I cuori aridi cercano sempre di inaridire gli altri: è una legge a cui non si può sfuggire, e che dovrebbe servire a farci davvero riflettere…

I cuori aridi cercano sempre di inaridire gli altri: è una legge a cui, di fatto, non si scappa…

Ho provato tantissime volte, nella mia vita, il senso di cattiveria della gente: persone che mi hanno fatto del male senza nemmeno pensarci due volte, gente arida, secca interiormente, così poco valida da cercare conferme nelle sciocchezze eteree ed ostentate, che pur di sentirsi vivi ed importanti hanno sempre cercato di mettere gli altri in cattiva luce, sminuendoli, colpevolizzandoli, manipolandoli a loro piacimento. Eppure, nonostante questo so di aver dato un grandissimo bene a queste persone, per quanto errate esse siano, per quanto stupido sia il loro modo di allontanare la gente, di trattarla come pezze da piede, e mi sono reso conto, proprio con il tempo, di quanto questa gente sia maledettamente arida, incapace di amare, di farsi amare, di provare sentimenti veri, di provare sentimenti che abbiano una vera continuità, una vera stabilità, perché per loro è tutto etereo, è tutto volubile e volatile, esattamente come il loro carattere, le loro promesse da marinaio che non sono in grado di mantenere!

E’ gente le cui parole vanno sempre soppesate: il peso dei loro “ti amo” può, forse, farti credere che lo pensino davvero, ma che valenza ha dire ad una persona “ti amo” se poi non sai dimostrarlo, se poi non vuoi dimostrarlo, se poi giustifichi ogni tua mancanza con sterili scuse che cercano di rendere lecito tutto quell’odio e tutto quell’accanimento verso i cuori buoni? La verità è che chi è arido ha un solo obiettivo, cioè quello di inaridire gli altri con quella stessa loro aridità e secchezza, con quel loro stesso deserto interiore che non ammetteranno mai di avere, perché, a loro dire, “tutto è lecito, tutto è dovuto”. Mandando, di fatto, al diavolo cose come la reciprocità dei sentimenti, la voglia vera di amare e vivere un rapporto degno di questo nome, e tantissime altre cose che, tra due persone che si amano, dovrebbero essere quantomeno consuetudine.

Io resto qui, resto fermo aspettando che le ferite facciano meno male: vorrei poter pensare che è tutto passato, che va tutto bene, che non c’è niente che non vada, ma mentirei a me stesso, perché io non ho bisogno di ostentare un benessere e una gioia che, in un determinato momento, di fatto non ho. Non ne ho proprio bisogno. Resto qui, in mezzo a questo vento caldo che sembra portarmi via, e mentre tutto intorno esisto solamente io ed il mio dolore, vedo gli alberi piegarsi contro il vento di scirocco, e ascolto il suono delle foglie, sperando che possano portarmi quella serenità che, ormai, ho perso da tanto, troppo tempo.

Quella serenità che merito, perché questo non può essere il finale: mi rifiuto di credere che questo sia il finale per una persona che sa amare davvero, che vuole veramente amare, che vuole veramente vivere la grande emozione di un amore che ti cambia la vita. Mi sfianca l’idea che questo sia il triste finale di un amore puro: un cuore frantumato e qualcuno che sghignazza lasciando qualcuno in una pozza di dolore. Non posso credere che sia questo il finale, non posso credere che sia questo il destino di chi vuole amare, di chi vuole davvero vivere un sogno ad occhi aperti, che si concretizza ogni santo giorno, con il vivere quotidiano, con il vivere vero, con il vivere questa vita nel segno di un sogno chiamato amore.

Non posso credere che sia questo il finale, che non esista una giustizia che rimetta insieme i pezzi e doni pace e serenità a chi è stato distrutto: a volte penso che non avere un cuore possa essere l’unica soluzione contro il dolore, mentre i giorni continuano a susseguirsi, ed io non trovo il senso di tutta questa sofferenza…

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