Get Even More Visitors To Your Blog, Upgrade To A Business Listing >>

Guardare in faccia Dio

Guardare in faccia Dio

ANTOLOGIA VOL. 278

Iannozzi Giuseppe

NON DIRÒ

Non dirò mai che sono poeta
uno che accomoda lucide follie
dentro parole in bella calligrafia

Ma se di me ti fiderai un po’
un bacio io te lo dedicherò

per un momento sulla fronte
sulla bocca poi per sempre

SI MUORE CON IL SOLE O NO

si muore in un giorno di sole
o di notte
mentre vomita lacrime il cielo

sempre definitivo il morire,
con il buio o no; lamenti
su lamenti, e alla fine
il niente eterno ti prende

BUGIARDI

Ora che la porta s’affaccia sull’Inferno
vedo bene le facce bugiarde che avete

Ora che la porta sul naso ve la sbatto
capisco che maledire non fu abbastanza

UN MOMENTO

con sembianze di spavento
nel tuo abbraccio son morto
nel giro d’un momento

COME CESARE

da me dovrei pretendere di più
dagli altri dovrei invece pretendere

molto e molto di più, proprio come Cesare;
e non limitarmi a urlare uno due tre e basta

da me dovrei pretendere d’esser Cesare,
perfettamente inesorabile

IL CORAGGIO D’UN RE

Perdere,
perdere l’appoggio
d’un Re, del suo coraggio

Perdere
le briglie sciolte
del regal suo cavallo

Perdere
il senno e il sonno
per orgoglio,
per smania di protagonismo

Grave,
sì grave
perdere il filo della spada
e il pugno duro d’un Re

Per quanto invaso dalla pazzia,
il nobil suo sangue mai
si piegherà al ferro oppressore;
dovreste voi ben saperlo!

Perdere,
perdere il favore del Re
Meglio per voi sarebbe stato
se in campo aperto,
in un faccia a faccia,
aveste persa la vita,
cani che non siete altro!
Che mai ve ne farete ora
di tutto quel fiato puzzolente
nelle budella conchiuso?

Chi perde
del Re il favore
tutto perde,
in un sol colpo:
la stima et l’amistà

MADEMOISELLE

Mademoiselle, un momento,
uno soltanto, non vi farò perder tempo;
son qui a Paris città dell’amor cortese,
ma però da quando ho preso
a percorrere gli Champs-Elysées,
sul mio cammino soltanto
dame fredde e rigide;
è mai possibile che non una bella
abbia raccolto il mio dono di rose?

Indarno ho pregato sotto la Torre Eiffel,
né è valso arrivare sino all’Arc de Triomphe,
per me solo un tonfo dopo l’altro;
non un raggio di sole ha avuto coraggio
d’aprirsi varco fra la cortina di nuvole,
la pioggia tutta me la son presa addosso,
reggendo fra i palmi sanguinanti
le amate mie rose

Mademoiselle, non volete ascoltare!
Il piedino in originale stivaletto calzato
già affrettate; con la virginale manina
il bruno poliziotto salutate là davanti pronto
– si vede bene! – a mettermi contro
tutta la bruta sua forza; saranno
calci in culo, e faccia pesta, affogata
nei venti del Nord, ormai ben lo so

Mademoiselle, vi prego, ignorate lo strazio
che al gentil vostro occhio or si svela;
raccolti calci pugni e cazzotti a iosa,
delle mie belle e tante rose rosse
nulla è restato; ma per il disgraziato
che c’è in me, impetro il vostro perdono!

PREGHIERA ITALIANA!

In ginocchio prego
So di essere nel giusto, ho sempre risposto
“occhio per occhio, dente per dente”
So di non aver mai sbagliato, lo confesso
La Luce, quando l’ho vista subito ho capito
d’esser tenuto in gran conto dal mio Signore

Non temere, hai sofferto
e nessuno ha capito mai quanto
Quando tutti si sono fatti da parte,
Dio è stato il solo a rimanere al tuo fianco,
e con il tempo il fiume che era limpido
si è tinto del sangue dei tuoi nemici

Hai saputo aspettare pregando a mani giunte
Hai rispettato la parola data,
e Dio te ne è stato grato donandoti figli maschi
e nessuna femmina
Hai rispettato ogni domenica nel nome del Signore
Quando ti hanno detto di porgere l’altra guancia,
gli hai messo sul piatto la parola di Mosè
L’Eterno si è espresso con pugno di ferro,
facendo finire al tappeto il tuo inquisitore
L’ha fatto per te perché lo hai pregato
a mani giunte ogni santo giorno,
spaccando ossa nel suo nome

In ginocchio prego
So di essere un uomo sano e di buon gusto,
non ho mai venduto uno schiavo
per meno di trenta danari
So di non aver dato mai importanza
a nessuno, lo confesso

La Luce, quando l’ho vista subito ho capito
di essere la mano armata del Signore

BACIAMI ADESSSO

Adesso baciami, baciami adesso
che il pane hai raccolto dal forno
Baciami perché fuori fa un freddo boia
e la gente è sola e si soffia sulle mani
Baciami ché fuori c’è un tram di nebbia
che dimena il culo, lasciando ciechi
quelli che aspettano il Natale

Baciami adesso, baciami e lascia
che le mani tue raccolga nelle mie
per un po’ di calore; incantato sono
dal volto tuo in fiamme

A VENEZIA MUORE BELLEZZA

Mi hai dato neve,
ti ho dato fuoco

A Venezia muore Bellezza
Prigioniera è Venezia
di un lungo canto triste,
e le locandiere son fredde,
agitano poco il sedere,
conoscono il Male che dilaga

Dov’è la poesia
che scrivevi
fra una scapola
e una cicatrice?

La Lettera 35 ha la peste
I monatti battono le calli,
prendono con sé ubriachi
che chiedono un po’ d’amore
e vacanzieri terrorizzati persi
in mezzo alle parole dei giornali
Prendono chiunque
cadi a terra

Mi hai dato neve,
ti ho dato fuoco,
e con un fil di voce
subito l’hai spento

Ruggisce il Leone,
ma non c’è più
nessun piccione
in Piazza San Marco

PADRE E FIGLIO

E al volgo dabbasso chiese
se volessero libero o l’uno o l’altro;
e i più, con gran pletora d’urla,
indicarono un certo Barabba,
che dalla croce fu subito calato,
incredulo che il suo Dio libero
lo volesse
e non con a mani e piedi i chiodi

Povero Gesù! Degli zeloti il partitoi
è contento ora, ora che sul Golgota
di nubi nero, di donne circondato,
un innocente condannato

Abba, perché questo, perché?
Ma fece pria la morte a ridere
che il lampo in terra a cadere

T’IMMAGINO

T’immagino
con gli occhi spalancati
che guardi il cielo
rosso al crepuscolo

T’immagino
che sogni latte e miele
e un Gesù bambino
che con gli altri bambini
felice corre sui prati in fiore

T’immagino bambina
In questo ho fede,
sicuro che non sbaglio

SEI ANCORA BAMBINA

I giocosi dispetti fra noi
I sogni un poco infantili
sognati insieme
I giorni ad aspettare
domenica
per incontrare te
Gl’inganni pensati,
solo da me immaginati
Le mie e le tue preghiere
incapaci di dire qualcosa
di veramente profondo,
e però così sincere
La nostra tentazione
di cadere
in un romantico suicidio
Tutto svanito,
all’improvviso
e senza un perché

Semplicemente
tutto sparito
Ma una cosa la so,
tu sei innocenza,
tu sei ancora bambina

PASSEROTTO

Sei tu leggera leggera,
un passerotto
che un soffio di vento
potrebbe abbattere
in meno d’un niente;
al sole punti lo sguardo
anche quando tenta d’accecar
gli occhi tuoi innocenti,
ma in alto resisti testarda
le ali sbattendo forte,
forte e sempre più forte
ché il desiderio tuo è uno
e uno soltanto, d’arrivar
lassù, oltre le stelle tutte,
e guardar in faccia Dio
e porgergli così
la piumata tua carezza
per infine tornar giù
pian pianino, atterrando
su tenero ramo di fiori
già tutti in boccio.

RICORDI QUANDO
SULL’ALTALENA VOLAVI?

Ricordi quando sull’altalena volavi?
Non c’erano mai problemi;
schiere di angeli raccoglievano
le tue risate, le intrecciavano poi
per farne dono alla tristezza di Dio
Sembra così lontano quel tempo,
così lontano e tu non ridi più,
e tu non hai lacrime da buttar giù,
sol rimani con la testa fra le mani,
ascoltando le note di Chet Baker
E che cosa pensi, nessuno lo sa

Le corse sulla spiaggia, tu che giocavi
con le onde che ti lambivano i piedi nudi,
quelle corse non all’oggi appartengono,
né a quel film muto bello e impossibile,
eppur tante volte pensato

Ricordi quando sull’altalena volavi alta
e c’era una mano amica che ti prendeva?

Ricordi quando volavi alta
e incontravi il primo fiocco di neve bianco,
che dal cielo veniva giù in segno
di ringraziamento d’esser così sempre tu?

VALERIA

Devo dirtelo
col cuore
che mi sale in gola
ora che, finalmente,
sono al tuo cospetto
grazie a un miracolo
non ben precisato
Ho provato,
Dio soltanto lo sa
quante volte
ho provato
a dirti la verità
con la mia lingua,
faccia a faccia;
ma la Luna
alta in cielo,
pria che potessi io
aprir bocca,
m’abbacinava
con lama d’argento,
costringendomi
ad abbandonare
a rotta di collo
il cielo dove tu stai

Dolce Valeria,
mai ho pensato
che un che di malvagio
o altro segno negativo
in te nascosto

Con questa mia poesia
imperfetta,
al cospetto della Bellezza
che tu sei, Valeria,
conosci ora il sentimento
che tante volte ho provato
a portare al tuo cuore

Davanti a te sì divina,
io meno d’un mendico,
prego perché tu, Valeria,
abbia la bontà infinita
d’accettare il mio omaggio

SANTI E POETI

Non dovreste credere
a quegli esseri strani
che si professano poeti;
son come certi finti santi
da mane a sera ubriachi
incapaci di dir preghiere,
grandi stupratori però sì
…ruina del mondo intero

JACK

Candele romane
accese.
Bruciamo.
Dio brucia.
La santità brucia.
La figa brucia.
E sappiamo
& non sappiamo
interpretare
il senso figurato
delle cose.
Gesù inchiodato
al sorriso di Buddha!
Giù al bar
Jack beve fino
a scassarsi l’esofago.
Non trovi
che sia meraviglioso?
Non trovi
che sia una gran cosa
questa cosa
che di punto in bianco
i segreti di ogni cane
sbocciano in pubblico,
& tu hai
le mani nelle tasche
impegnate a fare?
Il mondo brucia,
Allen.
Avevi ragione,
i cervelli perdono
le rotelle
& il pederasta lo sa.



This post first appeared on Iannozzi Giuseppe – Scrittore E Giornalista | Ia, please read the originial post: here

Share the post

Guardare in faccia Dio

×

Subscribe to Iannozzi Giuseppe – Scrittore E Giornalista | Ia

Get updates delivered right to your inbox!

Thank you for your subscription

×