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Beppe Mecconi, “I proverbi della Signorina Celide”. Intervista a un Artista eclettico e geniale

Beppe Mecconi

“I Proverbi della Signorina Celide”

Intervista a un Artista eclettico e geniale

di Giuseppe Iannozzi

Töpffer edizioni

1. Bèppe Mecconi, “I proverbi della Signorina Celide” (Töpffer edizioni) è appena arrivato in libreria. Come è nata l’idea di sviluppare dei racconti partendo da alcuni proverbi?

Mi sono sempre divertito a giocare con le parole, il fatto che cambiando anche soltanto una lettera all’interno di una frase si possa stravolgerne il significato mi affascina, fin da ragazzo. E i proverbi si prestano a questa “mutazione” in maniera fantastica. Così, appunto da ragazzo, mi divertivo a trasformali; ti faccio un esempio che non è tra quelli all’interno del libro, così non spoileriamo nulla. Il proverbio “L’appetito vien mangiando” si può trasformare in “L’ape Tito vien mungendo”, e narra la storia di un ape di nome Tito che infastidiva un pastore ogni volta che si accingeva a mungere. Ecco, così, per gioco, sono nati i proverbi della Signorina Celide.

2. Ieri, prima dell’avvento della televisione e dello smartphone, ci si riuniva intorno al fuoco d’un camino, e chi aveva qualcosa da raccontare la raccontava. Oggi, quasi tutti vivono in funzione del loro cellulare. Ha ancora senso scrivere favole? Le nuove generazioni, almeno stando alle statistiche, non sembrano granché interessate ai libri.

Non solo ha senso, ma è necessario! I bambini, che ho ancora la fortuna di frequentare quando mi chiamano nelle scuole o nelle biblioteche a leggere le mie fiabe, sono ammaliati, come lo eravamo noi e i nostri avi prima di noi, nell’ascoltare favole e racconti. E si impara sempre da loro, sono creature meravigliose, i bambini, e sono grandi lettori. È crescendo che si trasformano, si omologano agli adulti, ed è lì che si perdono. Ma non tutti. In ognuno di noi c’è il fanciullino di cui ha scritto Pascoli, occorre alimentarlo, mantenerlo vivo e vitale. Occorre mantenere la capacità di sorprendersi, di vedere il bello che ovunque ci circonda, nonostante, appunto, molti adulti.

3. I proverbi sono essenzialmente dei brevi motti che esprimono norme desunte dall’esperienza. Oggi, purtroppo, questa forma letteraria sta scomparendo. La Signorina Celide è un personaggio inventato di sana pianta? Non credo.

I proverbi, ahinoi, stanno realmente scomparendo. I bambini delle elementari ne conoscono davvero pochi. Per fortuna qualche nonno glieli insegna, ma temo siano destinati a scomparire dalla memoria collettiva nei prossimi decenni. Anche per questo ho voluto scrivere questo libro, sperando che incuriosisca a scoprirne altri.
La Signorina Celide era una mia prozia, la sorella di mia nonna paterna. Io non ho avuto la fortuna di conoscere i miei nonni ma la zia Celide li ha sostituiti alla grande. Era una persona stupenda, ne parlo diffusamente nel mio romanzo Trabastìa, lì appare con il nome di Amina, ma è lei, e c’è ben poco di romanzato. Non raccontava le storie dei proverbi, quelli li ho inventati io, ma la sua intera esistenza, quasi cent’anni, è un romanzo, ed è quello raccontava a me.

4. Beppe Mecconi, “I proverbi della Signorina Celide” è un libro ricchissimo di disegni in bianco e nero che, ovviamente, vengono dalla tua matita. Le illustrazioni sono semplici, un po’ naïf e proprio per questo non possono non attirare l’attenzione; ogni situazione da te narrata è sempre legata a un tuo disegno. Un lavoro fatto a mano è migliore rispetto a uno creato con dei software specifici?

Amo lavorare con matite e colori, amo sporcarmi disegnando e dipingendo! Fa parte del mestiere. Ammiro chi usa bene le nuove tecnologie, e trovo divertente usarle, ma tenere tra le dita una matita, un pennello, anzi, decine di matite e pennelli diversi è un piacere al quale non posso e non voglio rinunciare.

5. Ne “I proverbi della Signorina Celide” incontriamo personaggi che non amano né l’umanità né gli animali, pensano solo ad arricchirsi e a fare del male. Il male, oggi più di ieri, serpeggia nella nostra società, i lupi si travestono da agnelli e sono davvero molto bravi a raggirare il prossimo. Il tuo lavoro, Beppe Mecconi, quale messaggio porta ai lettori?

Beh, l’hai già detto tu. Occorre riconoscere e scoprire le brutte persone, e oggi sono davvero tante, ai livelli più alti della società. Bisogna essere in grado di indignarsi, di arrabbiarsi, di essere in grado di riconoscerli, di additarli per quello che sono: pessime persone, egoiste, insensibili, non raramente ripugnanti con la loro volgarità, cattiveria ed egoismo senza vergogna. Dobbiamo inviare messaggi positivi, dobbiamo reagire alla palude che avanza. Sono convinto che le belle persone siano la maggioranza, tutto sta a farglielo capire, e ogni piccola mattonella nella costruzione di questo cammino è utile e necessaria.

6. Beppe Mecconi, è fuor di dubbio che sei un grande affabulatore. Nell’introduzione di Francesco De Nicola possiamo leggere: «Beppe Mecconi, per bocca della vivace signorina Celide, intrattiene il lettore con le più fantasiose trovate narrative, esposte con arguzia e linguaggio diretto e coinvolgente […]». Quali qualità dovrebbe avere un bravo narratore?

Ti ringrazio, e ringrazio il professor De Nicola. Non è facile risponderti… mi piace raccontare; in effetti mi piace raccontare in tutte le forme possibili, coi miei dipinti, le illustrazioni, le fiabe, i racconti, gli spettacoli… Occorre saper tenere viva l’attenzione di chi ascolta/guarda, occorre divertirsi in quello che si sta facendo, se il narratore si diverte lo farà anche il pubblico. E poi ci sono i dettagli, sono i dettagli che fanno l’insieme, in ogni disciplina artistica. Quindi le pause, gli sguardi, i cambi di tono, senza mai strafare. L’esagerazione è pessima, in ogni forma di linguaggio con il quale si abbia la necessità di esprimersi.

7. Chi sono i tuoi scrittori preferiti, quelli che ancor oggi leggi senza annoiarti? Gira la voce, già da lunga pezza, che gli scrittori leggono soltanto alcuni autori le cui opere sono considerate dei classici della letteratura. È solo una chiacchiera, una cattiveria?

Non sapevo di questa voce, ma mi ci ritrovo in pieno. Faccio fatica a leggere libri di autori nuovi, benché ne abbia la casa piena. Preferisco davvero leggere e rileggere i classici o quelli che io considero classici: Hemingway, Steinbeck, Garcia Marquez, Poe, Melville, London, Hesse, Borges, Dostoevskij… e cento altri.

8. Beppe Mecconi, la Signorina Celide ti assomiglia? Anche tu leggi Carlo Collodi e Dino Buzzati?

Senza ombra di dubbio! Amo davvero entrambi, e colleziono edizioni di Pinocchio, ne ho moltissimi, pregiati e dozzinali.

9. A tuo avviso, fantasia e immaginazione sono la stessa cosa? Scriverai altri racconti dopo “I proverbi della Signorina Celide”?

Difficile rispondere… Sono entrambe azioni creative, credo però che la fantasia arrivi un attimo prima dell’immaginazione. Forse la fantasia è solo mentale, mentre l’immaginazione coinvolge a livello emozionale.
Sì, e in effetti ne sto scrivendo, da alcuni anni, uno ogni sabato per la mia rubrica ‘Quisquilie e meraviglie’ su Cittadellaspezia, il giornale più letto (web e non) di tutta la Liguria di Levante. Chissà, prima o poi potrebbero essere pubblicati in una raccolta, magari ognuno con una illustrazione abbinata. Che ne dici? Potrebbe essere un’idea?

Beppe Mecconi è nato e vive nel Golfo dei Poeti. Pittore, scrittore, illustratore di libri per l’infanzia, sceneggiatore, autore e direttore di film-documentari, regista di teatro e recital musicali. Per 12 anni Presidente e Responsabile culturale del Museo paleontologico nel Castello di Lerici. Collabora con Projeto Libertade, ONG che si occupa dei disagi dell’infanzia nella favela di Vila Vintèm a Rio de Janeiro. Ha ricevuto dall’UNICEF il diploma ufficiale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Recentemente è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica italiana per meriti culturali e artistici. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo per  Gammarò Trabastìa – Cent’anni di gente comune, 2017; Il manoscritto di Laneghè, 2020. Per Töpffer edizioni: Il polpo campanaro, (2018); La notte che mio nonno pescò Babbo Natale, (2018). 

I proverbi della Signorina CelideBeppe Mecconi – Prefazione: Francesco De Nicola – Nota critica: Giuseppe Conte – Con i disegni in bianco e nero dell’Autore – Töpffer edizioni – Prima edizione: giugno 2023 – Pagine 136 – ISBN: 9788888151359 – Prezzo di copertina: 24,50 €



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