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Credi nei sogni?

Tempo di Lettura: 4 minuti

Dispetto #95 – Un sogno premonitore

L’altro giorno stavo pensando che questo blog è stato aperto esattamente due anni fa: il 21 Settembre 2021. In questi due anni ho raccontato tante cose di me, il mio punto di vista sul mondo e quasi 100 dispetti.
Mi viene da chiedermi se avrò sempre qualcosa da dire, oppure gli aneddoti finiranno e scriverò qualcosa che ho già scritto. Anche perché tendo a dimenticarmi facilmente delle cose di cui scrivo, quindi è molto facile che questo accada.
Così nello scegliere gli argomenti di oggi ho voluto e dovuto mettere qualcosa che non mi è successo davvero, ma è stato solo un sogno. E tu credi nei sogni?

credi nei sogni o vuoi solo un posto tranquillo nel mondo?

Nel sondaggio Instagram di questa settimana ho deciso di non spiegare quali fossero le opzioni. Ho messo “Il mio primo due di picche”, “Quando non mi hanno assunto in banca” e “Un sogno con papà”. Ha vinto il sogno con mio padre.
La mia paura quando parlo di Gigi è essere preso come uno di quelli che vuole fare i like e le visualizzazioni su una tragedia. In realtà lo sanno tutti e mi pare ovvio, se mi dicessero che smettendo di scrivere questo blog, eliminando i social etc etc mio papà tornerebbe, io chiuderei tutto nel tempo di un amen.
Semplicemente questo blog è il rifugio per chi si sente solo, trova un amico al tavolo del bar e si fa raccontare degli aneddoti, e questo magari lo aiuta a capire quel che gli sta succedendo.

Pensavo di essere più bravo a gestire questo lutto, mi sono sopravvalutato. Eppure non voglio dare a questa cosa la colpa di tutto. Ogni tanto sento di non essere felice, mi chiedo perché e poi mi dico “Per forza, papà è morto”.
In realtà secondo me qualcosa d’altro c’è, è lì e forse tra poco verrà fuori, ma sino a quel momento mi capiterà di parlare di papà semplicemente perché mi manca tantissimo e mi aiuta a togliermi un pezzetto di questo dolore di dosso.

In realtà ciò che si sta creando attorno a questo blog mi piace molto, ci sono tante Persone che mi contattano dopo ogni articolo, lo commentiamo, discutiamo.
Quello che vorrei è vedere queste persone parlare tra di loro, magari partendo da questi articoli, ma per scambiarsi idee sul mondo. Sono tutte belle persone e sono convinto avrebbero tante cose da dirsi, nascerebbero delle belle amicizie.
Forse un giorno organizzerò un evento dove non faccio nulla, solo un aperitivo tra chi legge questo blog per fare amicizia.
Nel frattempo mi godo la fortuna di avere persone attorno che mi vogliono bene, mi chiedono come sto, un po’ mi tirano su nei momenti di difficoltà.

Per me vuol dire tanto, io credo nei rapporti tra le persone. Una delle cose più dolorose del divorzio è la catena degli affetti che si spezza.
Persone che prima erano quasi fratelli che non vedi più. Alcune magari le hai ospitate nei luoghi della tua infanzia, hai dato loro le chiavi del tuo mondo più intimo e ora non ti salutano per strada.
Persone che hanno condiviso con te le feste comandate, e signora mia se facciamo Natale e Pasqua assieme significa che per me sei parte della mia famiglia, adesso ti salutano ringhiando tipo Gattuso.

Quando papà è morto, nonostante i rapporti ormai inesistenti, molte persone della mia vita da sposato mi hanno scritto per farmi avere le loro condoglianze. Nessuna di loro è venuta a casa o al funerale, ma lo capisco, solo aver detto a se stessi “Questa cosa è più grande di qualsiasi rancore” e avermi mandato un messaggio per me ha voluto dire tanto.
Certo, ci sono state persone che anche in quell’occasione non hanno scritto. Ad alcune di queste non ho dato importanza, alla fine il nostro rapporto era solo una costola del fatto che fossero amici e amiche di ExMoglie.

Però c’è stata una persona per cui sono stato male. Nessun messaggio a me o mia madre. Nessuna chiamata. Nessuna visita.
Il giorno dopo la morte di papà ho controllato il giornale per vedere se ci fossero le sue condoglianze lì sopra. Uno dei motivi per cui volevo mettere quell’annuncio era proprio questo: permettere a persone che magari avevano disagio a scrivere di poter dire di essere dispiaciuti per la morte di una persona senza dircelo direttamente. Nessun telegramma.
Una persona che ha passato più di 10 anni il Natale con mio padre, ora non scriveva neanche “Condoglianze” su un messaggio gratuito di Whatsapp? Puoi avercela quanto vuoi con me, ma davanti a certe cose l’orgoglio rende stupidi.

L’altro giorno ho visto che questa persona aveva una bancarella in una di quelle fiere dal titolo “Ci vogliamo tutti bene e aiutiamo le persone più sfortunate perché così tutti vedano che noi siamo buoni”. Mi è montata la rabbia, sarei voluto andare in quella piazza a dire: “Ne devi fare 30.000 di ‘ste fiere per pulirti la coscienza”. Quanto puoi essere ipocrita?
La rabbia mi montava come quelle volte che litighi nella tua testa con qualcuno e vinci tutte le discussioni. Avevo una marea di rancore da vomitare.

Andando a letto sognai proprio questa cosa, io che incontrando questa persona le rovesciavo la mia rabbia addosso. Sentivo aumentare l’agitazione, ma le parole mi restavano in gola. Mi sentivo frustrato.
Mi giro e vedo mio papà, con quella leggerezza che gli hanno riconosciuto tutti, quel cazzeggio che solo lui sapeva avere, dirmi: “Ma che te ne fott?”, quasi fosse uno dei The Jackal.

Io non credo a queste cose, anche il paradiso per me è di difficile concezione, ma non riesco ad arrendermi all’idea di non avere più un contatto con papà. Eppure in quel momento tutta la rabbia, reale e del sogno, è svanita.
Come se avesse voluto dirmi che quelle persone per lui erano importanti solo perché lo erano per me, ma lui avrebbe potuto fare senza. A dimostrarmi ancora una volta il suo amore e io a capire sempre troppo tardi qualcosa.

Tu credi nei sogni? Io forse un po’ di più adesso, aspetto tu me lo dica nei commenti.

Mi fa ridere, l’ho scoperto ora, il primo articolo dopo la morte di papà parlava di sogni. Lo trovi qui.

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