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Ho tentato di non cadere in peccato – versioni alternative e/o inedite

Ho tentato di non cadere in peccato

ANTOLOGIA VOL. 78

Iannozzi Giuseppe

IL FIORE DELLA MORTE

Non puoi offrirmi proprio ora il fiore della morte
Nel cuore ho portato speranze e rancori,
le scale di Eliot e il santo Graal illudendo la sorte
Fra i seni della dea Kalì ho cercato conforto
Ti ho chiamata Durga, e infine madre del mondo
mentre tutte le mie cattedrali colavano a picco
nel cielo, fra nuvole e scimmie albine a pisciare
fiele sugli uomini piccoli dabbasso

Ho tentato di non cadere in peccato
Ho tentato di non essere uguale a tutti gli altri
Le strade m’hanno coinvolto nel traffico:
agli incroci ho stretto la mano a ladri e assassini,
nei bar più loschi ho invocato il nome di Dio
in tutte le lingue conosciute, ma nulla è cambiato
Ubriaco, inciampando a ogni tombino sollevato,
l’eco in testa mi ripeteva che non sarei stato più

Perfetta scala di note, onde di rabbie profonde
di Valchirie risorte dall’oblio più ascoso;
… e la sabbia della clessidra che invade gli occhi
sbranando le superfici ingannatrici degli specchi
di vetro e di acque dolci e salate

Ho tentato d’esser per te l’uomo e il guerriero
Ho tentato di sciogliere il nodo gordiano
Con le mie sole mani, finché ho potuto
ho tenuto il timone, e più colpi di spada ho parato
In vita ho visto molto, le lunghe gambe delle donne
e quelle amputate dei soldati andati a far la guerra
Ho respirato odor di rose canine da seni allegri,
e le tenerezze le ho vergate sul grembo di Venere
No, non ora, non ora il fiore della morte

Fradicio, sotto l’acqua d’un cielo di tempesta, prego
Quanta e quanta eleganza nelle gambe delle donne
che saltano il pianto raccolto nelle pozzanghere
Come puoi chiedermi di rinunciare a tutto questo?
Come puoi chiedermi di rinunciare?

L’amore, questo assurdo dolore
che fa tremare le tempie
come a un marmo cui manca solo la parola

Come puoi chiedermi di rinunciare?
L’amore sposa il dolore, sposa il dolore
Ma se è la morte, allora tutto si perde,
tutto, anche il dolore

Non ora il fiore della morte, non ora
che sono nel dolore che mi fa fremere
le labbra come a un Mosè

LO GIURO

Non si può scrivere,
non si può
come condannati
legati alla catena

A chi dire, a chi
dire una banalità,
un “ti voglio bene”?

Non conduce la poesia
sulle sponde della gioia;
e manchi tu, manca
il tuo sguardo d’amore
e di accusa

Ho smesso il vizio,
ho smesso il vizio
d’illudere me, lo giuro;
ma a tarda sera
il muto abbraccio malato
di mille spire di fumo

ASSOMIGLIA ALLA TENEREZZA

Vedete, la cosa è semplice
Ci crediate o no, è qui:
impegno il tempo
facendo torto alla stanchezza,
spogliando rose e colombe
della loro bellezza,
con una crudeltà
che assomiglia alla tenerezza

Vedete, la cosa è semplice
Ci crediate o no, è qui,
è sempre stata qui
sotto i miei occhi vigili
che interrogano la notte
Ma mai,
mai che riesca a capire
sino in fondo la confusione
che regna nella semplicità
di questa cosa

INUTILE POESIA
(versione alternativa)

Innamorato
e caduto rovinato
Non ci salverà l’amore
La poesia non servirà
Son sempre tante le parole
che si dicono tanto per, per dire
Niente oggi ci risparmierà
per quel poco che abbiamo
creduto d’essere

Se mai siamo stati legati
oggi cadiamo in ginocchio,
ci rialziamo e non pensiamo
Recita già vista a teatro,
un vecchio disco consumato
Niente oggi ci riporterà
indietro al tempo dell’illusione
delle mani sudate
Se mai siamo stati insieme
adesso non più

Ah, la poesia sì…
non ci salverà alla fine:
inutili piume di pavone

DI SESSO LA POESIA

Se oggi
non ti dicessi bella,
desiderabile
spada di luce
confitta
dentro al ghiaccio
del mio cuore,
domani sicuro è
che mi rimprovereresti
di non averti amata

Se oggi
non ti confessassi
che della donna
il sesso è poesia
delicata e setosa,
domani sicuro è
che morirei
solo abbandonato,
seppellito prima però
dalle tue occhiate
di femmina ferita

LASCIA CHE SIA COSÌ

E ora, ora lascia che…
lascia che sia
il vento a parlare
Abbiamo lasciato la casa
che era nostra e ogni cosa,
ogni cosa che accolse
i nostri respiri prima,
ogni cosa che testimone si fece
dei nostri silenzi dopo

Ora, ora lascia che…
lascia che le negre ombre scivolino via
con la pioggia e con le prostitute di Dio
Lascia che sia, lascia che sia così,
purtroppo eco ripetuta, martellata a vuoto

Non abbiamo più niente
che valga la pena d’esser perso,
tutto il bello lo abbiamo sciupato
senza riguardo
Questo camino a cielo aperto
che è gravido di cenere bagnata
non mente, non mente su niente
mentre gli occhi tuoi blu crocifiggi
sull’ombra mia scarna all’orizzonte

LA TUA ASSENZA

Dove sei scomparsa
nessuno lo sa

Se tu sia ancor qua
o passata nell’Aldilà
a rovinar di Cherubini
e Portaborse l’esistenza,
noi che umani siamo,
e che moriamo
per una scimmia sulle spalle
o una peritonite di troppo,
noi non lo sappiamo
Eppur t’abbiamo vista
questa sera
come tante altre prima;
sembravi felice
nel tuo vestito da sposa,
e sulle labbra
nero il rossetto a lutto
Ha tremato poi la terra
In un momento quel che c’era
più non c’era; spuntavano però
braccia e gambe dalle macerie
in mezzo a cocci e fiori spezzati

Alla tua salute ora bevo
Tutti simpatici gli amici tuoi,
s’ubriacano che è una bellezza
Bestemmiano anche,
si grattano le ascelle,
e nei bagni cercano un’avventura
che gli faccia dimenticare
d’esser stati partoriti
per presto finire in una tomba,
anonima e lontana,
vuota d’epitaffio
e d’una foto di circostanza

L’ultima tua in bella calligrafia
la tengo nascosta sotto il cuscino

COLORI

Van Gogh
il pennello
il giallo
il blu
un girasole
la notte stellata
E poi
a correre
per i campi
tenendo in mano
quest’orecchio
strappato
con le ginocchia
leggere
più deboli
dell’anima
Parea sì lontana
la Casa degli Artisti
Ma lei sì,
lei era una puttana:
la vita
che ho temuto
sempre
e sempre a dipingerla
fino alla fine

FORTE DELLA TUA BELLEZZA

Forte della tua bellezza
sei venuta a disarcionare
il mio riposo eterno;
ho ceduto e ai tuoi piedi
sono caduto dimenticando
di Buddha il sorriso felice;
a chi poi ha voluto sapere,
ho detto la Sacra Verità:
“Per quanto bella la preghiera,
soltanto il fascino di Lei
ha spinto il mio spirito
verso le Porte della Percezione”

LUCE

Se lo scrivi sulla sabbia
la rabbia che viene dal mare
se lo porta via
quel tuo “ti amo”

Tanti amori
hanno calcato la spiaggia
cercando al di là dell’orizzonte
il loro primo bacio
e sul bagnasciuga le orme,
la promessa che la vita insieme
sarebbe stata per sempre

Se lo affidi alle onde
quel tuo “ti amo” in bottiglia,
le tempeste se lo portano via;
poi, a capriccio, lo restituiscono
dopo anni e anni a uno sconosciuto
che non hai amato mai

Ed è questo che volevi,
Sfumatura di Luce?

BUIO AMARE

Di questo cieco gioco
– al buio
in mezzo
a serpenti scorpioni lucertole –
sol ci rimane
un brucior di stomaco

FEDE

Ho difeso
senza mai
un’avemaria
in tasca
per pugnale

BACIARE

Baciare
le maschere di cera
ci fa così impotenti
Baciare
sulle labbra i morti
ci fa così fantasmi
ai nostri occhi
che ciechi sono
da sempre,
da ben prima
che Dio mandasse
il Figlio qui
a morire sul Golgota,
senza offrirgli la possibilità
di lasciare una parola
scritta di sua mano

Baciare, baciare qualcuno
che è spettro d’un ricordo,
solo ci inchioda alla solitudine
e alla fragilità!

APPASSISCO

Appassisco
come fiore abbandonato,
dal prato strappato;
rimango io senza radici,
nutrimento
o un raggio di sole

E muoio in quei cuori
che un giorno
un poco m’amarono
nonostante la fragilità
dello stelo
e la semplicità d’esser nato
per esser soltanto un fiore

MI HAI GIÀ DIMENTICATO

Mi hai già dimenticato
Sei più forte di me
Mi consigli
che devo andare avanti
Mi hai già amato
un po’ di meno
E dove t’incontrerò,
dove?
Non lo sai nemmeno
Dici però d’andare avanti
come fosse stato nullo incidente
l’amore

NON DIRE NIENTE

Non dire niente
No, non dire un che
che possa guastare
questo momento
che vivo insieme a te

Non dire
Non dire un bel niente

Il mio bacio, il caffè…
dovunque tu sia,
con chiunque tu sia,
qualunque cosa tu stia facendo,
ti giunga il mio affetto
e la mia benedizione
per quel che farai e sarai

Non dire
Non mi promettere
Non lasciarmi
ti vorrei dire

Per me, sempre sei
Per me, sempre
e per sempre
rimarrai il Nome,
la ragazza più pazza,
quella più Bella:
l’Alba che mi sveglia
al mattino

PIÙ DURO DEGLI ALTRI
(Bruce Springsteen – traduzione e adattamento Iannozzi Giuseppe)

È sabato sera
Tu vesti in blu da capo a piedi
È da un po’ che ti guardo
Forse anche tu mi stai guardando
Qualcuno è scappato di corsa
Ha lasciato a soqquadro il cuore di qualcun altro
Bene, se stai cercando amore,
Dolcezza, io sono più duro degli altri

Delle ragazze vogliono al loro braccio
Un Dan ben distinto o un Joe di bell’aspetto
Altre vanno per un Romeo dalla parlata dolce

Bene, da queste parti
Ho imparato che prendi ciò che puoi prendere
Perciò se sei forte abbastanza per l’amore,
Dolcezza, io sono più duro degli altri

La strada è buia
Ed è una linea davvero tanto sottile
Ma voglio tu sappia
Che per te ogni momento la percorrerò
Forse gli altri tuoi spasimanti
Non sono stati in grado di superare la prova
Se sei forte e pronta per l’amore,
Dolcezza, io sono più duro degli altri

Bene, non è un segreto
Sono stato da queste parti una o due volte
Non so, Piccola, forse sei stata qui intorno anche tu
C’è un altro ballo
Tutto quello che devi dire è “sì”
E se sei forte e pronta per l’amore,
Dolcezza, io sono più duro degli altri
Se sei forte abbastanza per l’amore
Piccola, io sono più forte degli altri



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