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Rimpiangerai l’amore che avevo per te

Rimpiangerai l’amore che avevo per te: il dolore di un amore strappato via dal quotidiano vivere senza nessuna pietà, senza nessun pensiero o riflessione…

Rimpiangerai l’amore che avevo per te: parole di dolore sul foglio bianco della vita verso chi non pensa che “se perdi, prima o poi, rimpiangerai”.

Rimpiangerai l’amore che avevo per te: ti ricorderai, una sera, in cui piangi da sola, di quel ragazzo che ogni sera tornava a casa, stanco, triste, e si scioglieva in pianto, in silenzio, davanti allo specchio, senza che nessuno si accorgesse del suo dolore. Rimpiangerai, soprattutto, di averlo trattato così, di averlo ridotto così. Di AVERMI ridotto così, perché non lo meritavo, e, in fondo, non lo meritava nemmeno il nostro amore che ci è costato così tanti sacrifici.

In fondo, solamente chi i sacrifici li ha portati avanti da sempre, solamente chi conosce davvero il costo di qualcosa che si è conquistato con le unghie e con i denti può rendersi conto di quanto male faccia quando ciò per cui hai lottato così duramente ti viene tolto dalle mani, ti viene strappato via con forza e violenza, ti viene preso e distrutto. E rimpiangerai di essere stata tu, proprio tu ad uccidere tutto questo bene, ad aver fatto stupida vendetta di questo amore che tanto poteva darci: era l’amore di una persona che viveva per te, per ascoltare la tua voce, sentire le tue labbra. Ma ti accorgerai, soprattutto, che per nessun’altra persona sarai speciale come lo eri per me, e che nessuno saprà apprezzarti come me, con il mio stesso livello di amore, con la stessa intensità di sentimento che mi ha legato a te fin dal primo istante.

E mi fa malissimo rendermi conto di quelle parole di cui sembravi convinta, mentre ti rendevi conto che eravamo davvero “fatti l’uno per l’altra”: ti ricorderai di me, e piangerai per aver fatto male a quella persona che stava con te al telefono fino alle sei del mattino, mentre eri in preda alla paura. Ti ricorderai di quelle passeggiate e dei nostri passi coordinati, che tanto sembravano renderti felici. Ti ricorderai di tutto quell’affetto che hai sprecato, di tutta quella gente che credeva in te e che hai tradito con la tua stupida voglia di fare del male: ti renderai conto tardi, troppo tardi, maledettamente tardi, di tutto quello che hai lasciato andare senza nessun motivo. Perché si: sono io che ho subito l’ingiustizia di questo comportamento senza alcun senso, di questo voler andare via a tutti i costi, senza nemmeno il coraggio di dirmelo in faccia: piangerai calde lacrime quando ti renderai conto che c’era qualcuno che viveva per te, che viveva veramente per te, per la tua voce, per il tuo buongiorno, per il tuo pensiero, per la tua presenza. E tu, stupidamente, lo hai gettato via come si getta l’involucro di una caramella, senza valore e senza rispetto: una notte, ti ricorderai della luna che guardavamo insieme, e ti renderai conto che il mondo non è affatto magnanimo. Ed è quello stesso mondo da cui ho sempre cercato di difenderti e tutelarti.

E piangerai quando ti renderai conto che nessuno ti guarderà tu come ti guardavo io, e che per nessuno tu sarai più perfetta come lo eri per me, esattamente com’eri e come sei: nessuno, in fondo, sarà più in grado di farti scudo con il suo stesso corpo per amore di difenderti dal male di questa vita che non risparmia colpi, ed io avrei solo voluto difenderti da tutta questa merda.
Rimpiangerai le mie lacrime, la purezza di quel sentimento che avrei voluto coltivare con te fino alla fine del tempo e dei giorni: ti avrei stretta forte a me tanto da legarti per sempre, e proprio come volevi tu, un giorno ci saremmo sposati e avremmo vissuto la vita più bella che due persone avrebbero mai potuto vivere.

Ma guardati dentro, guardati intorno. Che cazzo hai guadagnato da tutto questo? Guardati accanto: che cosa hai guadagnato dall’avermi gettato fuori dalla tua vita, in fondo al pozzo del dolore? Sei forse più ricca? Più serena? Più realizzata? Sei forse più felice? Beata te se riesci a trovare la felicità nell’abbandono di una persona che, per te, avrebbe dato tutto quello che di più caro ha: non rimpiango niente dei miei sacrifici per te, delle corse in piena notte per correrti incontro, delle ore passate a guardarti, del tempo trascorso a vederti dormire, con gli occhi aperti a guardare il soffitto, perché eri tutto quello che avevo sempre chiesto a Dio, e non è stato certo lui a dividerci, ma tu, con la tua stupida ed insensata scelta di mettere tutto e tutti davanti, anziché noi.

Sorvolo su tante cose, sorvolo su chi, adesso, festeggia l’infelicità di due persone, e confido nell’esistenza del Karma: io, per fortuna, sono una persona che ha sempre avuto coraggio da vendere, e che non è mai scappata di fronte a niente e nessuno, affrontando tutto e tutti a viso aperto e mai scappando via. Esattamente come ho affrontato tutto e tutti per difendere te e per difendere noi.

“Mettetevi il cuore in pace: io a questo amore non rinuncerò ne ora e ne mai”: questa è la frase che ho detto e che ripeto, di cui vado fiero e mi vanto, perché quell’amore era anche mio, perché ho versato lacrime e dolore per quell’amore, perché anche con il dolore fisico e un paio di stampelle ho cercato di raggiungerti e chiederti perché ti stessi comportando in questo modo…
E adesso dimmi quale altra donna sarebbe mai rimasta insensibile, come hai fatto tu, allo sforzo gigantesco che ho fatto quel maledetto 26 agosto, quando SO IO in che condizioni ti ho raggiunto dall’altra parte della città, in preda a dolori che soltanto io posso immaginare: sei rimasta insensibile al mio dolore, non credendomi, umiliandomi, ferendomi come mai nessuno ha fatto nella mia vita. Mi hai deriso, brutalizzato, hai fatto di me il niente, hai distrutto ogni parte del mio tempo e dei nostri progetti, hai fatto terra bruciata e carta straccia di chi ti voleva bene, hai lasciato persone tra le lacrime e la delusione, uscendo allo scoperto in un modo che mi e ci ha lasciato di sasso, ma in questo momento non m’importa degli altri, no. Mi importa di quello che hai fatto a noi. Hai ucciso con violenza efferata questo nostro amore così meraviglioso, così pulito, così pieno di sentimento che avevo ritrovato: credevo fossi tu la persona che Dio aveva mandato in risposta alle mie preghiere, e sei sempre stata tu a farmi provare un dolore che nemmeno altre persone sono riuscite a farmi sentire.

Eppure lo sapevi, eppure hai sempre stigmatizzato il comportamento di quelle persone che, in passato, si sono comportate come te: cerco di giustificarti, certo di ripetere che sei soltanto fragile, ma mi rendo conto che la fragilità dovrebbe renderti maggiormente assertiva e vicina al dolore, ed invece ti ha soltanto reso più efferata e senza pietà di quanto tu non sia mai stata. Mi hai deluso, mi hai fatto male inutilmente: hai distrutto ogni parte di me trasformando in pianto le mie notti ed i miei giorni, i miei pomeriggi e le sere a camminare da solo: te ne sei andata per tante cretinate, per tante stupidate che non hai avuto il coraggio di esternalizzare, perché si. Esistevano solo nella tua mente come nubi grigie che nemmeno erano vere. Ti sei tanto fissata di vedere cose che non esistevano da crederci davvero. Eppure, non hai avuto il coraggio di sederti ad un tavolo e parlarmi senza andare via: “ci promettiamo, da questo momento, di dirci sempre tutto senza scappare via”. Te le ricordi queste parole, no? Sei stata proprio tu a dirle. E allora, perché tutto questo male? Che cosa ti ho fatto io per meritarmi questo? Non ti ho mai tradito neppure con il pensiero, ti ho sempre accolta e rispettata, arrivando anche a mettere me stesso in secondo piano pur di renderti felice e serena, e forse è proprio di questo che hai approfittato per ferirmi e farmi del male.

E ti giuro, è stato terribile sentirsi ferito, umiliato, deriso, ucciso, distrutto dalla persona che più hai amato in tutta la tua vita: non riesci a renderti conto dei tuoi maledetti sbagli, non riesci a renderti conto di tutto quello che mi hai fatto, ma non riesci a renderti conto che molto di quel male e di quel dolore, non lo hai fatto soltanto a me. No. Lo hai fatto anche a te stessa. Mi rimpiangerai, troppo tardi, quando ti renderai conto che sei stata tu a gettarmi via così, uccidendomi di dolore. E rimarrai soltanto con un pugno di mosche tra le mani, e nessuno avrà la colpa.

Perché lo hai voluto tu.

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