Get Even More Visitors To Your Blog, Upgrade To A Business Listing >>

Il debutto di Italian Tech Week, Bruce Sterling: “La crisi climatica non è più fantascienza”

Futuri distopici, multinazionali predatorie, cyborg, reti neurali, fusioni uomo-macchina. Cos’è rimasto oggi del cyberpunk? Innanzitutto una ricorrenza. Perché esattamente quarant’anni fa (nel novembre del 1983) il termine venne usato per la prima volta nel titolo di un racconto di Bruce Bethke. Sono stati però William Gibson e Bruce Sterling i veri padri di questo genere letterario, che aggiornava la fantascienza tradizionale in chiave pessimista e turbotecnologica. Oggi Gibson ha 75 anni e partecipa ancora a qualche manifestazione per i fan, il secondo ne ha quasi 70 ed è sempre in giro per il mondo, con base a Torino. Ora è a Ibiza, a seguire con la moglie Jasmina Tešanović la nipotina Frida di 3 anni. Tornerà comunque in città venerdì, per l’incontro dell’Italian Tech Week “Un autore di fantascienza sulla crisi tecnologica e globale”, alle 9 alle Ogr. «In autunno saremo a Torino più spesso», spiega lo scrittore, con la sua solita energia contagiosa. «Ora che Frida è un po’ più grandicella possiamo permetterci di ricominciare a viaggiare. Per i prossimi mesi abbiamo l’agenda piena di appuntamenti da quelle parti».

Alla Tech Week le idee che cambiano il mondo

fabrizio accatino




Su cosa verterà il suo intervento all’Italian Tech Week?

«Sarà un tentativo di creare una consapevolezza su cosa la gente dovrebbe fare e non fare di fronte alle nuove tecnologie. E una comparazione tra la situazione degli Stati Uniti e quella dell’Europa».

Cos’è rimasto oggi delle visioni del cyberpunk?

«Noi scrittori avevamo buttato lì molti elementi, la maggior parte dei quali non erano prospettici ma semplici invenzioni. Oppure qualcosa che era già capitato da qualche parte, dunque facili profezie. Negli anni dell’egemonia americana bastava guardare ciò che capitava a New York e proiettarlo su larga scala. In quanto a cambiamento climatico e spopolamento erano già abbondantemente in atto, non ci voleva una scienza a capire che avrebbero solo potuto peggiorare. Il resto erano creazioni di fantasia e tali sono rimaste».

Quando ha lasciato gli Stati Uniti?

«Ho iniziato a girare il mondo da ragazzo, sono sempre stato un tipo piuttosto irrequieto. Come mio padre, che dal Texas è finito a vivere in India o a Trinidad. A Torino sono arrivato nel 2008, invitato come direttore artistico dal Share Festival. Visto che in città ho amici della scena tecnologica e artistica, mi sono fermato. Non c’erano piani al riguardo, è successo».

Italian Tech Week: “Grazie all’Intelligenza Artificiale completiamo l’incompiuta di Beethoven”

franca cassine




Di cosa scrive oggi?

«Di “fantascienza” (lo dice in italiano, ndr). Il mio ultimo libro uscito negli Stati Uniti s’intitola proprio così: “Robot Artists & Black Swans: The Italian Fantascienza Stories”. È tutto ambientato in giro per l’Italia tra Torino, Roma, Venezia, con un’incursione nella Fiume di D’Annunzio. Non posso dedicarmi al cyberpunk per tutta la vita».

Vive ancora a San Salvario?

«Non più. Mi capita spesso di tornarci, ma ora abbiamo casa in zona Campidoglio. A San Salvario c’era troppo casino, cercavamo un posto più tranquillo».

Perché dopo tanto tempo in Italia parla ancora solo in inglese?

«L’italiano l’ho perso molto negli ultimi due anni in Spagna. Se è scritto lo capisco ancora bene, infatti leggo La Stampa tutti i giorni. Ma parlarlo, beh, è un’altra cosa. Dicono che gli scrittori siano portati per le lingue, ma temo proprio che non sia il mio caso».

The post Il debutto di Italian Tech Week, Bruce Sterling: “La crisi climatica non è più fantascienza” appeared first on Italian News Today.



This post first appeared on Italian News Today, please read the originial post: here

Share the post

Il debutto di Italian Tech Week, Bruce Sterling: “La crisi climatica non è più fantascienza”

×

Subscribe to Italian News Today

Get updates delivered right to your inbox!

Thank you for your subscription

×