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Fausto Vitaliano. La grammatica della corsa. Intervista all’Autore – di Iannozzi Giuseppe

Fausto Vitaliano. La grammatica della corsa

La vita è solo figura e sfondo

Intervista all’Autore

di Iannozzi Giuseppe

1. Fausto Vitaliano, “La gramatica della corsa” (Laurana editore) è il tuo nuovo romanzo. Come è nata l’idea di scrivere una storia che parla di un conte, probabilmente suicida, e di un figlio alla ricerca della verità sul conto del padre?

Con questo romanzo ritengo di avere concluso un discorso iniziato con il mio primo libro, “Era solo una promessa” e proseguito con il secondo, “Lorenzo Segreto”. Anche quelli parlavano di padri e figli, di famiglie e radici. Se osservo da una certa distanza le tre storie, mi pare di cogliere un filo che le tiene insieme, un ragionamento che ha a che fare, sì, con la storia recente del nostro Paese, ma anche con la mia piccola storia personale. La storia di un padre che fa fatica a smettere di essere figlio.

2. Ne “La grammatica della corsa” il lettore viene catapultato nell’Italia del nord-est dove i cinesi sono davvero mal visti. Siamo di fronte a un romanzo che fa anche un po’ di politica?

Tutti i libri si occupano di politica, anche quelli che sembrano non farlo. In fondo, come dice Beckett, la vita è solo figura e sfondo. I romanzi parlano della vita e lo sfondo della vita – quello che ci succede intorno – è fatto anche di politica. Perciò, sì, “La Grammatica della corsa” è anche un romanzo politico giacché affronta temi come la crisi economica, l’immigrazione, il “rinascimento razzista” che stiamo vivendo, mettendo in scena (non so dire se in maniera riuscita o no) le modalità in cui queste istanze toccano le persone, i miei concittadini, le donne e gli uomini con cui condivido questo tempo.

3. Il personaggio principale de “La grammatica della corsa” è un certo Martti Corvara; suo padre aveva il vizio del gioco, e nel giro di poche mani, nel corso di una notte, perde tutti i suoi averi. Il conte Corvara si butta giù da una diga e il suo corpo è praticamente irriconoscibile. Tutto questo accade quando Martti è poco più di ragazzo. Martti non capisce e fugge dal paese natale. Il padre gli ha lasciato una ben triste eredità, una ferita nell’anima che subito lo conduce sulla strada della depressione. Martti, indubbiamente, è figlio del suo tempo, ma è un eroe o un antieroe?

Martti è un uomo senza qualità, un personaggio di quelli che il cinema americano definiva “born loser”. È un uomo che si trova davanti a problemi ben più grandi di lui (per continuare con le similitudini cinematografiche, mi viene in mente lo James Stewart diretto da Hitchcock). Ma è anche un uomo che a un certo punto della sua vita è costretto ad andare oltre i propri limiti, la propria ignavia, le proprie paure. Deve mettere da parte sé stesso e fare il meglio che può per gli altri. E qualcosa di buono, in effetti, riuscirà a fare.

4. A tratti, “La grammatica della corsa” mi ha ricordato alcuni temi sociali cari a Charles Dickens. Fausto Vitaliano, possiamo dire che il tuo lavoro è di stampo romantico-dickensiano, e se sì, per quali motivi?

Dickens è inarrivabile per quasi tutti, figuriamoci per me… Un punto comunque potrebbe essere il tema del riscatto, ma siamo comunque molto lontani.

5. Dopo circa ventidue anni di assenza, Martti torna a Pressi del Lago, il paese che gli ha dato i natali. L’ormai quarantacinquenne Martti ha alle spalle un passato infelice, fatto perlopiù di sconfitte personali; per tenere a bada la depressione, ogni santo giorno si spara diversi chilometri di corsa. Adesso Martti vuole fare chiarezza, una volta per tutte, è difatti convinto che suo padre abbia solo fatto finta di suicidarsi. A Pressi del Lago incontra i suoi amici, quelli che in gioventù credevano di essere immortali. Senza sorprendersi più di tanto, si rende presto conto che i suoi vecchi compagni sono degli uomini, forse anche capaci di ammazzare pur di ottenere quello che desiderano. E’ dunque vero che il potere logora?

I suoi amici esercitano un potere piuttosto limitato, che si compie in un ambito provinciale. Però, è vero, l’esercizio del comando ha corrotto anche loro, li ha indotti a rinnegare i valori che professavano da ragazzi, rendendoli perfino peggiori dei loro stessi genitori.

6. Ma Martti non deve solo scoprire che cosa realmente accadde a suo padre: una ragazza, Serena, figlia di un suo amico detto il Compagno, è morta a soli vent’anni. Sono state condotte delle indagini, certo che sì, ma superficiali: la morte della ragazza è stata archiviata e in paese il clima che si respira è a dir poco torbido. Sul corpo della ragazza non è stato rinvenuto alcun segno di violenza, ma c’è qualcuno che non crede che Serena sia morta per cause naturali. Fausto Vitaliano, Pressi del Lago è un paese inventato ma è terribilmente reale, è la perfetta fotografia della nostra Italia con i suoi misteri e fantasmi, i suoi scempi, i suoi intrallazzi, etc. etc. “La grammatica della corsa” è dunque un mystery?

Sì, nella storia c’è anche una componente, come suole dirsi, di “detection”. Occorre capire che cosa sia successo a una giovane ragazza trovata senza vita. Se davvero sia morta per cause naturali o se sia stata vittima di un crimine. Benché il romanzo non giri del tutto intorno a questo fatto, non c’è dubbio che siamo davanti a un mistero da risolvere.

7. William Golding scrisse che “l’uomo produce il male come le api producono il miele”. Quando ancora andavano a scuola, Martti e i suoi tre amici furono costretti a leggere Il Signore delle Mosche, che a loro non piacque affatto. Nell’animo di quasi tutti i tuoi personaggi c’è davvero ben poco di buono, però mi par di intuire che tu nutri ancora una certa dose di fiducia nei confronti dell’umanità. È così?

Sinceramente? Molto poca. Resta inteso che dell’umanità faccio parte anch’io. Quindi, in ogni caso, sono parte del problema.

8. Ne “La grammatica della corsa” più o meno tutti hanno una gran fame di soldi. E poi c’è il matto del paese, che forse è l’unico con la testa sul collo! Chi è il giovane matto che dice d’esser stato il fidanzato di Serena?

Si chiama Tommaso, ha solo vent’anni ma anche una lunga storia di dolore e di abbandono alle sue spalle. Ciò nonostante, è un personaggio positivo, è un ragazzo buono e sfortunato. Lui e Adua, la donna che si è presa cura di Casa Corvara per tanti anni, sono i due soli innocenti di questa storia, che contiene varie gradazioni di colpevolezza.

9. Su La Repubblica online (3 maggio 2019), Agnese Ananasso scrive: “POTREBBE sembrare un romanzo sulla corsa, invece è un romanzo ‘attraversato’ dalla corsa.” Sei d’accordo?

Direi di sì. La  corsa come mezzo per raggiungere un obiettivo definito. Ciascuno dei personaggi ha  un traguardo, un proposito, una meta. Ma sono progetti che prevedono la prepotenza, la prevaricazione. E, in alcuni casi, la violenza.

10. Il romanzo è dedicato a Pietro Cheli, grande critico letterario, giornalista e scrittore, morto a soli 52 anni. Hai avuto la fortuna di conoscerlo personalmente?

Pietro era un mio grande amico. Gli volevo molto bene e lui me ne voleva. Ci siamo sentiti il giorno prima della sua scomparsa. Era un uomo straordinario, per più di una ragione.

11. Fausto Vitaliano, “La grammatica della corsa” è un romanzo maggiormente adatto agli apocalittici o agli integrati?

Le ultime sei pagine farebbero decisamente pensare alla prima categoria.

Spiega Fausto Vitaliano: “Ho raccontato una delle più antiche storie del mondo, la ricerca di un padre scomparso nel nulla. Ma anche quella di un’amicizia perduta, delle persone un tempo care che si sono trasformate fino a non saperle più riconoscere. E, infine, mi sono posto una domanda: se dovessimo scegliere tra ciò che è giusto e ciò che conviene, quale sarebbe la nostra scelta?”

Fausto Vitaliano (Olivadi, Catanzaro, 1962) è uno degli sceneggiatori di punta di Disney Italia e in particolare del settimanale “Topolino” edito da Panini Comics. Ha tradotto romanzi per Rizzoli e Feltrinelli e curato alcuni volumi antologici, tra cui quello di Beppe Grillo. Ha pubblicato due saggi per ragazzi, La Repubblica a piccoli passi e La musica a piccoli passi, per Giunti, e ha scritto insieme a Michele Serra il monologo teatrale Tutti i santi giorni, prodotto dal Teatro Filodrammatici di Milano. Per Laurana ha pubblicato: Era solo una promessa, Sex Pistols, la più sincera delle truffe e Lorenzo Segreto.

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La grammatica della corsa  Fausto Vitaliano – Laurana Editore – Collana: Rimmel Narrativa Italiana – Prima edizione: 2019 – ISBN: 9788831984-249 – Pagine: 360 – Prezzo: € 16,90



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