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Taxila, il Regno Indo-greco e un viaggiatore del XIV secolo

 Che cosa avrebbe potuto trovare a Taxila (nell’attuale Pakistan) il monaco-cavaliere Goffredo, giunto in quella zona nel XIV secolo, in seguito alla deriva di una missione di ricerca richiesta dai potentati di Acri?
I ruderi della città, la cui decadenza cominciò molti secoli prima, compaiono, nel racconto, abitati da eremiti buddhisti e vagabondi. Alcuni di questi uomini intrattengono conversazioni filosofiche ma quello che più colpisce Goffredo sono alcune figure e soluzioni decorative visibili nei palazzi in rovina invasi dalla vegetazione. Questi elementi ricordano all'uomo un ché di familiare, precisamente di «greco».

Prima che gli Unni e vari potentati indiani distruggessero la città, Taxila era stata parte del regno Indo-greco che doveva le sue recondite radici alle campagne condotte da Alessandro Magno nel IV secolo a. C.
Ebbene sì, la presenza dei Macedoni nel mondo indiano non si esaurì con le imprese del Grande Alessandro ma continuò nel periodo successivo, con la conseguente fusione della cultura locale con quella ellenica e determinando interessanti casi di sincretismo artistico, spiroituale, politico. Anche Taxila fu protagonista di queste fertili circostanze.

Quando Alessandro ne ottenne il controllo, nel 326 a. C., la città era già prospera e ricca. Dopo la morte del condottiero fu governata da satrapi greci ma cadde entro il 317 innanzi alle armate di Chandragupa Maurya. Sotto l’impero Maurya Taxila divenne luogo d’importanza culturale per la diffusione della spiritualità buddhista.

Nel frattempo il regno Indo-greco di Battria che si trovava più a nord, era rimasto autonomo e tradizionalmente ellenico. Nel 180 a.C. avvenne l'invasione dell'India da parte di Demetrio I, reggente del suddetto regno battriano che guidò le sue truppe attraverso l’Hindu Kush. Da fonti greche e indiane possiamo dedurre che gli invasori avanzarono fino a Pataliputra, dove Eucratide di Battria causò un colpo di stato. Ciò avvenne all'incirca nel 170 a. C.
Conquistati i territori, si creò un'entità statale che si separò infine dall'originario regno battriano, travolto nel frattempo dalle invasioni sciite.
Durante la sua esistenza il regno ebbe molte capitali, compreso Taxila stessa e Sirkap, fondata dai battriani sulla riva opposta del grande fiume.

Questi movimenti di uomini e di truppe sono testimoniati, oltre che dalle fonti romane, soprattutto dai ritrovamenti della monetazione quindi dal conio dove si trovano riferimenti evidenti alla cultura greca. È stupefacente seguire il repertorio iconografico di queste monete, dove elementi per noi esotici si fondono con immagini di gusto ellenico. Sembra che in quell’epoca e in quel territorio i coni fossero particolarmente attivi e che satrapi e regnanti avessero una certa “ossessione” per la produzione delle loro monete!
L’archeologia ha trovato moltissime conferme anche analizzando le antiche architetture, com'è avvenuto proprio a Taxila, la cui area archeologica, visitabile, è stata scavata già dal 1861.

Tetradracma di Ippostrato, Regno Indo-Greco, 65-55 a.C. circa

«I Greci divennero signori dell'India e più tribù vennero soggiogate da loro che da Alessandro — da Menandro, in particolare, in quanto alcune vennero soggiogate da lui stesso e altre da Demetrio, figlio dell'Eutidemo re dei Battriani.» (Apollodoro di Artemita, citato in Strabone, xi.11.1.)

Entro l’anno 10, con le invasioni sciite, il regno Indo-greco si estinse e passò prima sotto il dominio dei Kusan, poi dell’impero Gupta.
Il declino cominciò nel finire del V secolo con l’invasione degli Unni. Nell’VIII secolo la città risultava già in forte rovina con edifici semidiroccati.

Alcuni di essi, particolarmente fastosi, continuarono ad esistere nonostante lo stato d'abbandono, le invasioni degli eseerciti e della vegetazione. Sono i ruderi della Taxila in cui si ritrovarono, nel raconto di Tavanti, Goffredo e il suo compagno Sempronio dopo essere stati divisi nell’Hindu Kush.
Entrambi erano partiti dalla Terra Santa nel 1268 in seguito alla caduta del castello di Baghras.

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