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Da un estremo all’altro il ritorno – Poesie bonus per Donne e parole. Sulle orme di Leonard Cohen – Iannozzi Giuseppe – Il Foglio letterario

Da un estremo all’altro il ritorno

Poesie bonus per Donne e parole. Sulle orme di Leonard Cohen

Iannozzi Giuseppe

Acquista DONNE E PAROLE. SULLE ORME DI LEONARD COHENIannozzi GiuseppeIl Foglio letterario – Collana: Autori Poesia Contemporanea – Edizione a tiratura limitata: novembre 2016 – Pagine: 604 – ISBN 9788876066450 – prezzo: 18 Euro

Donne e parole. Sulle Orme di Leonard Cohen – Iannozzi Giuseppe – Il Foglio letterario

http://www.ilfoglioletterario.it/Catalogo_Poesia_Donne_e_parole.htm

Su Facebook la pagina ufficiale di DONNE E PAROLE:

https://www.facebook.com/donneparole

Selezione di poesie bonus

Tortura estrema

Ho capito
Di morte lenta
orribile
son destinato
a incontrar
il Diavolo Creatore

Le membra mie
stirate,
alla forza
di quattro bestie
legate,
verso
i 4 punti cardinali
lanciate
finché tendini
e muscoli
dalle ossa
finalmente
staccati

Solo allora
su l’affilato
volto della Musa
nascerà
un pallido sorriso
di soddisfazione

Più di là
che di qua
col fiato
ridotto
a un sibilo
dirò
che l’ho fatto
perché
andava fatto
Calerà allora
l’impietosa sua mano
sulla bocca mia;
con questo tappo
sulle parole
non dette
coglierà Lei
rosa di sangue

Da un estremo all’altro

Ben lo so che
da un estremo all’altro
senza posa passo;
che i passi miei
non sono mai
silenziosi; molte cose
le ho fatte e le ho fatte
senza pensarci su
con l’ignuda lingua
scalando il K2,
molte altre invece
finite distrutte,
subito, sotto il peso
dell’impazienza;
e sempre
ho predicato bene
e razzolato male

Ma i debiti miei tutti li ho pagati
leggendo nei fondi di caffè
e a più d’uno
gl’ho sparato in fronte
senza un perché

Non ho colpa
d’esser un randagio;
m’hanno abbottonato
la camicia che non ero
ancora bambino;
il tempo m’ha fatto però
largo il petto
e son saltati i bottoni,
e le giugulari dei carcerieri
han straripato fuori
del sangue l’infezione

Senza mèta, senza scopo
vago e talvolta godo
allargando le fauci
al cerchio biondo della Luna
Come Omero,
con gl’occhi di cecità gonfi,
ho provato a fecondare
colle mie verità le donne tutte;
e se qui o altrove un figlio
al massacro ordinato è scampato
mentr’io prendeva la strada per l’Egitto
non so dire

Ma tu che sei Lupa pietosa,
divisa fra Romolo e Remo
e i cuccioli tuoi; tu che ami
senza distinzioni e non come me,
potrai forse ancor oggi
darmi un riparo,
un riparo per un minuto o due

Scomparsa

Dove sei scomparsa
nessuno lo sa

Se tu sia ancor qua
o passata nell’Aldilà
a rovinar di Cherubini
e Portaborse l’esistenza,
noi che umani siamo,
e che moriamo
per una scimmia sulle spalle
o una peritonite di troppo,
non lo sappiamo
Eppur t’abbiamo vista
questa sera
come tante altre prima;
sembravi felice
nel tuo vestito da sposa,
e sulle labbra
nero il rossetto a lutto
Ha tremato poi la terra
In un momento quel che c’era
più non c’era; spuntavano però
braccia e gambe dalle macerie
in mezzo a cocci e fiori spezzati

Alla tua salute ora bevo
Tutti simpatici gl’amici tuoi,
s’ubriacano che è una bellezza
Bestemmiano anche,
si grattano le ascelle,
e nei bagni cercano un’avventura
che gli faccia dimenticare
d’esser stati partoriti
per presto finire in una tomba,
anonima e lontana,
vuota d’epitaffio
e d’una foto di circostanza

L’ultima tua in bella calligrafia
la tengo nascosta sotto il cuscino

Angioletta

Alla fine riesci tu sempre a fregarmi
Con te non son capace di tenere il broncio
Sei il sogno, la neve bianca che fresca cade
sulla punta del naso ebreo, il fiore primaverile
che l’anima caprina scioglie portando via il gelo
Sei il mio piccolo foglio bianco al vento
che solamente attende una lunga storia,
una favola d’amore con un pizzico di fantasia
Sei la bimba birichina, di tanto in tanto buffa,
bella sempre nella risata fresca adamantina,
nella vocina come pigolio di passerotto
che sugl’alberi in fiore svolazza e non vuole
farsi acchiappare dalle dita amanti

Tutte queste cose sei e mai abbastanza sei
Mai abbastanza a me accanto, Angioletta

Sulla croce era Gesù

Ti racconterò di giorni felici
e di dì tristi che la fiducia era persa
Quando Gesù fu dalla croce tirato giù
niuno avrebbe scommesso che lassù
qualcuno avesse ascoltato la verità
balbettata dalle sue labbra morenti
Egli però risorse, e come poeta
vagabondo
si portò per mari e città vestendo
un sorriso, poco invero ma l’Infinito
per chi gl’apriva la porta di casa
invitandolo a mangiare pane nel vino

Ti racconterò d’una bambina dolce
che ogni sera giungeva le mani
pregando per sé e per chi lei amava
Ti confesserò che a lei non importava
se qualcuno credeva
non fossero veri i miracoli,
il cielo azzurro, i prati vergini di erbe verdi,
i ciliegi in fiore per colorare d’amor l’amore

Ti disegnerò in un sera di tante bocche
e di come una volta a tavola ognuno ebbe
di che sfamarsi senza doversi azzannare
e bestemmiare per l’unica patata bollente
al centro della povertà; e ti inviterò poi
a ballare scalza sotto le stelle brillarelle,
ed allora, per Dio, mi dirai sì, mi dirai di sì
fresca in due lacrime di felicità

Pioggia

Sotto la pioggia uno bestemmia, o sotto l’ombrello fa all’amore ma solo se al suo fianco ha una compagna che lo riscaldi un poco. I più bestemmiano senza posa e si bagnano: sono quelli che di sicuro muoiono presto.

La pioggia quando vien giù per farsi perle di lagrime non cesserà. Per gli amanti che da avverso Fato son stati separati e sola consolazione gl’è il pianto incessante, il Cielo gl’è complice cadendogli addosso per sempre.

L’Ultima Cena

Dopo lo spettacolo
vuota la tovaglia,
di briciole non ce n’è
ma il vino versato
segna il confine
del corpo e del sangue
al di là dei coltelli
nelle carni sepolti
a mo’ di bastarde croci

Fede

Ho difeso
senza mai
un’avemaria
in tasca
per pugnale

Buio amare

Di questo cieco gioco
– al buio
in mezzo
a serpenti scorpioni lucertole –
sol ci rimane
un brucior di stomaco

[ senza titolo – 1 ]

Tutti abbiamo avuto la nostra età felice
E oggi ne soffriamo

[ senza titolo – 2]

Se siam suicidi
domani peggio

[ senza titolo – 3 ]

Per un bravo scrittore
una penna da due lire
equivale alla naturale
estensione del suo pene

[ senza titolo – 4 ]

Come cannibali
ci lecchiamo le dita
di miele e sangue

Quel fiore

Quel fiore dalla terra venuto su
a forza di disperate lacrime,
dal grembo mi vien strappato
e non era ancora al massimo
suo splendore né prossimo
a sfiorire; tutto oggi mi levano
credendo di far il mio bene,
ma è la vita mia che portano via

Senza fili

Se dal mio cor solitario
che requie mai trova
un anelito di vita ancor
ci fosse allora sì
dir potrei che vano
non fu soffrir
Ma stracche le membra
una a una s’arrendono
come a un burattino
che i fili gl’han tagliato,
così sul proscenio resto
libero slegato, e inutile

Un Re

Levata dalla testa
la corona di ferro
disse adesso basta,
basta alla testa
che gira, all’ebrietà
che fa il passo incerto

Non tacque però la Corte
di saggi e giullari raccolti
intorno al vecchio stanco

Immortale

Pensate forse
che un paletto,
che del misero frassino
possa far fuori
chi da un’Eternità
fra diavoli e santi
s’aggira senza mai
d’essi prendersi cura
se non per cavargli
anima denti sangue?

Illusi siete!
Vi vedo
e vi compiango

Alieno Ritorno

Son qui
in ginocchio da te
venuto da lontano
senza casa
in cerca d’una casa
chiamata Terra
Sul mio volto cicatrici,
sulle mie mani il sangue
dei nemici
ch’eran come noi

Ho peccati mortali
segnati lungo le linee
della mano,
alieno alla verità
per una manciata
di rosicata teatralità
Chiamala vita se ti va
A me però
più non va giù
di far fuori chi come me
partorito
da un Dio comune
alieno
tanto a me quanto a te

Son qui
perché mio figlio
quando sarà grande
non si perda
nelle trame d’una profezia
vera a metà, falsa uguale

Son qui
Ho fatto il Male
per colpa d’un troppo cieco amore
pensandomi umano
unico
perfetto

Son qui
Son qui
ben sapendo che domani
il domani non mi porterà
al di là dell’Eterno Ritorno

Perché leggere DONNE E PAROLE. Sulle orme di Leonard Cohen

Al di là del fatto che questo volume, DONNE E PAROLE. Sulle orme di Leonard Cohen, accoglie poesie mie, penso sia davvero un gran bel regalo da fare e da farsi, soprattutto oggi che la nostra società è sempre più avvezza al cinismo e alla cattiveria.
C’è tutto in DONNE E PAROLE: amore platonico, amore pensato, amore fatto con il corpo ma sempre con l’anima in gola, amore cavalleresco, amore sofferto, amore idealizzato, amore disperato, amore perduto, amore pianto e sofferto, amore come religione, piccole delusioni affettive, sogni d’amore, etc. etc.

Le poesie, scelte fra le migliaia che ho scritto nel corso degli anni (15 o giù di lì), sono state tutte riviste e corrette nel corso di un anno. La cifra poetica non la so, non spetta a me dire: posso però dire qual è stato il mio intento… quello di portare, a lettrici e lettori, della poesia di sostanza, di emozioni non riciclate.

DONNE E PAROLE è dedicato alle donne, a Tutte le donne che, nel corso degli anni, mi hanno seguito leggendomi ed emozionandosi. Ed è dedicato al Sommo Maestro, Leonard Cohen, cui tutto devo. 

Inutile negare che da sempre sono stato influenzato dalla poetica di Leonard Cohen, Francesco Guccini, Pasquale Panella, Franco Battiato, Roberto Vecchioni, Claudio Lolli, Cesare Pavese, Dino Campana, Gabriele D’Annunzio, Guido Gozzano, Federico Garcia Lorca, Hermann Hesse, William Blake, George Gordon Byron, John Keats, Edgar Allan Poe, William B. Yeats, Walt Whtiman, Jacques Prévert, Pablo Neruda, etc. etc. Chiunque avrà modo di leggere DONNE E PAROLE, credo non potrà non rendersene conto.
Al di là delle influenze poetiche masticate e digerite, in DONNE E PAROLE è evidente uno stile particolare, uno stile pienamente mio e originale che fa di me un autore lontano da un po’ tutti gli stilemi attualmente in voga.

Giuseppe Iannozzi

Iannozzi Giuseppe

Quarta di copertina – DONNE E PAROLE. Sulle orme di Leonard Cohen nasce dall’esigenza dell’autore, Giuseppe Iannozzi, di portare, per la prima volta, a quanti amano la poesia, una antologia della sua migliore produzione poetica.
L’autore ha quasi sempre rifiutato il titolo di “poeta”, nonostante sia stato detto tale in più di una occasione. DONNE E PAROLE. Sulle orme di Leonard Cohen si prefigge lo scopo di accontentare lettori e lettrici che, nel corso degli anni, gli hanno chiesto di pubblicare un libro di poesie.
In questa antologia, che raccoglie testi scritti nel corso di quindici anni, senza mai dirsi poeta a tutto tondo, l’autore parla della grandezza, della bellezza e della stupidità che sono nell’amore.
Perché mai parlare e scrivere d’amore?
Forse perché, oggi più di ieri, l’amore non esiste se non nel cuore di pochi ingenui ribelli, che non si sono rassegnati all’idea che i sentimenti siano stati sostituiti, in via definitiva, da stravaganti surrogati ad ore, o da velenose inflazioni che dir si voglia.

Giuseppe Iannozzi (detto Beppe), classe 1972, è giornalista, critico letterario, editor e scrittore.

Nel 2012 ha pubblicato Angeli caduti (Cicorivolta Edizioni), nel 2013 L’ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta edizioni) e La lebbra (Il Foglio letterario), mentre nel 2014 La cattiva strada (Cicorivolta edizioni). Nel 2015 ha pubblicato Fiore di passione, una raccolta poetica autoprodotta e disponibile su Lulu.com (http://goo.gl/7fiaLo). Nel 2016 ha tradotto e curato Bukowski, racconta! (Il Foglio letterario). Ha inoltre curato l’editing di parecchi libri di narrativa e di saggistica per svariate case editrici. Attualmente si occupa dell’Ufficio Stampa de Il Foglio letterario (facebook.com/ilfoglioletterario/) e scrive per diverse testate online e la free press.

Sito web:

iannozzigiuseppe.wordpress.com

Facebook:

facebook.com/iannozzi.giuseppe

Twitter:

twitter.com/iannozzi

DONNE E PAROLE. SULLE ORME DI LEONARD COHENIannozzi GiuseppeIl Foglio letterario – Collana: Autori Poesia Contemporanea – Edizione a tiratura limitata: novembre 2016 – Pagine: 604 – ISBN 9788876066450 – prezzo: 18 Euro

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