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La mappa di pietra di 14.000 anni fa

I nostri antenati cacciatori-raccoglitori erano molto più in sintonia con l’ambiente che li circondava rispetto all’uomo moderno: la loro intelligenza spaziale era probabilmente molto più sviluppata della nostra per far fronte all’esigenza di doversi orientare in un mondo pieno di pericoli, ostacoli e ambienti in continuo mutamento.

Anche i nostri antenati avevano però la necessità di segnarsi luoghi di particolare interesse, come zone di raccolta degli animali o ricche di materia vegetale commestibile, o punti di riferimento indispensabili per conoscere la direzione da seguire per tornare al villaggio. Avere una rappresentazione anche solo schematica dell’area di caccia consente inoltre di escogitare strategie vincenti che sfruttano il territorio a vantaggio del cacciatore.

E’ possibile che gli antichi segnassero i luoghi più significativi su ogni genere di supporto, come legno o corteccia, ma non c’è nulla di più duraturo della roccia: la mappa di Abauntz, scoperta in una caverna spagnola, è infatti scolpita nella pietra.

La tavoletta è minuscola e non supera i 15 centimetri di lunghezza, ma secondo le analisi degli archeologi rappresenterebbe la zona attorno alla caverna come si presentava circa 14.000 anni fa, indicando la posizione delle montagne, dei fiumi, delle zone migliori per la caccia o la raccolta e di alcuni animali che vivevano al tempo nell’area.

I ricercatori dell’Università di Saragozza hanno impiegato 15 anni per decifrare il contenuto della tavoletta, scoperta nel 1994 durante gli scavi nella caverna. “Possiamo affermare con certezza che si tratta di una Mappa della zona circostante” dichiarò nel 2009 Pilar Utrilla, a capo del team. “Chiunque l’abbia realizzata voleva catturare nella pietra il fluire dei corsi d’acqua, le montagne e gli animali che si potevano trovare nell’area. Il paesaggio dipinto corrisponde esattamente alla geografia dei dintorni”.

Secondo i reperti di natura organica rinvenuti nella caverna, la roccia sarebbe stata scalfita circa 13.660 anni fa dagli esponenti della cultura del Magdaleniano, capaci di creare oggetti di pietra e d’osso particolarmente minuti e sofisticati come ami, aghi, propulsori e punteruoli, talvolta anche decorati minuziosamente.

Mappa di Pavlov

Questa mappa dell’ Età della Pietra non è la prima del suo genere, e sicuramente non la più antica tra quelle rinvenute in Europa, ma ad oggi è la più dettagliata mappa di pietra mai scoperta nel Vecchio Continente. Non possiamo dire con certezza quale fosse il suo scopo (anche se ci sono chiare indicazioni su dove trovare cibo e animali), ma possiamo ipotizzare che fosse impiegata per organizzare battute di caccia, o per pianificare gli spostamenti dei membri della comunità.

La mappa di Pavlov, più antica di quella di Abauntz, è una decorazione su zanna di mammut risalente a circa 27.000 anni fa e che rappresenta l’area locale (una zona dell’attuale Repubblica Ceca). Il reperto, lungo circa 36 centimetri, non solo mostra montagne, fiumi e valli della regione tramite una sequenza di segni geometrici, ma indicherebbe anche una serie di pendii utili nelle strategie di caccia basate sull’agguato.

Mapa de la Edad de Piedra de Abauntz



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