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Luca Gamberini – Intervista all’Autore e recensione per ENCICLOPEDIA DEL FAR NIENTE

ENCICLOPEDIA DEL FAR NIENTE

Intervista a Luca Gamberini

96 rue de-La-Fontaine Edizioni

a cura di Iannozzi Giuseppe

1. Luca Gamberini, che cosa ne pensi del titolo di “poeta”?

Poeta… Lo ritengo un titolo impegnativo, dallo svolgimento spesso incerto e contraddittorio. Personalmente la mia idea di poeta è una non idea, piuttosto è un gesto colto, un’espressione priva di mira alcuna, un sentire ciò che nessuno vede, uno stile di vita che va al di là della scrittura. “Mi chiamano poeta gli amici del bar”, comincia così un mio scritto dall’eloquente titolo: “È tutto qui”. Negli ultimi anni il titolo di poeta ha raggiunto un livello di svalutazione notevole, tanto che si è venuta a creare una grande confusione generale. Penso ormai che sia un titolo appartenente più al mondo dei vernissage che al mondo da dove in realtà proviene.

2. Enciclopedia del far niente arriva dopo “Mi sgridi i piedi”. Sono due libri molto diversi e per contenuti e per stile. Quale necessità interiore ti ha spinto a dare alle stampe questa tua nuova silloge poetica?

“Mi sgridi i piedi” ha avuto una gestazione tormentata, è un libro privo di equilibrio, dove l’estasi e la disperazione si accarezzano in continuazione, è una silloge istintiva, a tratti scanzonata, oserei dire liberatoria, se mi concedi il termine, dal momento che scrivere è la mia medicina, l’unica in grado di curare il mio tormento. “Enciclopedia del far niente” segna una svolta nel mio modo di vedere le cose, diciamo che se “Mi sgridi i piedi” narra di un dolore per certi versi immaturo, “Enciclopedia del far niente” mostra una consapevole gestione della sofferenza, alcuni versi sono dettati da intere notti trascorse ad osservare il buio. Il contenuto, dei due, lo ritengo più o meno simile, cambia l’approccio, c’è molto più equilibrio nel fare niente, ma non meno fatica, anzi. In quanto allo stile hai ragione, il mio modo di scrivere è cambiato, ma non ti so dire se si tratta di un’evoluzione o di una involuzione, questo lo diranno i lettori, per me è già un’impresa riuscire a rispondere a queste domande, mi risulta più facile scrivere un libro.

3. In molte tue poesie, Luca, sempre ricorrente è la figura del bambino. Siamo di fronte a una sorta di condivisione della teoria del fanciullino?

Se come figura del fanciullino intendi quella di Pascoli direi che sì, hai fatto centro, ritengo fondamentale il bambino che vive dentro di noi, lo considero l’unico in grado di poterci salvare. In “Enciclopedia del far niente” ci sta proprio uno scritto intitolato “Bambino”, una sorta di auto confessione, derivata dalla mia ‘incapacità’ di riuscire a mantenere rapporti stabili per lunghi periodi, ciò è dovuto alle contaminazioni del mondo esterno che spesso prendono il sopravvento sull’individuo fino a plagiarlo. A un bambino questo non succede, specialmente se si tratta di un bambino adulto.

4. Talvolta le tue poesie covano il seme di un pessimismo irrazionalista, altre volte sono disperatamente dolci. Sbaglio?

Non lo so, sono spesso portato a descrivere la meraviglia dei miei fallimenti, ma non so cosa rispondere a una domanda così diretta, anche in questo istante non so se sono felice o se sono triste, non so neppure da quale momento della mia vita ti stia rispondendo. Pessimismo e disperazione se non sono accompagnati dalla dolcezza non sono, per me, sinceri, questa è l’unica riflessione che mi sovviene.

5. Per essere uno che ama non far niente o quasi, direi che ti dai un gran daffare, o no?

Sono un indolente al quadrato, scrivere è tutta la mia vita, l’unica cosa che mi riesce fare con entusiasmo anche nella disperazione più nera. In meno di due anni ho pubblicato due raccolte di versi, questo perché l’ultima pubblicazione non era attesa, ho semplicemente trovato un editore che ha creduto nelle mie capacità descrittive, più che un editore, altro ‘titolo’ del quale si fa un uso sempre più improprio, una grande persona, dotata di una luce speciale. Attualmente sono impegnato con la scrittura di uno spettacolo teatrale che fungerà da presentazione a “Enciclopedia del far niente”, una breve opera in un atto, mi sto divertendo molto a scriverla, oltre ad alcune poesie contenute nel libro vi sono molti dialoghi inediti scritti appositamente, nel mentre sto assemblando una nuova raccolta di versi, includono il lavoro di questo ultimo anno, dal titolo “Lo sguardo deluso degli specchi”. Il mio editore dice sta venendo fuori qualcosa di bello. Mi sento obbligato a crederci.

6. In Enciclopedia del far niente, silloge che è idealmente strutturata in tre tempi, il tuo linguaggio è molto spericolato, non sempre immediato. Come mai questa scelta stilistica, quasi d’avanguardia?

L’idea dei tre tempi è nata durante l’assemblaggio della silloge, non mi ero mai cimentato in un lavoro così lungo per cui mi sono trovato un po’ in difficoltà nel dare un senso all’insieme e nemmeno so se davvero sia poi stato capace a darlo. Il mio linguaggio è diretto, specie quando pare non esserlo, la mia intenzione è quella di cercare di trasmettere immagini attraverso la parola, a me risulta più complicato dirlo che farlo, in quanto a spericolato non so, ho curato molto la parte tecnica, se così vogliamo chiamarla, cosa che mai avevo fatto nelle mie precedenti pubblicazioni, “Enciclopedia del far niente” penso sia la mia prima opera finita, nel senso che in tutte le opere precedenti mi rimaneva dentro un senso di volutamente incompiuto, quest’ultima ha una fine.

7. A chi è destinato Enciclopedia del far niente? E: continuerai a scrivere dopo questa tua fatica non da poco?

“Enciclopedia del far niente” è destinato a chi saprà nutrirsi, nutrendomi e non a chi tenterà di recidermi, cogliendosi.

Enciclopedia del far niente
La poesia di Luca Gamberini

Iannozzi Giuseppe

Enciclopedia del far niente è l’ultima raccolta poetica di Luca Gamberini, pubblicata per i tipi 96, rue de-La-Fontaine Edizioni.
La poesia di Luca Gamberini ha radici nel quotidiano, nel suo personalissimo vissuto, e solo di rado le poesie si sganciano dagli spazi vitali del poeta per rovistare in anfratti metafisici o shakespeariani e men che meno in dimensioni omeriche.

Il linguaggio poetico di Luca Gamberini è fintamente semplice: allegorie che rincorrono altre allegorie, ogni volta più spericolate, ma Gamberini, quasi per magia, riesce a tenerle legate assieme conferendogli buone giustificazioni (quasi) sempre lontane da forme di contraddizione. Gamberini, pur non imitando Eugenio Montale, applica una cifra poetica montaliana, coniugata in un sentire molto solipsista che, non di rado, sposa il pessimismo irrazionalista di Arthur Schopenhauer. Il “mal di vivere” che Gamberini porta in poesia è quello che altri poeti hanno già portato sulla pagina: Cesare Pavese, Eugenio Montale, Umberto Saba, Alda Merini, Alfonso Gatto.

Come per Montale, anche per Gamberini la realtà è segnata da una frattura mai sanabile fra l’individuo e il mondo; inoltre, nel suo poetare, Gamberini introduce, più e più volte, quella rassegnazione che è nel “mestiere di vivere” di Cesare Pavese. E l’intórno, che fa di Gamberini un libero-prigioniero, rifletti gli stati d’animo dell’uomo e del poeta, ovviamente; e non potrebbe essere davvero diversamente. L’urgenza di Luca è quella di dire, anche quando dice in prosa che è poi, a ben vedere, prosa poetica versata in un esistenzialismo minimale, vale a dire in quei soffocamenti di tutti i giorni che producono dolore e sofferenza, e solo, ogni morto di papa, una minima effimera gioia.
Non si pensi però che Gamberini tenti di imitare Pavese o Montale, perché così non è, è invece vero che il poeta Luca è stato influenzato da questi e altri poeti, e il risultato finale lo possiamo leggere nei versi che sono nella sua Enciclopedia del far niente, silloge assai originale per contenuti, stile, qualità.

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Enciclopedia del far niente

Enciclopedia del far niente – Luca Gamberini – Editore: 96 rue de-La-Fontaine Edizioni – Collana: La carrucola del pozzo – Anno edizione: 2018 – Pagine: 186 – EAN: 9788899783808 – Prezzo: 13 €



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