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Jack London – Solitudine a Natale – un inedito – disponibile dal 14 novembre 2019

Jack London – Solitudine a Natale

Un breve ma intenso racconto inedito

Disponibile dal 14 novembre 2019

Oligo Editore

«Rinuncerò ai miei dogmi e, d’ora in poi, adorerò il vero dio. “Non c’è un Dio, ma il Caso, e la fortuna è il suo profeta!” Chi si ferma a pensare o a generare un sistema è perduto. Come in altre credenze, la fede da sola è atona». È il 1898. È la mattina di Natale. Siamo a Oakland, California. John ha poco più di vent’anni. La sua giovinezza non è stata assolutamente semplice. È probabilmente figlio illegittimo di un astrologo irlandese. Ha frequentato vari centri di educazione. Ha fatto innumerevoli lavori. È socialista. Ora sta scrivendo una lettera. A Mabel Applegarth, uno dei suoi primi amori. Le racconta la sua giornata. Le racconta le sue aspirazioni. Le sue sono considerazioni malinconiche. Le sue sono considerazioni disincantate. Prefigurano un futuro che non sarà mai. John diventerà uno scrittore molto famoso. Passerà alla storia come Jack London.

Jack London, pseudonimo di John Griffith London, figlio illegittimo di un astrologo, cresciuto dalla madre e dal suo secondo marito John London, abbandona la scuola a 13 anni e diventa rapidamente adulto tra Oakland e San Francisco con ladri e contrabbandieri, praticando vari mestieri non sempre legali tra cui strillone di giornali, pescatore clandestino, cacciatore di foche, operaio, lavandaio, venditore porta a porta, avventuriero alla ricerca dell’oro in Klondike. Nel 1897, infatti, Jack London lasciò San Francisco per l’Alaska sulla scia della febbre dell’oro scoppiata in quegli anni. Tra mille peripezie raggiunse il Klondike, e proseguì al di là delle montagne, fino a Dawson City in Canada e lungo il fiume Yukon. Non trovò l’oro che cercava ma riportò a casa qualcosa di più prezioso: un immenso tesoro di osservazioni e di ricordi che trasformò poi nelle sue opere più famose.
Pur avendo abbandonato gli studi, fu un gran divoratore di libri di ogni genere, e riuscì a diventare per circa un quindicennio uno degli scrittori tra i più famosi, prolifici (49 volumi) e meglio retribuiti che si ricordino, per finire poi suicida, distrutto dall’uricemia indotta dall’alcool.
Scrisse romanzi di vario genere, da quelli avventurosi: Il richiamo della foresta (The call of the wild, 1903), Il lupo di mare (The sea wolf, 1904), Zanna Bianca (White fang, 1906); a quelli autobiografici: La strada (The road, 1907), Martin Eden (1909), John Barleycorn (1913); a quelli fantapolitici, come Il tallone di ferro (The iron heel, 1908); scrisse anche racconti, tra cui spiccano Il silenzio bianco (The white silence, 1900) e Farsi un fuoco (To build a fire, 1910), e si dedicò al reportage (come quello, del 1904, sulla guerra russo-giapponese) e alla saggistica e trattatistica politica (Il popolo dell’abisso, The people of the abyss, 1903, celebre inchiesta, condotta di prima mano, sulla povertà nell’East End di Londra).
Nell’opera di Jack London si riflettono le sue pluriformi esperienze di vita: nel capolavoro Il richiamo della foresta e in Zanna bianca, come nei racconti dedicati alla corsa all’oro nelle desolate vastità del Grande Nord americano, risuonano tutti i temi e le atmosfere a lui cari: la lotta per la sopravvivenza, la legge dura e inflessibile della natura che accomuna esseri umani e animali, la solidarietà e il coraggio. E sono storie di sogni impossibili, di indiani e cercatori d’oro, di uomini soli con se stessi nel momento della prova più difficile. Quando poi le desolate distese ghiacciate cedono il posto alle calde correnti del Pacifico, London accoglie nei suoi racconti insoliti eroi provenienti da civiltà diverse, abitanti di isole incantate, portatori di nuovi valori, che affrontano le loro prove sfidando il mare. Ma c’è un’altra violenza contro cui bisogna lottare, stavolta dentro la società civile: London incita alla rivolta contro le convenzioni e le ingiustizie, alla ricerca di un’autenticità perduta e di un ideale sociale intuito attraverso l’esperienza della propria e altrui ribellione. È il tema di Martin Eden – considerato il suo romanzo di maggior respiro, scritto tra l’estate del 1907 e il febbraio del 1908 mentre Jack London navigava per i mari tropicali ai bordo dello Snark e pubblicato nel 1909, prima in rivista e quindi in volume – e del Tallone di ferro.

Solitudine a NataleJack London – Traduttore: Cristiano Ferrarese – Oligo Editore – Collana: Daimon – Anno edizione: 2019 – Pagine: 28 – ISBN: 9788885723153 – € 14,00



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