan wat uitsluiting kan voortbrengen en geeft een inkijkje in de ongepolijste kanten van de menselijke geest, in momenten waarop de ratio naar de achtergrond verdwijnt. Dit komt tot uiting in de composities van Ian Ross, die live worden uitgevoerd. Zijn soundtrack varieert van folk tot felle rock. Op deze muzikale momenten krijgen personages de kans om hun emoties te tonen en zich even helemaal te laten gaan, maar de nummers geven ook lucht aan scènes, waarin het er hevig aan toe gaat.
In deze aanstekelijke Wuthering Heights kolken de emoties aanhoudend: soms toveren scènes een glimlach tevoorschijn, soms zijn ze ronduit huiveringwekkend. Woede en liefde vechten om voorrang, maar in de verte gloort de hoop – als ochtendzon boven de heide. (Elisabeth Oosterling) (Translation)
Nouveau (Netherlands) features it as well.

On Brontë.org.uk, writer in residence Ian Humphreys discusses 'Cuckoos and Masks: From Wuthering Heights to Hollywood'.


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