Get Even More Visitors To Your Blog, Upgrade To A Business Listing >>

Maxence Fermine racconta la storia d’amore fra Leonard Cohen e Marianne Ihlen: “Dance me to the end of love” – recensione di Giuseppe Iannozzi

Lo scrittore Maxence Fermine racconta la storia d’amore fra Leonard Cohen e Marianne Ihlen: Dance me to the end of love”

di Giuseppe Iannozzi

Maxence Fermine, autore francese molto noto in Italia, soprattutto per “La trilogia dei colori: Neve – Il violino nero – L’apicoltore”, omaggia Leonard Cohen con un romanzo breve, “Dance me to the end of love” (AnimaMundi Edizioni). Il nuovo lavoro di Maxence non è una biografia, siamo infatti di fronte a una libera quanto poetica interpretazione della storia d’amore fra Leonard e Marianne.

Leonard Cohen ha condotto una vita all’insegna della libertà, amava viaggiare leggero, non desiderava legarsi per troppo tempo a una persona; per poter scrivere aveva bisogno di tempo, di spazio e di libertà. In ogni caso, ha avuto due figli, Adam e Lorca, da Suzanne Elrod. In età giovanile, ha anche cercato di conquistare l’inaccessibile cuore di Nico (Christa Päffgen), inoltre è stato sentimentalmente legato all’attrice Rebecca De Mornay; nel corso degli anni, Cohen ha avuto altre relazioni piuttosto importanti, come quella con la fotografa Dominique Issermann. Negli ultimi anni, l’artista ha rivelato di aver avuto un rapporto occasionale con Janis Joplin.
Marianne Ihlen, modella norvegese, fu il grande amore di Leonard. La conobbe, negli anni sessanta, sull’isola di Hydra e, fra alti e bassi, la loro relazione durò circa sette anni. Leonard, non senza soffrire, scelse la libertà, andò incontro al suo destino di poeta-cantautore, senza però dimenticare la sua Musa alla quale dedicò la celeberrima So long, Marianne: «Ci incontrammo che eravamo quasi giovani, immersi in un parco fiorito di lilla, ti aggrappavi a me come fossi un crocifisso mentre procedevamo in ginocchio nell’oscurità.» (1967 – Songs of Leonard Cohen)

Leonard Cohen non nasconde di soffrire di depressione, il suo spirito è quasi sempre inquieto: vive per la poesia, è una necessità scrivere, non può farne a meno. La poesia gli scorre nel sangue. Il suoi poeti di riferimento sono Federico García Lorca, William Butler Yeats, Andrew Marvell, John Donne, Wystan Hugh Auden. Ma è soprattutto l’opera poetica di Federico Garcia Lorca, piena d’amore, carnalità e disciplina, a influenzarlo.
Maxence Fermine racconta la storia d’amore fra Marianne e Leonard, avvolgendola in tante immagini poetiche. Nella prefazione, Maxime Fermine puntualizza quanto segue: «Un libro su un cantautore in divenire, all’epoca romanziere e poeta, che ha lasciato il mondo per ritirarsi su un’isola greca, in compagnia di una vergine dagli occhi di ghiaccio. E che, nonostante gli insondabili tormenti della depressione, continua a scrivere, amare e vivere con l’eleganza della disperazione. […] Questo testo è importante per me perché parla della genesi dell’amore, della poesia, della creazione e della ricerca di sé. È un omaggio a un artista immenso che, per quasi 40 anni, ha accompagnato la mia vita. Ho giurato a me stesso che un giorno ne avrei scritto un libro. Ora l’ho fatto.»

È opinione diffusa che scrivere versi sia un lavoro piuttosto semplice e veloce; c’è chi ritiene che una buona poesia si possa scrivere nel giro di un paio d’ore; e molti artistoidi sono convinti che se un poeta ha un’idea la deve scrivere subito e non toccarla più. Quasi tutti i grandi poeti hanno sudato duro per consegnarci le opere, non si sono accontentati di scrivere di getto, e nel corso degli anni hanno rielaborato profondamente le loro opere. Leonard Cohen non fa eccezione, anche lui ha avuto bisogno di parecchio tempo per dare forma definitiva alle sue liriche. Alcune sue canzoni hanno avuto una gestazione che ad alcuni potrebbe sembrare eccessiva: dieci anni per mettere nero su bianco un testo e una musica non sono pochi, ma non sono neanche così tanti. Le opere immortali, non c’è niente da fare, necessitano di tempo, di un talento immenso e di una buona dose di disciplina (od ostinazione). Maxence Fermine non è reticente su questo punto e nel suo “Dance me to the end of love” scrive: «[…]  In termini di creazione, il tempo è un dato difficile da quantificare. Una canzone, come una poesia, richiede capacità, ispirazione, distacco. All’inizio ci sono due o tre frasi che girano in ritornello nella testa, il resto rimane inafferrabile come un profumo. […] Spesso, dopo dieci anni, qualche verso dorme ancora in un cassetto. […]»

“Dance me to the end of love” è un lavoro intriso di poesia, e Maxence Fermine si concede diverse libertà interpretative che i conoscitori di Leonard Cohen non faticheranno a individuare. Cohen, come si è già detto, amava viaggiare leggero e non poteva fare a meno di essere e sentirsi libero.
Prima di morire, scrive un ultimo messaggio alla sua amata Musa che è a un passo dalla morte: «Carissima Marianne, sono solo pochi passi dietro di te, ma abbastanza vicino da stringerti la mano. Questo mio vecchio corpo, così come il tuo, ha ormai rinunciato a combattere e, da un giorno all’altro, sto aspettando che mi arrivi l’avviso di sfratto. Non ho mai dimenticato il tuo amore e la tua bellezza. Ma questo tu lo sai, non devo aggiungere altro. Fai buon viaggio, amica mia. Ci vediamo tra poco in fondo al viale. Con amore e gratitudine, Leonard».

“Dance me to the end of love” di Maxence Fermine sarà disponibile in anteprima mondiale in lingua italiana, ottimamente tradotto dalla poetessa e musicista Roberta Castoldi, il 9 gennaio 2023.

Maxence Fermine vive in Alta Savoia. Ha pubblicato per Bompiani: Neve (1999), che ha raggiunto ventisei edizioni ed è stato tradotto in diciassette lingue, Il violino nero (2001), L’apicoltore (2002), La trilogia dei colori (2003), Opium (2003), Amazone e la leggenda del pianoforte bianco (2005), Tango MasaiL’ultimo sultano (2006), Il labirinto del tempo (2008), La piccola mercante di sogni (2013), La bambola di porcellana (2014), La fata dei ghiacci (2015), Il palazzo delle ombre (2017), Billard Blues (2004 e 2020). L’ultimo suo libro Dance me to the end of love esce in Italia in anteprima mondiale per AnimaMundi Edizioni, nella traduzione di Roberta Castoldi.

Roberta Castoldi (1971) è poetessa e musicista. Si occupa di progetti in ambito culturale e scolastico. La scomparsa è il suo primo libro di versi, pubblicato nel 1999 con una prefazione di Franco Loi. Nel 2007 è uscito Il bianco e la conversazione a cura di Davide Rondoni (Marietti Editore). Sue poesie sono apparse nelle antologie I poeti di vent’anni a cura di Mario Santagostini e Maurizio Cucchi (La Stampa, 2000), Melodie della terra. Novecento e natura, a cura di Plinio Perilli (Crocetti, 1998) e nelle riviste PoesiaIntersezioni (Il Mulino) e PantaEditoria a cura di Elisabetta Sgarbi e Laura Lepri. Ha curato per Einaudi Il libro di Morgan (2015) e tradotto saggi di filosofi francesi contemporanei come Baldine Saint-Girons e Jean-Jacques Wunenburger. Collabora con la rivista online Alberoni Magazine e con il mensile LEI Style, per cui cura la rubrica Corpo di Bacco: l’arte dell’incantamento. Come violoncellista ha lavorato con molti artisti italiani e stranieri tra cui Afterhours, Bluvertigo, David Byrne, John Parish, Cesare Basile, Soledonna, Cristina Donà.

Dance me to the end of loveMaxence Fermine – Traduttore: Roberta Castoldi – AnimaMundi Edizioni – Prima edizione: giugno 2023 – Pagine: 88 – ISBN: 9791280837196 – Prezzo di copertina: € 15.00



This post first appeared on Iannozzi Giuseppe – Scrittore E Giornalista | Ia, please read the originial post: here

Share the post

Maxence Fermine racconta la storia d’amore fra Leonard Cohen e Marianne Ihlen: “Dance me to the end of love” – recensione di Giuseppe Iannozzi

×

Subscribe to Iannozzi Giuseppe – Scrittore E Giornalista | Ia

Get updates delivered right to your inbox!

Thank you for your subscription

×