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Elena Conforti. Intervista all’Autrice di “Sotto vero nome” (Scatole Parlanti editore) – di Iannozzi Giuseppe

Elena Conforti – Sotto vero nome

Intervista all’Autrice

di Iannozzi Giuseppe

1. Prima di parlare del tuo lavoro, Elena Conforti, vorrei che mi raccontassi un po’ di te: come sei entrata a contatto con la scrittura? Quali autori, contemporanei e non, ti hanno maggiormente influenzata?

Sono entrata in contatto con la scrittura fin da giovane, quando ho lavorato per qualche anno come giornalista. Poi ho avuto un approccio diverso, frequentando corsi di scrittura, prima creativa, poi autobiografica. Fin dai tempi delle medie ho sempre amato leggere, poi al liceo mi ero persa nelle “Ultime lettere di Jacopo Ortis”, nelle poesie e nella vita di Rimbaud, nell’angoscia di Madame Bovary.
Tra i miei autori preferiti, sicuramente Calvino con il suo “Marcovaldo” che ogni tanto rileggo, poi Elsa Morante, “L’isola di Arturo” mi ha accompagnata in un mese estivo. Ho scoperto Paolo Giordano, i suoi “Numeri primi” mi intimorivano, ho sempre detestato la matematica. La scrittura impietosa di Margaret Mazzantini mi cattura facilmente, come le frasi asciutte e dirette di Elena Mearini, gli intrecci di Elena Ferrante.

2. Elena Conforti, “Sotto vero nome” (Scatole Parlanti – editore) è il tuo primo romanzo. Quale profonda esigenza ti ha spinta a scriverlo? Ti senti in debito verso qualcuno per aver preso in mano la penna?

L’esigenza di tirare fuori un passato che ha influito, e ancora influisce, sul mio presente. Credo di essere in debito solo con me stessa, il libro per me è un punto di partenza, non un traguardo raggiunto.

3. “Sotto vero nome” è un romanzo autobiografico? In ogni episodio che racconti il dolore è fortemente palpabile, questo è evidente. Il dolore serve alla scrittura e allo scrittore? È esso qualcosa di strettamente necessario?

Sì, è un romanzo autobiografico, per questo mancano descrizioni dettagliate di luoghi. La decisione di provare a pubblicarlo è stata sofferta, avevo anche pensato ad uno pseudonimo. Ma il dolore di Chiara è il mio, perché nasconderlo?
Quando non è fine a se stesso ma unito alla necessità di cambiare, alla consapevolezza di come si è, allora il dolore vuole, deve uscire, e scrivere diventa un bisogno fisico.

4. “Sotto vero nome” è una sorta di confessione che non contempla il pentimento. Elena Conforti, nel tuo romanzo citi Gesù Cristo, la croce, la Via Crucis, e non solo. Com’è il tuo rapporto con Dio? E quello con la Chiesa?

Pentimento no, basta! Troppe volte indossiamo colpe che non abbiamo, e io mi dichiaro innocente, come Chiara nel prologo: “Sono senza peccato, ma non ho pietre da scagliare”. In realtà, per alcuni episodi che racconto nel libro, provo ancora rabbia, che ormai è solo un dispendio di energie, ma non riesco ancora a togliermela di dosso.
Dio è un Padre con cui parlo poco, preferisco guardare il corpo di Gesù sulla croce quando entro in chiesa, allora trovo l’Uomo, e perdo quella soggezione che mi fa abbassare la testa davanti a un Dio che non sempre comprendo, forse perché della religione ho conosciuto più che altro il senso del peccato e della colpa.

5. Chiara è il personaggio principale di “Sotto vero nome”: a un certo punto, decide di farsi suora per espiare un peccato. Elena Conforti, c’è una differenza sostanziale fra il sentirsi colpevoli ed esserlo?

Sì, molta differenza. Sentirsi colpevoli senza esserlo è un’autocondanna, un arrendersi a ciò che ci è stato detto, e perdonare se stessi è un percorso a ostacoli continuo. Avere una colpa autentica è più semplice, per esempio se rubo so che non è giusto e accetto la colpa e le conseguenze del mio gesto. Ma se il mio gesto è innocente e mi viene detto che invece è un crimine, perdo ogni termine di paragone e di giudizio per potermi perdonare.

6. Buona parte della vita di Chiara è pervasa dall’infelicità: non riesce, forse non vuole che qualcuno possa etichettarla come una persona non normale. Ma la normalità è un concetto soggettivo, o sbaglio?

Per Chiara è normale provare un’attrazione per Sara, la sua compagna delle medie, e anche per Milagros, quando si trova in convento. Sensazioni naturali, che non le fanno nemmeno chiedere se sia giusto o no.
La vita poi la porterà ad altre scelte, imposte o meno dagli altri, ma la responsabilità è comunque nostra, che vogliamo ammetterlo o no. Arriva poi un momento inevitabile in cui ogni scelta viene messa in discussione, Chiara si trova in una strettoia nel momento in cui capisce che con Giorgia non sarà futuro, e starà a lei decidere se restare ferma, tornare indietro o andare avanti.

7. “Sotto vero nome” è anche uno strumento di denuncia?

Sì, perché no? Ho due figli maschi adolescenti, con loro parlo di tutto, la loro libertà viene prima di ogni cosa, spesso sono io a dirgli di uscire, provare, fare. Vogliono andare in chiesa? Che ci vadano. Non vogliono andarci? È una loro scelta. Li rispetto come persone, come altro da me. Non sono una “madre amica”, ma riesco a mettermi nei loro panni e ad accettarli esattamente così come sono. Il rispetto è proprio quello che spesso manca in ogni tipo di relazione, che sia di amore o tra genitori e figli.

8. Chiara, alla fine, diventa madre e moglie, decidere di vivere con il marito e di rimanergli accanto, e sempre ricorda suo padre che è morto troppo presto. Chiara, alla fine, non sente più il bisogno della presenza fisica di una donna, di un suo bacio: “Basto io a chiamarmi con il mio vero nome.” Elena Conforti, potresti spiegare meglio la filosofia di vita che Chiara decide di abbracciare?

Per Chiara, la mancanza fisica del padre sarà una presenza costante, una mancanza vera, profonda, irrisolta. Per questo, rimanere sola con se stessa,  provando a non avere nessuno accanto a lei, sarà un grande atto di forza. Il rapporto con Giorgia è amore o semplice bisogno fisico di riconoscersi davvero avendo accanto una donna? Chiara vuole bastare a se stessa, non dipendere più, accettare il suo nome dentro di sé; in una parola, amarsi.

9. A chi è destinato “Sotto vero nome”? A tuo avviso, c’è un pubblico ideale per questo tuo lavoro?

Amore tossico, bisogno ossessivo dell’altro, tradimento, maternità quasi obbligata, identità e orientamento sessuale, accettazione di sé sono temi senza età, in cui molti possono ritrovarsi. Credo che non sia una lettura facile, ma io prediligo le storie che vanno dritte allo stomaco, che ti rivoltano qualcosa dentro.
Per questo mi piacerebbe essere letta anche da un pubblico giovane, per regalare il messaggio di Chiara a ragazzi e ragazze: “Custodire il mio nome ogni giorno, prima di tutto dentro di me”.

Trama del romanzo

A sedici anni Chiara sceglie di entrare in convento: per la sua famiglia, aver baciato un ragazzo in discoteca è un peccato da espiare, una colpa da rimediare diventando suora. Lì conosce una ragazza del Perù, Milagros, per la quale prova un’attrazione fisica, come le era successo con Sara, la compagna di banco delle medie. Scopre così un forte conflitto con il proprio essere donna, un’anomalia che preferisce soffocare per paura del giudizio e delle conseguenze. Una volta uscita dal convento per volere di sua madre, Chiara cerca di respingere e nascondere quel suo “sentirsi diversa” attraverso la scelta di una vita che risulti il più normale possibile: il matrimonio con un uomo che si sforza di amare, la nascita dei figli e il ritrovarsi madre. L’incontro con Giorgia, una donna piena di fascino e contraddizioni, risveglierà in lei una passione mai provata prima e la costringerà a mettere in discussione ogni aspetto della propria esistenza.

L’autrice

Elena Conforti è nata nel 1972 a Genova, dove attualmente vive. Ha lavorato per alcuni anni come giornalista a Milano e nel 2008 è arrivata tra i finalisti del Premio Internazionale di Narrativa “Il Prione”, con il racconto Ritorno al faro. Nel 2016 e nel 2017 ha pubblicato, con la casa editrice Pagine, una raccolta di fotografie e brevi racconti. Sotto Vero Nome è il suo primo romanzo.

Acquista dall’Editore Scatole Parlanti

Sotto vero nome – Elena Conforti

Sotto vero nomeElena Conforti – Introduzione: Elena Mearini – Scatole Parlanti – Collana: Voci – Prima edizione: settembre 2021 – ISBN: 9788832813821 – Pagine: 158 – Prezzo di copertina: Euro 14,00



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