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Un soldo di paura

Un soldo di paura

Giuseppe Iannozzi


Foto di Kate M su Unsplash

NESSUNA CROCE IN MANO

Ho pregato a lungo
alla deriva con il mio legno,
e nessuna croce in mano
Ho pregato
perché Moby Dick
mi abbattesse prima
che il mio arpione
gli imponesse
la mia ferrea ragione

Una o due volte ho bestemmiato
per dar sfogo alla lingua
– per troppo tempo costretta
a leccare del mare il sale

E alla fine son tornato
al molo che mi regalò
un soldo di paura
Della mia donna
nessun segno, solo camalli
e streghe sbronze
E un chierichetto più di là
che di qua

ALLEN GINSBERG 

Allen arriva
in una busta gialla e imbottita
Arriva da morto
Non l’ho ancora sfogliato,
ma lo riconosco dall’odore
Lo immagino
con la barba da Leone
& con una mano pelosa
sulla patta aperta

Fuori pioviggina
Il postino dice
di firmare
per avere la raccomandata

Allen giace chiuso
– ancora per poco –
dentro la sua busta
con su scritto
il mio nome
& la dicitura PIEGO DI LIBRI
Ha il suo odore Allen,
ha rabbia di lavatrici a gettone
che mai
i secoli potranno
lavare via

Squarcio la busta
e incontro i suoi occhi,
occhi di poesie,
di schiere di parole
Allen mi invita
a dire la verità
perché sono vivo
e qualche cosa gliela devo

IN FILA

Dissero di me, poeta
Io ero muto in attesa,
in fila con tanti altri
per il bagno comunale



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