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L’educatore

Non si può insegnare alcuna cosa alla gente: possiamo solamente aiutarla a scoprirla dentro di sé

Galileo Galilei

Abbiamo parlato di pedagogia moderna, di pensiero sistemico e di Educazione Ambientale Nella Sua accezione più complessa. In tutto questo l’educatore, naturalmente, riveste un ruolo fondamentale!

John Locke, nel Seicento, con I principi dell’educazione, introdusse il concetto che educare non consiste nell’indottrinare l’allievo bensì nel ragionare con lui.

I bambini, del resto, fin dalla nascita sono persone complete: sociali, collaborative e pronte a comunicare. Come ci insegna Raffaele La Porta trasmettere la conoscenza “non consiste nel consegnarla come si consegna un oggetto da una mano all’altra e che anche frasi come ficcare in testa qualcosa agli alunni non hanno senso: la mente non è un recipiente … Essa non è neppure una fiaccola da accendere … essa è già accesa da sempre, ossia è nata per apprendere costruendo la propria conoscenza del mondo … la mente riorganizza di continuo l’esperienza e l’apprendimento consiste essenzialmente in questo”.

L’educatore, dunque, ha il compito di guidare i propri allievi alla comprensione e per far questo deve utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, stimolando la creatività e la capacità di espressione di ciascuno di loro, deve ricorrere all’esperienza diretta, al problem solving, nel tentativo costante di indurre curiosità, domande, riflessioni, collegamenti.

Obiettivo ultimo di un educatore, infatti, secondo E. Morin e M. de Montagne, è la formazione di una testa ben fatta, piuttosto che una testa piena.

Le scelte pedagogiche che un educatore compie sono un messaggio di per sé, non sono neutre rispetto al contenuto che egli intende comunicare né al modo con cui, né al contesto in cui, lo comunica.[1] Egli è tra i principali agenti di cambiamento.

Attenzione mamme! (babbi, nonni…!)

Un genitore, come tale educatore, ha quindi un compito fondamentale nello sviluppo della personalità dei propri figli! Il gioco può essere un ottimo strumento per stimolare riflessioni, scoprire o affinare abilità, provare sensazioni ed emozioni… Gioco e arte possono aiutare a realizzare un’educazione che sostenga la persona nella sua totalità – spirito, cuore, mente e mani – un’educazione che, diversamente dall’apprendimento meccanico, favorisca la spontaneità, l’intuito e la riflessione (Sterling).

[1] S. Beccastrini e M. Cipparone (a cura di), Tutto è connesso. Voci, idee, esperienze per l’educazione, l’ambiente, la sostenibilità. Arpa Sicilia, Palermo 2005

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