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Il racconto della Guerra in Ucraina dal Fronte Russo a opera di Luca Steinmann

A Passaggi Festival, in Piazza XX Settembre, Luca Steinmann, ospite della quarta serata, presenta, per la rassegna Libri in Piazza – Rassegna di Saggistica, il libro  “Il Fronte Russo. La guerra in Ucraina raccontata dall’inviato tra i soldati di Putin”, edito da Rizzoli. Conversa con lui Esma Cakir, giornalista per la Turchia e Presidente dell’Associazione della Stampa Estera in Italia.Luca Steinmann si trovava già prima della guerra nel Donbass, la regione dell’Ucraina invasa dai russi; la sua intenzione era rimanere per pochi giorni, e invece è dovuto restare per ben sette mesi. Si è ritrovato a parlare con le persone locali, e con i soldatie i giornalisti russi.

I Wagner, uno dei tanti eserciti privati

La notizia più importante è arrivata in giornata: si è svolto un tentativo di rivolta da parte dei Wagner. I Wagner sono uno dei tanti gruppi di combattenti famigerati, mercenari, capitanati da un leader; questi gruppi non hanno come riferimento il Ministro della Difesa della Russia, ma sono eserciti privati direttamente controllati dal presidente della Federazione Russa, Putin. I Wagner costituiscono il gruppo più famoso, nato dieci anni fa e mandato a combattere per sottrarre i territori all’Ucraina, ma essi non si dedicano solo alle regioni che riguardano i loro interessi, ma intervengono in tutto il mondo (basta pensare agli eventi nell’Africa Centrale, nel Sudan e nel Mali). Tutti i gruppi non sono conosciuti, sono avvolti nella segretezza, sono illegali. Non hanno nulla a che vedere con le strutture fallimentari dell’esercito russo, loro sono molto più potenti. Essi vivono a Mosca senza richiare nulla.

Un vero e proprio “Colpo di Stato”, del tutto inaspettato

La Russia non è omogenea dal punto di vosta del potere; molti degli eserciti hanno i loro riferimenti negli oligarchi o negli stati confederati; la Russia è uno stato variegato e conflittuale. Essendo disorganizzata la Russia, non essendoci controlli nè codificazioni, i giornalisti riescono a muoversi con più libertà. Tutti gli eserciti criticano il Ministro della Difesa, ma probabilmente nessuno si sarebbe mosso come i Wagner, i quali hanno costruito un vero “colpo di Stato”. Se prima c’erano rivalità e competizione tra gli eserciti e Putin si poneva al di sopra con un ruolo diplomatico, in quello che è successo si vede esplicitamente che un esercito vuole sfidare il potere russo. I Wagner “hanno chiesto la testa dei collaboratori più stretti di Putin”; è il momento più acceso di una vera lotta intestina tra Prigozhin, il leader dei Wagner, il Ministro della Difesa e il Capo di Stato Maggiore. E poichè Putin non risponde, allora avviene l’occupazione in Ucraina di una città strategica da parte dei Wagner e da lì comincia l’assalto verso Mosca; la sfida al Cremlino tuttavia si ferma poi a Rostov. Per la prima volta Putin è stato messo sotto attacco da un suo diretto discepolo; Prigozhin era un uomo d’affari dopo essere stato liberato dalla prigione. Nella Russia i Wagner sono diventati un modello militare e di business, riferendosi a proprietari, oligarchi e agenzie. Prigozhin ha rifiutato di entrare nell’organizzazione gestita dal Ministro della Difesa, tentando poi il colpo di Stato. La Russia prima di questo avvenimento non potrà più esistere: il potere è messo sotto scacco.

Perchè avviene la Guerra tra Russia e Ucraina?

Tornando in generale alla guerra tra Russia e Ucraina, la maggior parte dei soldati russi non comprende gli obiettivi e il significato di questa opreazione militare speciale, contro un paese oltretutto che parla la stessa lingua. Non è vero che c’è stato un accordo prima della guerra con i territori che la Russia vuole inglobare, i quali, una volta sciolto il potere di Kiev, sarebbero passati sotto il controllo russo. Tuttavia i soldati, e in generale i cittadini, stanno dalla parte della Russia, in quanto non vogliono tradire la loro patria, e si sentono molto motivati. La guerra è un passaggio apocalittico, la Russia vuole evitare l’umiliazione e lo smembramento dello Stato; il vero nemico è l’Occidente. Ma con le recenti vicende, il richio dello smembramento non proviene più dall’esterno, ma dall’interno. Oggi ciò che è eterno e immutabile rischia di smembrarsi e scomparire.

I soldati ucraini non restano fermi, rispondono agli attacchi russi

La controffensiva dell’Ucraina avviene in una fase non semplice, un momento delicato; l’Ucraina è debole, ci sono meno abitanti, i sostegni popolari maggioritari di dedicano alla resistenza nella guerra; da novembre i Russi aspettano, stanti in una regione della steppa con le trincee e i campi minati. Occorre ricordare che per attaccare in una guerra è necessario almeno il triplo degli uomini e dell forze che servono in difesa, oltre agli elementi dirompenti, a nuove armi e all’apporto degli eserciti stranieri. La Guerra in Ucraina non finisce mai, e il popolo ucraino vuole attaccare e sfondare le linee di difesa degli eserciti russi, approfittando di questa situazione.

Tre punti di svolta della Guerra

Tre sono i momenti chiave di questa guerra. Il primo è la Marcia su Kiev, al seguito della quale fallì per i Russi l’intento di impossessarsi di tutte le città in pochi giorni, quasi impossibile già sulla carta; l’esercito russo avanzava, motivato e intenzionato a compiere una sorta di carneficina, ma i Russi non si aspettavano una guerra frontale da parte degli Ucraini, ma credevano che ci sarebbe stata solo una guerriglia, una volta conquistate le città e presi i territori. Il secondo è dato dalla controffensiva dell’Ucraina verso Kharkiv; gli eserciti russi si stavano ritirando presso il Donbass e Odessa, ma gli Ucraini strapparono via alcuni territori ai Russi. Il terzo è la ritirata russa a Khjerson, nel sud, dove vive una popolazione che, pur essendo di lingua e cultura russa, non familiarizza con i soldati russi. La Russia, che aveva prima ammesso Kherson, città strategica, tramite un referendum, è rimsta sconfitta e ha dovuto abbandonare quella zona. Da lì cominciò l’ascesa di Prigozhin con assedio a Mariupol e il percorso che ha portato alle minacce a Putin.

Pochi ma migliori i giornalisti sul Fronte Russo

Luca Steinmann è un giornalista umile, non pretende di rappresentare la verità, che non è in suo possesso. Racconta la realtà non filtrata dei fatti, ciò che ha visto e ha sentito, dando a tutti la possibilità di farsi un’idea propria. Undicimila giornalista stavano presso il Fronte Ucraino, pochisssimi in quello Russo, ma questi ultimi veri e non attivisti. Si tratta di un vero privilegio per una democrazia come l’Italia. I giornalisti sono reporter che vanno sul territorio, dal lato nemico, e mettono in discussione le convinzioni, ma non danno giudizi sulle altre persone (spetta ai lettori questo compito), descrivono le situazione e girano al pubblico con i mezzi a disposizione. Il giornalismo non è la conferma del mondo che si vuole.

Tante dimensioni all’interno dello scontro

Sono presenti varie dimensioni in questa guerra. Si può parlare di Guerra di Invasione (la Russia vuole invadere l’Ucraina), Guerra Internazionale (coinvolge numerose potenze mondiali), Guerra Civile (scoppiata dal 2014, quando la maggior parte degli Ucraini non accettò l’ingresso dei Russi e la separazione dallo Stato Centrale di alcuni territori con conseguente cessione alla Russia, e inaspritasi nel 2022); c’è anche un vero e proprio scontro di  valori (da un lato l’insieme dei valori come ideologia, dall’altro l’ideologia di nazionalismo e l’esportazione all’estero di una visione di mondo migliore). Malgrado la Russia non abbia alla base uno Stato ben costruito, i Russi combattono per la difesa della patria. Gli Ucraini, invece, difendono il proprio Stato per i valori dello Stato, convinti che abbiano un sistema di valori migliore. La Russia come sistema di governo, prima di rinnovarsi, deve interrogarsi per comprendere gli sbagli, migliorarsi e uscire indenne dallo scontro. In conclusione, Steinmann, giustificando la sua posizione sia davanti ai soldati russi che davanti a quelli ucraini, ha ripreso la propria tranquillità, sperando nella pace.

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