Il bonzo e il merlo
di Iannozzi Giuseppe
IL BONZO ATTENDE
Fra gli spazi infiniti
il tempo giusto attendo:
mia è la posizione del loto
Con l’occhio della mente spio
dell’acqua l’impetuoso corso
e delle foglie,
che dai rami piano si staccano,
il lento adagiarsi a terra
Come Bonzo medito
sulle reincarnazioni,
le vite parallele
e il sapore del vino
in un’altra vita gustato
Da Nord a Sud,
venti e canti
Da Est a Ovest,
venti di frontiera
Carezzano la nudità
del capo mio rasato
Ogni cento anni
le gambe slego,
mi guardo d’attorno:
nulla è cambiato,
domina sull’uomo
la Nullità
e non la Santa Nudità
Paziente attendo,
attendo che un singolo
sulle braci cammini scalzo
IL MERLO SALVATO
Si scatena il temporale
Contro il vetro della finestra
un merlo si schiaccia
Nella coppa della mani,
con attenzione, lo raccolgo
Eccolo, un poco intontito,
bagnato di brutto il piumaggio,
ma, grazie a Dio, salvo è il becco
Piano piano il dorso gli accarezzo;
cerco di fargli capire
che del mio tocco si può fidare,
che non è mia intenzione
fargli del male
Cesserà presto questa pioggia,
più non schiaffeggerà comignoli,
abbaini, tetti e campanili,
spiegherà allora le ali l’uccelletto,
tornerà a volare l’amata sua libertà
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