La prima puntata del mio viaggio a Berlino è dedicata a una di quelle belle Parole tedesche che non hanno un traducente in italiano e che piacciono molto alla nostra amica Lise: la Zweisamkeit.
Il Duden la definisce così: das zweisame Leben oder Handeln, dove zweisam vuol dire: gemeinsam, einträchtig zu zweien. Detto in parole povere è una cosa come 'stare insieme, in armonia, in due', ma non basta. Si tratta di un neologismo creato sulla falsariga di Einsamkeit, cioè solitudine. Al posto di quell'ein (cioè uno) iniziale è bastato inserire zwei (ovvero due) per scatenare una rivoluzione semantica che ha dell'incredibile. La Zweisamkeit è quello stato praticamente paradisiaco in cui due entità più o meno senzienti si ritrovano isolandosi dal mondo e bastando a se stesse.
In ossequio alla fama di esimia neologista che ultimamente (e a torto) mi perseguita, oserei tradurre questo meraviglioso termine con 'duitudine'. Ma stavolta devo ammettere il fallimento. Zweisamkeit significar per verba (italiane) non si poria, però l'essemplo basti cui esperienza Marx serba.
(esempio di felice duitudine)
P.S. Se non mi vergognassi a fare battute veramente stupide direi che la Zweisamkeit sul lungofiume di Friburgo si definisce Dreisamkeit.