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Margherita Sarfatti: l’amore per Mussolini e tanto altro

Si è conclusa nella giornata di domenica 25 giugno la rassegna Libri alla San Francesco della undicesima edizione di Passaggi Festival. Protagonista è stata Micol Sarfatti con “Margherita Sarfatti. La signora del futuro”, Giulio Perrone Editore. L’autrice ha dialogato con Chiara Grottoli (Blogger Letteraria, Il Cappuccino delle Cinque) e l’incontro si è svolto nella splendida cornice della Ex Chiesa S. Francesco.

Come è nato il libro

Margherita Sarfatti per molto tempo è stata dimenticata, o ricordata solo per essere l’amante di Mussolini. Si tratta di una parente lontana di Micol Sarfatti (ce lo suggerisce il cognome) a cui l’autrice ha cominciato ad interessarsi sin da piccola, ammaliata ed affascinata dalla figura di questa grande donna. Margherita Sarfatti era ebrea ed amante di Benito Mussolini: già qua cominciano le contraddizioni. Si tratta di una figura complessa, donna colta ed ammaliante, dotata di grande carisma. Negli Stati Uniti c’è sempre stato un grande interesse per questa figura, in Italia si è ricominciato a parlare di lei in tempi recenti, nel 2018. È stata proprio in quest’occasione che a Micol Sarfatti è stato più volte chiesto di scrivere qualcosa su di lei. Il suo articolo ha riscosso subito un successo incredibile. Per molto tempo però, nonostante le insistenze di diverse case editrici, l’autrice non è riuscita a trovare la formula adatta per trasformare questa storia in romanzo. Fortunatamente poi il tutto è diventato realtà: lo scopo del libro è il tentativo di raccontare la storia di Margherita senza ovviamente omettere il suo coinvolgimento sentimentale con Mussolini e ridando luce alla sua storia personale ricchissima, al di là della sua storia d’amore.

L’inizio della vita milanese

Margherita Sarfatti con il marito Cesare Sarfatti approda a Milano appena diciottenne nel 1902 e la coppia inizia pian piano ad inserirsi nella ricca vita culturale della città. Presto Margherita Sarfatti debutta come critica d’arte con un articolo che riceve un premio alla biennale e che segna l’inizio della sua lunga carriera da intellettuale. La coppia raggiunge il massimo della popolarità quando inizia a frequentare il mondo futurista e la loro fortuna cresce, tanto che la loro casa diventa un vero e proprio salotto intellettuale. Margherita Sarfatti ben presto diventa una vera e propria “collezionista di celebrità”, ama attorniarsi di persone culturalmente e politicamente influenti. Il suo status sociale sin da bambina le aveva permesso di incontrare personaggi incredibili (quali Guglielmo Marconi, Antonio Fogazzaro e tanti altri).

Il primo incontro

È il marito Cesare Sarfatti che per primo le parla di Mussolini. Cesare lo sente tenere un discorso ad un congresso e ne rimane immediatamente folgorato. Racconta l’accaduto alla moglie e lei decide che vuole incontrarlo. Il loro primo incontro ha luogo a Milano nel 1912 in via San Damiano. La storia su questo loro primo incontro è stata negli anni oggetto di tante supposizioni diverse, le cronache hanno sempre parlato di una vera e propria scintilla nata immediatamente tra i due. È innegabile che l’inizio della loro relazione si sia caratterizzato per una componente molto fisica, ma ad unire Margherita Sarfatti e Benito Mussolini sono stati anche una serie di motivazioni socio/politiche. Lei era attratta dallo slancio politico di lui in quel momento, lui era un uomo focoso ma molto grezzo culturalmente. Lei ha sicuramente contribuito alla sua ascesa, ignara degli sviluppi che si sarebbero poi verificati. Nonostante tutto Margherita non interromperà mai il suo matrimonio, per tutta la vita dirà di aver amato due uomini. Il marito Cesare Sarfatti morirà in treno per un malore e lei ne sarà devastata, tenendo anche conto del fatto che aveva già perso un figlio diciasettenne nella grande guerra.

I vantaggi della relazione

La capacità di questa donna è stata quella di saper interpretare bene il momento storico: quando Mussolini tentennava lei lo spronava. La figura di Margherita è stata centrale nelle ore che hanno preceduto la marcia su Roma. Mussolini aveva avuto dei ripensamenti, ma lei aveva saputo intuire il momento storico. Se Margherita Sarfatti non avesse spronato Mussolini anche in quest’occasione, è ragionevole supporre che la marcia avrebbe potuto non avere luogo. In diversi memoir lei poi negherà il suo coinvolgimento, ma i documenti storici provano come sono andati realmente i fatti. Come abbiamo detto precedentemente, all’inizio della loro relazione c’è stato sicuramente un calcolo dei vantaggi che ne sarebbero derivati per entrambi. Margherita ha sempre mostrato grande abilità nell’interesse maturato dai suoi rapporti, non solo sentimentali. Lo scopo era sempre quello di incidere sulla vita culturale e politica del paese. Per Mussolini la relazione con Margherita gli permetteva l’accesso ad ambienti dove lui magari non sarebbe potuto accedere, non facendo parte di nessun circolo culturale/letterario. Questa storia d’amore nasce quindi per utilitarismo da parte di entrambi, poi diventa di più. Mussolini ha avuto numerosissime amanti e fu spietato con numerose di esse, inclusa la stessa Margherita costretta a scappare dall’altra parte del mondo nel 38 a causa delle leggi razziali. Margherita fino alla fine dopo essere stata scaricata tenterà di convincere Mussolini a non allearsi con Hitler, ma a nulla valsero i suoi sforzi. Perderà sorella e cognato nei campi di concentramento, sempre ne serberà il ricordo con estremo dolore e senso di colpa per quanto successo.

Damnatio Memoriae

Margherita Sarfatti si rifugia in Sud America con la famiglia e qui rimane per circa una decina di anni. Dopo la conclusione della guerra tornerà in Italia, ma sarà esclusa dalla vita culturale e sociale del tempo. Lei pagherà il suo coinvolgimento con questo oblio totale, oggi parliamo di una damnatio memoriae. A differenza di molti altri, lei non tenta di riabilitarsi, vive gli ultimi anni trovando nuovi interessi culturali, coltiva nuove amicizie ma sempre molto ritirata in ambito culturale.

Io ritengo che questa pesantissima damnatio memoriae venga dal fatto che lei era una donna. Altri personaggi sono stati ricordati, meno interessanti e potenti di lei. Lei invece ha subito un oblio totale. Spesso si fa fatica a battersi con la storia, e la sua storia deve essere un grande monito. Margherita non aveva bisogno di Mussolini dal punto di vista sociale ed aveva strutture culturali che avrebbero dovuta proteggerla dall’essere ammaliata. Purtroppo così non avvenne ed il prezzo da pagare fu molto alto, nella sua figura, nei suoi affetti, nel suo futuro. Margherita Sarfatti è stata una donna abilissima a comunicare, a volte anche a omettere. La sua capacità di story telling era clamorosa. Penso che abbia molto da dire ancora oggi, soprattutto alle giovani donne. Studiando la sua vita mi sono resa conto di quante cose incredibili abbia fatto, la sua è stata una vita segnata da un lato dal dramma, dall’altro da conquiste enormi ed irripetibili.

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