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L’evoluzione della destra attraverso il giudizio di Piero Ignazi e Gianfranco Fini

Un dibattito molto interessante riguardo la politica e in particolare quella di Destra anima la quarta giornata dell’undicesima edizione di Passaggi Festival. Protagonisti della discussione nell’ambito della rassegna Libri in Piazza – Rassegna di Saggistica sono Gianfranco Fini, noto politico e presidente della Camera dei Deputati dal 2008 al 2013, e Piero Ignazi, professore ed editorialiosta, autore del libro Il polo escluso. La fiamma che non si spegne: da Almirante a Meloni, edito da Il Mulino. A conversare con loro c’è la giornalista Alessandra Longo. Sul palco sono presenti anche i consiglieri regionali Marta Ruggeri e Luca Serfilippi.

Giorgia Meloni sulla scia di Giorgio Almirante

Il polo escluso. La fiamma che non si spegne: da Almirante a Meloni  non è altro che una nuova redazione della prima edizione, uscita nel 1989, ma con l’aggiunta degli ultimi trenta anni della destra, arrivando al Governo di Giorgia Meloni. Il primo libro consisteva in un’analisi italo-accademica sul Movimento Sociale Italiano. L’espressione “Una fiamma mai spenta” potrebbe significare che Fratelli d’Italia non sia il partito erede di Fini, ma di Almirante, e che la destra non abbia beneficiato del percorso tormentato dell’Alleanza Nazionale. Sul fronte della continuità, Giorgia Meloni ritiene che Giorgio Almirante sia il suo riferimento, il suo padre spirituale.

Dal Movimento Sociale all’Alleanza Nazionale: una destra fatta di conservatori e moderati?

Dopo l’esclusione dal governo del Movimento Sociale per le sue ideologie, c’era stata “l’esplosione” dei partiti di governo, e a seguire si era creata la possibilità, colta da Fini, di rappresentare i moderati; ma la dimensione della destra si potrebbe definire stratosferica secondo Ignazi. Prima della crisi del sistema dei partiti, il Movimento Sociale viveva un periodo complicato; solo dopo, assieme alla trasformazione nell’Alleanza Nazionale, è avvenuta la ricalibrazione delle ideologie. C’è chi, come Fini e Berlusconi, ha creduto in un possibile avvicinamento della destra verso il gruppo dei moderati, dei conservatori e degli europeisti; molto non seguono questa idea. Con la crisi, compreso lo scontro tra Fini e Berlusconi, si esaurisce l’Alleanza Nazionale. Una parte del popolo ritiene che la destra non abbia continuato da dove tutto era finito.

Sensibilità e posizioni diverse

Il volume del 1989 rappresenta una svolta, è un ragionamento accademico sul Movimento Sociale, che ha l’obiettivo di non rinnegare e non restaurare il passato. L’autore ritiene, infatti, che sia necessario ragionare in modo onesto. Affermare che Fratelli d’Italia sia figlio del Movimento Sociale piuttosto che dell’Alleanza Nazionale è una forzatura. Sciolto il Movimento Sociale alcuni dei suoi protagonisti hanno abbandonano la politica, mentre altri hanno cambiano direzione. Le posizioni sulle diverse questioni da parte dei vari componenti dell’Alleanza Nazionale non coincidevano sempre, le sensibilità sono diverse; un esempio è il caso dell’immigrazione e dell’integrazione degli stranieri nel nostro Paese. Ognuno di noi ha una propria visione politica.

Un’opposizione debole secondo Gianfranco Fini

Gianfranco Fini, il quale si era scontrato e qualche volta aveva trovato anche punti di convergenza con la sinistra, ritiene che questa attualmente non sia ancora riuscita a metabolizzare la sconfitta alle ultime elezioni, sembrerebbe che sia in grado solo di “inventare scuse per muovere accuse contro il Governo Meloni“.
Secondo Piero Ignazi, Giorgia Meloni ha alcuni, o meglio molti, riferimenti storici ed ideologici provenienti dal passato, il suo è un rapporto con l’epoca passata è basato sulla continuità e non sulla rottura, sul mantenimento dell’idea. Le Tesi di Trieste del 2017 sono l’unico documento ideologico di Fratelli d’Italia. Ma non è un problema l’arretramento della Nazione, non sono problemi le ricadute etiche e morali. Il fatto che esistano sensibilità differenti non implica che Giorgia Meloni abbia dimenticato del tutto l’Alleanza Nazionale.

Idee concrete e solide come basi della democrazia

Il riferimento analitico è sbagliato. Ci sono stati diversi problemi nei tempi. Ad esempio nell’europeismo è banale parlare di sovranismo, dato che non ci sono grandi potenze; i Paesi europei difendono gli interessi e i diritti nazionali solo con gli organismi sovranazionali, europei. Ogni popolo ha la sua sensibilità, le sue idee. La destra deve insistere sulla cultura e sui valori della Costituzione e proporre idee concrete per il governo anche quando si trova all’opposizione: solo così si possono porre le basi per una democrazia solida. L’elaborazione ideologica è il patrimonio dell’élite e dei partiti, del corpo vivo dei politici. Il testo di Fratelli d’Italia non ha a che vedere con un partito conservatore, ma, secondo alcuni giornali e riviste, molto critiche, con un partito nativista e autparitario. Dopo i sondaggi del 1987 e del 1990 da parte degli ex partecipanti del Movimento Sociale, a una domanda di valutazione del fascismo del 1998, poco dopo la fondazione dell’Alleanza Nazionale, il 63% dice che sono state fatte cose buone, e non stupisce la valutazione positiva del passato. Perché avviene questa resilienza dell’Alleanza Nazionale in favore al passato del fascismo? Si cambia per trauma nelle organizzazioni. Il Partito Comunista Italiano diventa il Partito Democratico della Sinistra.

La gente deve tornare a votare del tutto

Tuttavia Fini non pensa questo. “Fratelli d’Italia” ha ricevuto il 31% del consenso, e poiché gli italiani non sono incapaci né immaturi, Giorgia Meloni ha proposto una sfida convincente; e di conseguenza la Sinistra, che non raccoglie consensi perché non ha concepito la sconfitta alle elezioni e non consiglia, è in grado solo di polemizzare; servono questioni concrete e coerenti con la realtà, non confronti insignificanti con il passato. Un esempio è dato dai diritti civili, che non sono, secondo gli ospiti, da confondere con i desideri delle persone, perché i diritti sono sanciti dalle norme.
La gente ormai vota di meno, la politica attuale sembra quella di qualche anno fa, costituita sempre dalle solite accuse. C’è stato un oggettivo abbassamento della qualità della società europea. Il confronto con il passato è, a dir poco, impietoso. I giovani, che spesso dimostrano disinteresse, devono, invece, mettersi all’opera e mostrare il loro valore, come classe dirigente di adesso, che è giovane. Servono idee e azioni che possano spingere la gente a tornare a votare. Occorre superare anche la distinzione tra destra e sinistra per tenere in alto il valore della Nazione e degli italiani.

L’identità della destra

Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia formano un governo di destra, lontano dal centro; le posizioni dei tre partiti sono polarizzate. Fondamentale è il tema dell’identità, centrale nella politica, nei singoli partiti e negli esseri umani. La destra sa cosa vuole, sa quello che dice. La sinistra, senza nessuna identità in questo momento, non vince e non convince. Essere a destra o a sinistra non significa essere alle estremità, ma vuol dire non essere esattamente al centro, presentare qualche variazione. Ogni partito deve avere la sua identità, la sua forma, la sua ideologia, i suoi progetti. Poi i risultati si vedranno solo dopo le elezioni.

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