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Roberto Ciccotelli – FRENULO – Intervista all’autore – di Iannozzi Giuseppe

Roberto Ciccotelli

FRENULO

Intervista all’autore

di Iannozzi Giuseppe

1. Roberto Ciccotelli, le tue poesie sono piuttosto ermetiche, ma nella tua scrittura a me è parso di cogliere una grande rabbia. Sei un contestatore, contesti il sistema, e in alcune liriche ho colto, forse sbagliando perché non ti conosco personalmente né si sa molto di te, una vena anarcoide un po’ alla Joe Strummer. Le tue poesie, poi, sono flash, immagini. Decisamente non segui nessuna regola poetica ben definita, e oserei dire che nel tuo caso non è (forse) possibile parlare di poesie in versi liberi. Ci sono sì delle assonanze, di tanto in tanto, ma in “Frenulo” preferisci stordire il lettore con immagini potenti, che rimangano incastrate nella coscienza.

Sei uno dei pochi, se non l’unico, eccezion fatta per Morena Zuccalà, che ha colto il senso di “Frenulo”, anzi del frenulo. Ho sempre fatto fatica a considerare il testo come una silloge poetica: per me, è una grande distesa di terra, piatta, calda, ostile anche. È un luogo non luogo dove nascono, trasmutano e muoiono infinite figure retoriche. Ho scritto altro, molto altro che può essere in qualche modo definito poesia, ma “Frenulo” no, non è ciò che appare ad uno sguardo superficiale. Fortemente influenzato dai dipinti, dalla solitudine e dall’attesa di Edward Hopper, nasce come imbuto necessario a veicolare i diecimila vaffanculo che porto in tasca, ieri come oggi. Mi sta sul cazzo l’ingiustizia sociale in tutte le sue forme. “Frenulo” è un pezzetto di pelle che, come gli sfruttati del mondo, è costretto a portare sulle sue spalle il piacere degli altri. Ad un certo punto, nel testo, parlo di Tomahawk, sono loro le poesie, e tutte sono idealmente utili, come hai fatto notare, a colpire il lettore alla bocca dello stomaco, cercando così di fargli provare un dolore mai provato.

2. Come ho già detto, non sono versi liberi ed è difficile dire se siamo di fronte a della poesia vera e propria, siamo però di fronte a qualche cosa di nuovo che contiene un forte spirito poetico. È la prima volta che mi capita di leggere un lavoro come “Frenulo”, e personalmente non conosco altri che abbiano adottato uno stile hopperiano per disegnare con le parole stati d’animo, persone e cose.

Grazie per le tue parole, necessarie a me.

3. Roberto Ciccotelli, potresti essere idealmente inserito in una avanguardia poetica. Quali sono i poeti (o cantautori) che maggiormente ami e perché?

Io sono un profondo amante della New Wave e del post-punk in genere, dai Joy Division ai Tuxedomoon.
Philp K. Dick, Isaac Asimov, Lev Tolstoj, Fëdor Dostoevskij, e Michail Bulgakov su tutti, per me sono di un altro pianeta.
Poeti? Non ne ho di preferiti, anche se mi piace molto Simone Cattaneo.

4. Roberto, in pratica si può dire che ami la grande fantascienza visionaria (che ha anticipato il futuro) e la grande letteratura russa. Ero certo che non mi avresti sparato una sequela di nomi di poeti, e Simone Cattaneo è forse il solo che ami sul serio.

Per sciogliere i nodi dell’ermetismo di “Frenulo” è necessario spiegare a chi ha avuto la gentilezza di leggerlo davvero, che tra le sue composizioni si nasconde una storia, un uomo ed il suo cammino. Inizia con la ricerca del sacro, cercando i mille sentieri per giungere all’Uno. Poi, d’improvviso, sulla soglia del discepolato, tradito, rifugge nella rivolta sociale. E lotta e soffre. Vive la vita, la vive veramente e la sente tutta addosso a sé. E vive la musica e la droga, per trovare o ritrovare ciò che nella sua ricerca aveva soltanto sfiorato. Infine incontra l’amore, ma quasi subito conosce il tradimento e l’abbandono.  Deve dunque fare un lavoro di umana comprensione, una vera e propria ricerca della verità in ciò che ai più sembra banale quotidianità, vale a dire la famiglia, il matrimonio, l’accettazione del sé, il punto, l’Uno.

5. Roberto Ciccotelli,, “Frenulo” è solo un parto della tua fantasia o c’è dell’altro? Qualcuno o qualcosa ti ha ispirato quando hai scritto i tre tempi di “Frenulo”?

Nasce dalle mie ricerche giovanili nel mondo dello spirito. Per quanto riguarda la prima parte del testo, faccio riferimento alle mie personali esperienze. Sono davvero arrivato ad un passo da me, a farmi discepolo. Poi ho scelto un’altra strada, improvvisamente, perché, senza un motivo apparente, la porta si é chiusa. Se la vita ti offre un matrimonio, allora la tua ricerca spirituale viene messa un po’ da parte, almeno per questo giro di danza!  Sono fermamente convinto che le due cose non possano convivere per questioni legate ai tanti impegni e pensieri che annebbiano, necessariamente, la mente. Però c’è anche da dire che se vivi la vita coniugale è perché probabilmente il tuo essere ha bisogno di questa esperienza, quindi tutto torna in equilibrio.

6. Equilibrio e felicità sono possibili solo quando si incontra l’anima gemella, è questo che vuoi dire?

Non credo esista un’anima gemella,  credo invece nelle persone che si incontrano lungo un sentiero e decidono di fare un pezzetto di strada insieme. L’anima gemella è un concetto di amore abbastanza adolescenziale secondo me. Le persone non possono essere come vogliamo, ma sono, probabilmente, come devono essere per la nostra crescita. L’amore muta con il tempo, matura; e quando spegne o riduce la sua fiamma, diventa habitat, per mettere continuamente alla prova i nostri propri difetti. Se una donna e un uomo capiscono questo e instaurano un legame di reciproca fiducia, ecco che vivere insieme diventa un viaggio molto interessante da fare.

7. “Frenulo” è un lavoro avanguardistico, ma forse c’è in esso qualche germe che già gli esponenti della Beat Generation misero nero su bianco. È così?

Credo di sì, probabilmente le letture giovanili mi sono rimaste dentro come dei piccoli germogli. Credo abbia ragione mia moglie quando dice che tutto ciò che leggiamo, in qualche modo, ci resta dentro . Anche se non ricordiamo neanche una parola di quanto letto.

8. “Frenulo” si compone di tre tempi: “Capito”, “Vissuto”, “Provato”. Perché proprio tre tempi?

Perché tre é un numero perfetto, anche in ambito sacro. Il libro si spiega in tre punti cardine ben precisi: la ricerca della comprensione, il vissuto quotidiano tra le periferie e le nuove società costruite sui cognomi a discapito delle meritocrazie, e in ultimo il sentimento provato, appunto, l’amore ai tempi della guerra, l’amore ai tempi dei fast food, l’amore ai tempi del tutto e del niente. L’amore come percorso alternativo e parallelo che conduce l’uomo, inteso come essere che contiene l’universo tutto, alla propria realizzazione ultima. Non si può prescindere da questo sentimento.

9. “Frenulo” è la tua prima opera poetica pubblicata. Chi è Roberto Ciccotelli poeta?

Roberto Ciccotelli non è un poeta. Semplicemente non lo sono. Io scrivo, e questo è quanto. Da sempre, cerco di esprimere le mie idee attraverso la scrittura. Spesso ne esce un lavoro molto simile alla poesia, e ogni tanto sfioro la prosa. Ma le parole nascono quasi sempre da sole, senza uno studio particolare dietro, cosa assolutamente necessaria se si vuole essere poeti.
Durante gli anni degli studi universitari, mi piaceva stare a lume di candela con del vino rosso di ultima scelta, allungato con l’acqua per fare arrivare la bottiglia a sera; stavo in camera mia, ascoltavo dischi e scrivevo. Poi un giorno, ho riempito parecchi sacchetti di plastica con decine e decine di cartelle scritte a mano, scritte con dolcezza calligrafica — con pennino e china nera —, e ne ho fatto delle palle quasi perfette. Ho buttato tutto nell’immondizia. Mi sono risvegliato uomo ma con un pezzo di cuore in meno. Dopo un bel po’ di tempo ho ricominciato a scrivere, usando il computer però.

La cosa che mi rende felice é che “Frenulo” può passare per un lavoro banale quando, invece dietro c’è tanto lavoro. Poi può piacere o meno, ma davvero c’è tanto lavoro. Ho scortecciato ogni singola parola fino ad arrivare all’essenziale.

10. “Frenulo” è un lavoro particolare e molto originale. Quale potrebbe essere il tuo pubblico ideale?

Toglie le cicatrici non per renderci più belli ma per far riemergere le vecchie ferite. Farle sanguinare ancora. Probabilmente chi ha necessità di esorcizzare i propri dolori potrebbe trovare in questo libro un ottimo compagno di giochi.

Frenulo di Roberto Ciccotelli è una dispersione aerea di spore. È un cuore di bue sul banco del macello, il solito, quello sotto casa, esposto allo sguardo disgustato del cliente medio. Puntato il dito, sentenza fatta. Il vento cessa, le spore si depositano, la parola si disperde lasciando nelle mani di chi legge la spiacevole sensazione di aver speso male i propri soldi.

Una poesia da “Frenulo” di Roberto Ciccotelli

Frenulo – 2. XXX

Piombo contro ferro.
Ritmo casuale.
Uomo stringe uomo.
Per paura o per coraggio.
Ancora poco, soldato, sarà giorno di fuoco.
L’acqua del mare sale e ricade.
Guerriero, navigare.
Qualcuno vomita per paura.
Per malessere.
Altri si tengono per mano.
Altri ancora si stringono soli.
A sé.
Il portello s’abbassa, è tempesta di sangue.
Clangore di metallo.
Il sale negli occhi.
Il sangue nel cuore.
La resa.
Immagini votive di madri premurose.
Emergono.
Lettere d’amore e promesse di matrimonio.
Affondano.
Mentre la marea è sempre uguale.
Ammucchia tutto, come spazzatura d’appartamento.
Confondo il coraggio.
Disinfetta le ferite.
Sparecchia.

ACQUISTA DALL’EDITORE

Frenulo – Roberto Ciccotelli

Frenulo – Roberto Ciccotelli96 Rue de-La-Fontaine Edizioni – Collana: La carrucola del pozzo – Anno edizione: 2020 – pagine: 146 – ISBN: 9788893990240 – € 12,00



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