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Giorni senza traccia

Giorni senza traccia, caduti nel vuoto del vissuto dentro un silenzio che non ti lascia niente tranne tutto quel male che resta…

Giorni senza traccia, nel vuoto di tanti silenzi…

Ci sono giorni che definisco “giorni senza traccia”: giornate talmente brutte, talmente vissute velocemente, talmente andare via in maniera strana o fin troppo vissuta da non aver il tempo di lasciare una traccia, una fotografia, un ricordo. Quelle tipiche giornate che hai vissuto e che si perderanno nell’arco del tempo e della vita, silenziosamente, nonostante tutto il male che ti hanno fatto.

Eppure sono state vissute così intensamente, in maniera così piena di rabbia e di dolore da non essere, di fatto, riuscite a lasciare una traccia che duri, che ti permetta di ricordare: forse te ne ricorderai, certo, ma per il male che ti hanno fatto, per il dolore che si sono lasciate dietro, perdute nel silenzio di una vita così tanto vuota, in cui vorresti rincorrere i tuoi sogni, in cui credi di aver davvero afferrato quella stella, quella chimera, quel sogno, senza renderti conto che di tutto quell’illudersi, di fatto, non è rimasto niente al netto del dolore, della rabbia, di parole inutili sopra altre parole inutili.

Ti stanchi, semplicemente ti stanchi anche solo di lasciare tracce, di creare ricordi, foto, pensieri che lasceranno il tempo che trovano, nell’ennesima, innaturale, forzatura del vivere sempre secondo le regole degli altri, sempre secondo il dolore che altri decidono per noi, sempre secondo tutto quel senso di maledetto vuoto che ti porti appresso e che, per fortuna, sei ancora in grado di colmare grazie a te stesso, grazie a quello che fai, grazie a quello che porti avanti, grazie a quello che hai saputo coltivare.

Non rimane niente, non restano tracce, ma pezzi di te se ne vanno via per sempre, piano piano rimpiazzati da un nuovo te che non s’illude più, diventato, ormai, roccia, diventato ormai pietra, diventato ormai tutto quello che il dolore ti ha permesso di diventare quasi obbligatoriamente.

Non lo hai voluto tu, ma non puoi più permetterti il lusso di soffrire.

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