Sono passati appena 3 giorni da quando Striscia la Notizia ha mostrato i fuorionda di Andrea Giambruno eppure, ancora oggi, non si parla d’altro se non delle sue frasi moleste pronunciate all’interno dello studio 15 di Cologno Monzese, del suo ciuffo ribelle, delle sue movenze decisamente poco aggraziate e della fine della sua storia d’amore con Giorgia Meloni, con la quale stava insieme da dieci anni e da cui è nata una figlia.
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Immagini che hanno fatto il giro del mondo e che hanno portato la Premier del Consiglio a conquistare le prime pagine di tutti i quotidiani nazionali ed internazionali più importanti. Una vicenda che, dunque, ha animato il dibattito pubblico che spesso si è ritrovato a fare suggestioni inesatte o riportare, come afferma il patron di Striscia la Notizia delle “ricostruzioni mirabolanti, complottarde”. Proprio per questo motivo, nelle ultime ore il battitore libero Antonio Ricci ha voluto dire la sua sul caso mediatico del momento:
“Del caso “Fuorionda” ho letto ricostruzioni mirabolanti, complottarde, a volte incredibili, ma tutte divertenti.
Vorrei anch’io fornire la mia versione, naturalmente senza nessuna pretesa di esser creduto, ci mancherebbe, ma solo per dare un contributo al dibattito. Il fatto, secondo me, si sarebbe svolto così. Mercoledì mattina sulla scrivania mi trovo la rivista Chi (secondo alcuni house organ della fam. Berlusconi) con in prima pagina la foto del first gentleman in un campo di grano, a guisa di papaverone o spaventapasseri. All’interno veniva esaltato il cuore “gitano” e il ciuffo del giornalista che sarebbe priapescamente cresciuto con gli ascolti. ‘Acciderbola’ – ho pensato – ‘l’astuto cardinal Signorini si sta preparando a celebrare una beatificazione’”.
Andrea Giambruno, Striscia la Notizia 2023 – Foto: Screenshot Mediaset Infinity
 
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Antonio Ricci si è poi soffermato su una delle peculiarità che lo contraddistingue dalla massa, ovvero proprio quello di essere riuscito a rimanere negli anni un battitore libero, un “laico”, una “specie in estinzione” che ha come unico obiettivo quello di scombinare le carte in tavola e raccontare la verità dei fatti, anche e soprattutto quando può essere scomoda per sé stesso e per chi lo circonda:
“Siccome sono un laico, specie in estinzione, ho una naturale diffidenza verso i nuovi santi, ricorderete il “Caso Soumahoro”. Ho pensato subito di utilizzare l’antidoto. Da una fortunosa pesca estiva avevo due fuorionda del giornalista in frigo. Li ho usati. Così come son solito fare. Come quello di “Buttiglione-Tajani” che Berlusconi dichiarò esser la causa della caduta del suo governo.
Qualche lombrosiano potrebbe obiettare: “Potevi mandarlo senz’audio, non ci vogliono mica dieci anni per capire che soggetto è, basta solo vedere come cammina”. Lo so, a volte son didascalico. È un mio difetto. Violando la privacy vi posso raccontare della telefonata di Fedele Confalonieri. L’incipit è stato: “Sei il re dei rompicoglioni, anzi sei l’imperatore dei rompicoglioni”. Il seguito, essendo stato pronunciato in stretto lombardo, anche volendo, non sono in grado di riferirlo.
La cosa che mi ha più stupito di tutto il dibattito è che per il 90% dei giornali sembra impossibile che possa esistere qualcuno che prende iniziative di testa sua e non sia un mero ventriloquo. Un’anomalia da censurare”.
 
Foto: IPA
 
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Infine, Antonio Ricci, che già negli scorsi giorni si era rivolto alla Premier dichiarando “Meloni. Un giorno scoprirà che le ho fatto un piacere”, con questa lettera aperta pubblicata sul sito ufficiale di Striscia la Notizia ha voluto replicare alle parole utilizzate da Giorgia Meloni sul suo profilo Instagram (tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua) in maniera ineccepibile:
“Per quanto riguarda la pioggia sulla roccia, magari non scalfisce subito, ma può far nascere un bell’arcobaleno”.

Antonio Ricci Sul Caso “Giambrunasca”: il post social

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