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Le difficoltà dei piccoli agricoltori

Le difficoltà dei piccoli agricoltori

Le difficoltà dei piccoli agricoltori sono tante e sono legate:

  • all’impossibilità di prevedere e contrastare alcuni fenomeni naturali,
  • al poco tempo da dedicare alle attività di vendita e di marketing, inevitabilmente sottratto al lavoro nei campi,
  • alla limitata varietà dei prodotti da offrire sul mercato (parliamo di piccoli produttori…!) alla stagionalità degli stessi,
  • alla mancanza di mezzi per assicurarsi una adeguata distribuzione dei propri prodotti,
  • allo scarso potere contrattuale con la distribuzione organizzata
  • al doversi confrontare con normative come quella in materia sanitaria, concepite sulla base di scale di produzione maggiori, che penalizzano i piccoli a prescindere dalla effettiva correttezza del loro operato.

Quali strategie possibili?

Se queste sono le difficoltà Dei Piccoli Agricoltori è evidente dunque l’importanza, da un lato, di accrescere la consapevolezza dei consumatori, e dall’altro di associarsi e di fruire di iniziative di promozione ad opera delle associazioni di categoria e degli enti locali. Solo un sostegno finanziario di provenienza pubblica, unito ad un supporto organizzativo delle associazioni, infatti, può sopperire ai costi e agli impegni di carattere logistico, limitando per quanto possibile l’impegno dei contadini alla presenza e ad una piccola quota. Tutto ciò avendo cura di non ricadere in vecchie logiche che, prevedendo ad esempio un ruolo centrale degli intermediari, si ritorcano nuovamente contro gli agricoltori.

Associazioni e organizzazioni sindacali possono inoltre svolgere un importante ruolo di lobby per assicurare che la normativa sia più aderente alla realtà e risponda alle specifiche esigenze Dei Piccoli produttori.

Il consumatore tende la mano all’agricoltore

D’altra parte nei Gruppi di Acquisto Solidale e (GAS) in altri ambienti in cui si riconosce il valore del lavoro del  coltivatore, si sta diffondendo la pratica di co-finanziare l’agricoltore compartecipando, in parte, al rischio d’impresa. Il consumatore consapevole delle difficoltà dei piccoli agricoltori diventa attore di un cambiamento e si rende partecipe di una parziale soluzione. Semplificando, questa pratica può assumere diverse sfumature:

  • l’impegno del consumatore può essere tale da non comportare alcun onere aggiuntivo rispetto al costo della sua spesa, come nel caso in cui facendo presso il contadino una tessera prepagata di un dato importo, conceda un piccolo credito allo stesso, permettendogli una maggior liquidità iniziale per affrontare le spese ordinarie (la spesa verrà di volta in volta scalata dalla tessera fino ad esaurimento del credito);
  • un certo numero di clienti di un’azienda agricola, organizzati o meno in GAS, decidono insieme all’imprenditore cosa e quanto verrà seminato, assicurando l’acquisto dei prodotti nei mesi successivi e ovviando così alle difficoltà di dover trovare acquirenti per la propria merce. Generalmente in questo caso c’è un prefinanziamento delle spese da sostenere;
  • un gruppo di consumatori decidono di adottare un contadino e di compartecipare al rischio di impresa, mettendo a disposizione dei capitali e garantendo un salario al lavoratore.

Alla base di tutto: le relazioni

Si tratta di modalità di compravendita fondate sulla relazione e assolutamente (volutamente) alternative alle leggi di mercato. Forse non risolveranno le difficoltà dei piccoli agricoltori, forse non il problema dei contadini di assicurarsi la vendita di tutta la produzione, ma probabilmente, se cittadini e contadini acquisiranno maggiore consapevolezza in merito a queste opportunità e ai reciproci benefici che ne derivano, lo argineranno giorno dopo giorno.

E in questo si sa che il passaparola fa tanto!

Quindi condividete l’articolo e parlatene in famiglia e con gli amici e poi… agite! cercate un contadino di zona e via! a comprare da lui!!

(dal manualetto GAS e ACQUISTI VERDI con CISL. Diamo voce a una “nuova” economia locale… a partire dalle esperienze sul campo – un progetto realizzato da CISL Toscana ed Ecologia&Lavoro, a cura di Tessa Ercoli e Samuele Becattini di Contesti e Cambiamenti, grazie al finanziamento regionale Go Green, novembre 2010)

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