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Olio essenziale di nardo, unguento pregiato del mondo antico

L’ olio essenziale di nardo è un unguento balsamico noto fin dall’antichità e impiegato come fragranza e unguento di lusso nella cultura egizia, indiana ed europea. La sua provenienza himalaiana e le difficoltà incontrate nella produzione e nel trasporto di questo olio essenziale lo resero una delle spezie più costose e ricercate del mondo antico.

Il nardo

L’olio essenziale di Nardo viene prodotto dal nardo (Nardostachys grandiflora o Nardostachys jatamansi), una pianta della famiglia delle Valerianaceae che cresce sull’ Himalaia tra Cina, India e Nepal.

Il nardo è una pianta che può crescere fino ad 1 metro di altezza e durante la fioritura produce fiori di colore rosa a forma i campana. Il suo habitat ideale si trova tra Nepal e Bhutan, ad altezze comprese tra i 3.000 e i 5.000 metri.

Il rizoma del nardo può essere schiacciato e distillato per ottenere un olio aromatico denso, di colore ambrato, usato da millenni come profumo, incenso e medicinale.

Oggi la Nardostachys grandiflora viene considerata una specie a rischio a causa della raccolta eccessiva, del cambiamento climatico e delle modifiche al suo ecosistema nativo praticate dall’essere umano.

Sono stati fatti tentativi di coltivare il nardo fuori dall’ Himalaia, ma le colture sotto i 1.800 metri hanno mostrato un tasso di mortalità troppo elevato da risultare economicamente attuabili; solo trapiantando il nardo oltre i 2.200 metri è possibile far sopravvivere la maggior parte delle piante, e il massimo della resa si ottiene oltre i 3.500 metri.

Uso storico dell’olio di nardo

Il nardo e il suo olio essenziale sono noti fin da tempi antichissimi e fanno la loro prima apparizione nella medicina ayurvedica indiana (con il nome di Sumbul-al–Teeb) come sedativi e rilassanti.

In Egitto l’olio di nardo era un unguento di lusso impiegato anche nei rituali di mummificazione più elaborati e veniva conservato in vasi di alabastro per evitare che perdesse la sua fragranza.

Fiori di nardo

L’olio di nardo era una delle 11 spezie utilizzate per la produzione dell’incenso destinato al Primo e al Secondo Tempio di Gerusalemme. Viene menzionato numerose volte nel Talmud e nel Tanakh come un elemento fondamentale per l’incenso impiegato in diverse cerimonie religiose.

L’olio essenziale di Nardo viene citato anche nell Libro 18 dell’Iliade: Achille massaggia e profuma il corpo di Patroclo utilizzando questo prezioso unguento. In Grecia veniva chiamata “nardo” anche la lavanda selvatica (Lavandula stoechas) perchè importata dalla città di Naarda, nell’attuale Iraq.

Plinio, nella sua Naturalis Historia, cita 12 specie di piante chiamate “nardo”: una di queste è sicuramente il nardo vero e proprio (Nardostachys grandiflora o jatamansi); altre due specie sembrano essere la lavanda selvatica (Lavandula stoechas) e la Valeriana tuberosa, mentre per le restanti non c’è ancora un’identificazione botanicamente precisa.

L’olio di nardo trovò impiego anche in cucina: sebbene usato in piccole dosi, è un ingrediente che compare frequentemente nelle ricette del De re coquinaria. Nell’Europa medievale veniva impiegato come condimento pregiato per il cibo o il vino, e a partire dal XVII secolo fu anche utilizzato come ingrediente per una birra inglese chiamata stingo.

Secondo il medico persiano Sabur ibn Sahl, l’olio di nardo era in grado di curare, oltre ai dolori articolari, anche l’emicrania. Per produrre questo unguento, Sabur ibn Sahl descrive una ricetta molto costosa per l’epoca, un procedimento che richiedeva forti investimenti economici e la raccolta di oltre 20 ingredienti di origine vegetale.

Tra il XV e il XVI l’olio di nardo appare in diversi “leechbook” (leggi questo post sul libro di ricette mediche chiamato Bard’s Leechbook) come ingrediente per unguenti in grado di curare il mal di testa o utilizzati come blandi sedativi.

Quanto costava l’olio di nardo?

Sappiamo dalla Bibbia che in epoca romana l’olio essenziale di nardo era estremamente prezioso. Giovanni 12:5, riferendosi all’olio di nardo, cita un costo di “trecento denari” per una libbra d’olio; una cifra imponente se si considera che un denario equivaleva a circa 12 ore di lavoro di un bracciante o alla paga giornaliera di un legionario romano del I secolo d.C..

Un chilogrammo di olio essenziale di nardo, quindi, poteva raggiungere costi di svariate migliaia di euro, più del prezzo dell’acquisto di uno schiavo e ben oltre lo stipendio annuale di molti professionisti d’epoca romana.

Le proprietà dell’olio di nardo
Rizomi essiccati di nardo

L’olio essenziale di nardo contiene principalmente acetato di bornile, valeranone e ionone. L’acetato di bornile è presente nell’olio essenziale estratto dal pino; il valeranone è comune in piante come salvia e valeriana (quest’ultima appartiene alla stessa famiglia del nardo); lo ionone invece è presente in numerose piante officinali come l’origano.

Nella medicina ayurvedica l’olio di nardo veniva consigliato come antistress, anticonvulsivo, antiepilettico e come farmaco in grado di migliorare le capacità cognitive. All’unguento venivano attribuite anche proprietà antimicrobiche, antiossidanti e cardiotoniche.

In tempi moderni, l’olio essenziale di nardo si è dimostrato capace di far regredire amnesie indotte chimicamente su cavie di laboratorio e di rallentare la perdita di memoria dovuta all’invecchiamento naturale dei soggetti della sperimentazione.

Following Valerian: New Name, Old Idea
Nardostachys jatamansi improves learning and memory in mice.
Medicinal Properties of Nardostachys jatamansi



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