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Scienza della longevità: i consigli di Antonella Viola per invecchiare al meglio

Mercoledì 21 giugno un ampio e interessato pubblico ha accolto sul palco di Passaggi Festival presso il Chiostro delle Benedettine Antonella Viola. Nell’ambito della rassegna La scienza sotto le stelle, l’immunologa, divulgatrice e professoressa ha presentato con Guido Favia, docente dell’Università di Camerino, il suo ultimo libro La via dell’equilibrio. Scienza dell’invecchiamento e della longevità (Feltrinelli).

Perché invecchiamo?

Perché invecchiamo? Questa è una domanda che, prima o poi, ognuno di noi si pone nel corso della propria vita e la risposta si trova, ovviamente, nella Scienza. Sono state elaborate diverse teorie a riguardo: alcuni studiosi definiscono l’invecchiamento un programma, simile a quelli della lavatrice, altri, invece, lo considerano la conseguenza di una serie di sfortunati eventi dannosi che si accumulano nel tempo. Antonella Viola abbraccia la teoria secondo la quale l’invecchiamento segue alla perdita di resilienza da parte del nostro corpo. La parola resilienza, decisamente abusata negli ultimi anni, indica la proprietà di alcuni materiali di resistere agli urti e di tornare alla propria condizione iniziale dopo averne subiti. Le nostre cellule tentano di essere resilienti: provano sempre a riparare i danni causati al DNA dal nostro stile di vita, dalle nostre abitudini ed esperienze, cercando di ristabilire lo status quo ante. A volte, però, si verificano degli errori nella riparazione del danno, la cellula non riesce a ripristinare la condizione precedente e si ha così senescenza cellulare.

Longevità sostenibile

Fino al 1900 l’età media dell’essere umano è sempre stata intorno ai 35-40 anni. Tale dato ha iniziato a crescere grazie alla teoria microbica, che ha riconosciuto nei microbi l’origine delle malattie. A questa sono seguiti lo sviluppo di vaccini e antibiotici e importanti scoperte come quella dei gruppi sanguigni. Tali studi scientifici, insieme ad elaborazioni tecniche, come la costruzione di reti fognarie efficienti, hanno permesso la conoscenza dell’invecchiamento e un innalzamento dell’età media, dovuta soprattutto ad una forte riduzione della mortalità infantile.
Oggi, ridimensionato questo problema, la scienza si dedica all’elaborazione di una medicina rivolta ad adulti e anziani. Ciò è reso necessario dal fatto che l’essere umano è sempre più longevo, ma generalmente vive gli ultimi vent’anni della propria vita in uno stato di malattia. La maggior parte degli anziani presentano da due a tre comorbidità, che, oltre a riflettersi sulla qualità della loro vita e di quella della famiglia, hanno effetti anche sulla società. La longevità non è solo un tema individuale, ma anche collettivo e politico: è necessario trovare un modo per renderla sostenibile nel tempo.

Una pedalata in bicicletta per combattere la sarcopenia

Ciò che combattiamo solitamente sono segnali innocui dell’invecchiamento, come i capelli bianchi e le rughe. Concentrandoci su questioni estetiche, che non costituiscono un problema di salute, trascuriamo, invece, aspetti essenziali. Uno dei principali problemi legati all’invecchiamento è la sarcopenia, la perdita di massa muscolare e di forza. Tale processo può essere contrastato attraverso l’attività fisica. La scienza afferma che 150 minuti di attività aerobica alla settimana (una semplice camminata veloce) o 75 minuti con un ritmo più elevato (una corsa o una pedalata in bicicletta) possono fare la differenza, soprattutto se accompagnati, due o tre volte alla settimana, da esercizi per stimolare la forza muscolare attraverso il sollevamento di pesi.

Il digiuno circadiano e i suoi benefici

Esperimenti sugli animali hanno dimostrato che una forte restrizione calorica è in grado di allungare la vita. Per l’uomo, però, seguire un ritmo alimentare del genere è estremamente difficile, se non impossibile. In alternativa potremmo sfruttare i ritmi circadiani. Le funzioni del nostro corpo sono scandite da cicli di circa 24 ore. Si tratta di cicli ancestrali appartenenti a tutti gli esseri viventi e legati all’alternanza di luce e buio. Il nostro master clock presente nell’ipotalamo è direttamente collegato alla retina: quando cala il sole l’ipotalamo avvia la produzione di melatonina, che si blocca e viene sostituita dal cortisolo con l’arrivo dell’alba. L’uomo è un animale diurno e dovrebbe per questo limitare i pasti alle ore di luce. Il digiuno circadiano, che porta a notevoli vantaggi in termini di contrasto dell’invecchiamento, prevede che per almeno 12 ore al giorno, quelle notturne, non si assuma alcun genere di alimento. Il nostro corpo dovrebbe, infatti, riposare. Allungando un po’ il digiuno, arrivando a 14 o 16 ore, si possono ottenere ulteriori benefici dovuti all’attivazione dell’autofagia cellulare. In assenza di assunzione di alimenti per diverso tempo, le nostre cellule per produrre energia sacrificano alcuni pezzi di sé, ad iniziare dai mitocondri danneggiati. Si tratta, quindi, di un processo positivo. Tali abitudini alimentari sono consigliate a chi ha un’età compresa tra i 30 e 65 anni.

Alla larga dagli integratori

Gli integratori hanno la funzione di supplire ad un’insufficienza, dovrebbero, quindi, essere assunti solo in presenza di una specifica carenza attestata attraverso analisi. Un eccesso di vitamine può essere persino dannoso: è dimostrato da studi scientifici che chi consuma abitualmente integratori con vitamina E e vitamina A quando non prescritti presenta un rischio di morte superiore rispetto a chi non ne fa uso.
Un’altra bufala è la dieta detox: una terapia detossificante è necessaria solo nel caso in cui il nostro fegato non funzioni, perché tale organo è in grado di svolgere tale processo autonomamente. Ciò a cui è necessario porre attenzione è, quindi, la salute del nostro fegato. A tale proposito, è sicuramente dannoso il consumo di alcool, essendo questo cancerogeno: meno si beve, meno si rischia. Sebbene non sia possibile calcolare il rischio individuale derivante da questa abitudine, è stato dimostrato che su 1.000 persone che consumano abitualmente alcool 10 uomini e 14 donne svilupperanno un tumore a questo connesso. L’alcool, quindi, non deve essere una regola, dovremmo limitarlo ad occasioni speciali.

Sono queste e altre le buone abitudini e accortezze indicate da Antonella Viola al pubblico di Passaggi Festival e descritte in La via dell’equilibrio, un interessante saggio che risponde alle domande di molti sull’invecchiamento e la longevità.

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