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Leonard Cohen – Il libro del desiderio – Mondadori

Il libro del desiderio

Leonard Cohen

Mondadori

Leonard Cohen ha cominciato a lavorare al suo nuovo libro di poesie e disegni più di dieci anni fa, durante il suo soggiorno presso il monastero Zen sul monte Baldy in California. Il libro del desiderio è stato scritto nella sua prima versione tra la California e l’India e – come ha accennato il suo autore in un’intervista – racconta il viaggio spirituale compiuto da un ebreo nel corso della sua vita. Un volume attesissimo dai milioni di fan in tutto il mondo che ogni volta salutano il lavoro di Cohen con quel grado di passione ed entusiasmo che si è soliti riservare ai geni del suo calibro. Invecchiata, ma ancora carismatica e fascinosa, la voce roca di Cohen è animata da una nuova ispirazione, forte delle inquietudini di una nuova era che si confrontano con le memorie di un passato sempre presente. Parole che grazie al loro tono ipnotico conquistano una dimensione spirituale ed esistenziale unica che il poeta e cantautore canadese distilla come un’essenza preziosa. Poesie di una voce leggendaria, tra ironia e dolore, alla ricerca delle “figure della bellezza”.

Leonard Cohen – Suo padre, imprenditore tessile, morì quando lui aveva nove anni. A diciassette anni entrò alla McGill University dove formò i Buckskin Boys e scrisse il primo libro di poesie, Let Us Compare Mythologies (tradotto in Italia con il titolo Confrontiamo allora i nostri miti).
Il suo secondo volume, pubblicato nel 1961 e intitolato The Spice Box of Earth, fu apprezzato in tutto il mondo. Ma come è sempre accaduto nella sua carriera, l’enorme riconoscimento ricevuto dalla sua opera non trovò un corrispettivo dal punto di vista economico.
“Non riuscivo a guadagnarmi da vivere”, ha detto.
Scrive Giancarlo De Cataldo nella prefazione a L’energia degli schiavi: «Perennemente incapace di scegliere fra l’ascesi imposta da un millenario retroterra mistico e la pelle abbronzata delle stelline di cartapesta, ha bruciato e consumato amori, rancori, droghe e dolori.
Ha mollato l’azienda di famiglia (ramo tessile) per farsi poeta.
Ha studiato la cabala e il Talmud ed esplorato il sesso adolescente nel lungo inverno canadese.
È partito per Cuba entusiasta di Fidel e ne è stato cacciato con ignominia per aver fatto comunella con una congrega di santi bevitori e donnine di facili costumi quanto mai invisa al moralismo di regime.
È stato “Capitan Mandrax”, il bipede semovente più fatto del sistema rock, e ha conteso a Ernst Jünger e William Burroughs il discutibile primato di tossico più longevo del XX secolo.
A sessant’anni suonati s’è ritirato in cima a un eremo per assistere il vecchio maestro Roshi, a quasi settanta ha riscoperto Los Angeles, la tv e il nemico pubblico numero due (dopo l’undici di settembre) dei puritani stelle & strisce: il tabacco.
Nel bel mezzo del periodo buddista ha scritto una sarcastica invettiva rivendicando la sua mai negletta appartenenza alla cultura (e alla fede) ebraica.
Il suo continuo oscillare da un estremo all’altro di due visioni profondamente contrapposte dell’esistenza ne fa un esempio unico di vita vissuta e raccontata in una “presa diretta” costantemente sopra le righe.»

Dopo un breve periodo trascorso alla Columbia University di New York, Cohen ottenne una borsa di studio con la quale venne in Europa, stabilendosi in Grecia, nell’isola di Hydra dove visse per sette anni con Marianne Jensen e suo figlio Axel.
Nel periodo greco scrisse un’altra raccolta di poesie Fiori per Hitler (1964) e due romanzi di successo The Favourite Game (Il gioco preferito, il suo ritratto di giovane ebreo a Montreal) e Beautiful Losers (1966). Dopo aver raggiunto la notorietà come romanziere e poeta, Cohen decise di tornare in America e dedicarsi completamente alla musica.
Nel 1967 registrò per la Columbia il suo primo album The Songs of Leonard Cohen, che include brani come “Suzanne”, “Hey That’s No Way To Say Goodbye”, “So Long, Marianne” and “Sister of Mercy”. 
Songs for a Room
 e Songs of Love and Hate del ’69 e del ’71 confermano il talento di Cohen come poeta e musicista della solitudine. Del ’72 è il suo primo album dal vivo Live Songs. Nel 1973 New Skin for the Old Ceremony dà l’avvio a un rinnovamento stilistico che coniuga la tipica ricerca nei meandri dell’animo umano con un suono rinnovato e arrangiato con più cura. Dopo questo album Cohen si prende qualche anno di pausa fino al 1977, quando esce forse il suo album più strano Death Of a Ladies’ Man. A questo fa seguito Recent Songs del 1979, un nuovo punto di partenza rispetto ai precedenti, in cui oltre ai temi riguardanti le difficili relazioni uomo/donna si affacciano quelli riguardanti la sfera religiosa che Cohen realizza in pieno nell’album del 1984 Various Positions nel quale sono incluse canzoni come “Halleluja”, “The Law”, “Heart With No Companion”, nate da una lunga e difficile battaglia spirituale che Cohen ha intrapreso con se stesso.
Nel corso degli anni ’90 Cohen ha continuato a scrivere poesie che sono state pubblicate in tutto il mondo: per un uomo che aspirava semplicemente ad essere “un poeta minore” tutto questo non è poco.
È morto il 7 novembre 2016.

Il libro del desiderioLeonard Cohen – Traduzione: L. Brambilla, U. Fiori – Mondadori – Collana: Strade blu. Fiction – Pagine: 280 p., ill. – ISBN: 9788804574347 – Prezzo di copertina: 9,50



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